"Now that I'm broken, now that you know it." -5Sos/ Jet black heart
Non riuscivo ancora a credere a quello che era successo quella sera... Mi rigiro nel letto e non riesco a dormire mi sento avvampare, anche se probabilmente per lui non ha significato niente. Decido di alzarmi e andare a prendere un bicchiere d'acqua. Scendo le scale lentamente per non fare troppo rumore, eh...Vedo mio fratello sul divano che bacia un ragazzo. Sgrano gli occhi. Mi scappa un sorriso. Cavolo. Non me lo aspettavo. Beh, ne sono contenta, naturalmente, ma è scioccante, ero ferma immobile a pensare a tutto questo, quando mi si accende il pensiero che forse mio fratello non avrebbe dovuto farmelo sapere in questo modo... Quindi faccio marcia indietro e torno il più silenziosamente possibile in camera mia, dove le emozioni avrebbero continuato a frullarsi e rifrullarsi.
MARCO:
Ieri è stato un compleanno magnifico, davvero stupendo, ho capito quanto i miei amici tengono a me. E la mia sorellina, per la prima volta, dopo la morte di nostro padre si è lasciata coinvolgere dalla situazione.
Beh, anche se, è tornata a casa prima di me, verso l'una, diceva di essere stanca. Gennaro era strano, rideva e scherzava, sembrava un'altra persona, e intendo un'altra persona, mah, buon per lui, se era felice, almeno una sera. Verso le 3.30 dopo che Genn aveva deciso di tornare a casa, io e Alex, in preda al delirio siamo andati a cercare una gelateria aperta, stranamente l'abbiamo trovata. Abbiamo mangiato gelato e bevuto marsala alle 3.30 del mattino. Alla fine, Alessio mi ha dato un passaggio a casa dato che la mia macchina era rimasta nei pressi del locale della festa, e quindi lontano dalla gelateria.
L'ho fatto salire. Ci siamo baciati. Non riesco a pensarci, io sono gay, so di esserlo. Ma Alex, non credo. Ha sempre avuto ragazze, e penso che ci starò male, perchè a me lui piace tanto, ma devo prepararmi.ALEX:
Cazzo, ho fatto una cazzata. Cazzo se ho fatto una cazzata. Ieri, dopo la serata con Marco, siamo stati un po' solo io e lui. Abbiamo bevuto e mangiato del gelato. Pessima idea. L'ho accompagnato a casa, e mi ha fatto salire. L'ho baciato. Anzi, mi ha baciato. Merda, non lo so. Sta di fatto che ho baciato un ragazzo. E io, per quanto non sia omofobo, anzi tutto il contrario, non sono omosessuale. Penso che ieri sera Marco, forse un po', mi attraeva. Ma ora no. Era tardi e lui era stato dolce, tutto il tempo. Solo che ora non so che dirgli. Credevo di essere innamorato di Elide... Ma ho capito di non avere opportunità. L'ho vista parlare con Gennaro, vanno d'accordo, suppongo. Entrambi sono chiusi. E io, io all'inizio non sono chiuso, sono timido ma poi sempre amichevole. Bah, sarà che devo diventare chiuso anche io.
È suonato il campenello, ma è mio padre ad aprire. È Marco. Merda. Entra nella mia stanza e io sembro non curante. Gli propongo una partita, e lui dice che mi deve parlare. Mi bacia. Io provo a respingerlo, ma proprio in quel momento arriva mio padre. Mi sento pugno di vuoto nello stomaco. Mio padre caccia Marco, con una ""calma"" talmente e detestabilmente piena di maleducazione, che mi sembrava impossibile che provenisse da colui che mi aveva cresciuto. Non appena Marco è uscito dalla porta mio padre si è rivolto a me :"Sei frocio per caso?!" Mi ha ringhiato. E io con tutta ""calma"" gli ho risposto:" No, PA-PÀ, ma anche se lo fossi?? Chi sei tu per dire se è giusto p sbagliato, io sono etero, ma l'amore non si misura da con chi cazzo fai quello schifo di sesso senza dolcezza o dal fatto che non ottieni un'erezione guardando una puttana sulle riviste porno. Amore non significa le cose schifose che per voi omofobi di merda rappresentano l'essere innamorati." Ero fuori di me. Lui mi guardava, con gli occhi pieni di disprezzo. Pieni di odio. Mi da un pugno. Poi un'altro. Un'altro ancora, e cosí via. Provavo a difendermi. Ma non ne avevo la forza. "E ora vattene" Ha urlato.
Ho preso il portafogli, le chiavi della macchina e la giaccia. E ho detto, guardandolo dritto in quegli occhi arrabbiati "Non vedevo l'ora." La porta si chiude alle mie spalle. Avevo bisogno di scaricare la tensione, ma ero ridotto male. Molto male. Il labbro sanguinante, idem entrambe le sopracciglia, e penso che la sera avrei avuto gli occhi neri. Non sentivo dolore. Nemmeno un po'. Prendo la macchina, e vado verso una farmacia, mi servivano dei cerotti. E lí, vedo Elide, che comprava degli assorbenti, ho riso. Aveva un sacco di pacchi. E si muoveva goffamente, traballando. Sono andato verso di lei, "Posso aiutarla?" Ho detto ridendo. Lei è arrossita tutta e ha nascosto gli assorbenti dietro la schiena, per quanto fosse circondata da secchetti, poi però, mi ha guardato, e i suoi occhi si sono spenti preoccupati, e sussurrato "Alex, che ti è successo...?" La voce le tremava, io preso le sue buste e ho risposto "Non voglio annoiarti, Elide. Non è successo nulla." Mi stringe a sè. Ma poi si ricompone dopo poco, ha preso un pacco di cerotti e dell'acqua ossiggenata, è andata alla cassa, e ha pagato tutto lei. Siamo usciti, e lei mi ha domandato di nuovo cosa fosse successo. Io mi sono limitato a dirle "Mio "padre". " mi abbraccia di nuovo, e dice che per qualunque cosa lei c'è. Apre il disinfettante e me lo passe sulle ferite con un del cotone, poi applica le garze. Aveva le dita cosí morbide. Poi dice che doveva andare. Ha preso le sue spese e si è diretta verso casa.GENNARO:
Sono sdraiato ancora a letto che rido solo. Sono le 12.00. Dovrei alzarmi, e non ne ho la minima intenzione. Non per pigrizia, ma adoro pensare a lei, indisturbato. Ieri sera è successo l'inaspettabile. E io, Gennaro Raia. Sono innamorato. Merda. Sono innamorato! Non che sia insensibile, solo freddo, e chiuso. Non mi innamoro così dal nulla, io, di solito. E poi non la conosco, insomma la conosco poco e niente. Però non posso chiamarla, non devo. Probabilmente non le importerà. Anche se io con lei mi sono aperta, dal poco che ho capito di Elide, anche lei si è aperta con me. Penso a lei ieri. Infreddolita, e tutta raccolta in sé stessa. Penso alle sue labbra sulle mie. Quel bacio che ha occupato dei secondi bellissimi. Sto diventando smielato. Basta pensare a lei. È il momento di alzarsi. Infilo una maglietta, vado in balcone e mi accendo una sigaretta. Quando però suona il campanello. È Alex. Ha gli occhi cerchiati di un rosso scuro, e il resto della faccia coperta da medicazioni. "Cazzo Alessio. Che hai fatto?" Ho detto con una voce che somigliava a quella di una madre ansiosa. Mi fai entrare?" Ha fatto lui, con una serenità allarmante. Ho obbedito, l'ho portato in cucina e gli offerto un caffè, ma ha rifiutato, chiedendo un bicchiere d'acqua. "Caffè per me, acqua per te." Ho poggiato la mia tazza e il suo bicchieri sul tavolo, e l'ho guardato negli occhi. "Allora. Mi racconti?" Gli ho chiesto, sforzandomi il più possibile di essere dolce e rassicurante. Lui ha preso un bel respiro, e ha cominciato a parlare:" Vedi, ieri notte, ho accompagnato Marco e lui mi ha fatto salire a casa sua. Ci siamo baciati. " la voce gli tremava, era stanco. "Beh, ero confuso, era tardi, e forse mi è anche piaciuto. Ma questa mattina, ci ho pensato, io non sono gay. Non sono innamorato di Marco." Ha continuato. "Oggi, verso le 10.00 è venuto da me, e mi ha ribaciato. Però mentre provavo a respingerlo, per parlagli e spiegargli quello che provavo, mio padre è entrato in camera mia, l'ha mandato via. E mi ha picchiato, di brutto." Sospira. Io ero sconvolto. Era ridotto male. "Amico andrá tutto bene... Tutto bene, tu devi chiarire le cose con Marco, e puoi prenderti tutto il tempo che vuoi." Gli dico.
Lui mi guarda, e con voce esile mi chiede:" Genn, posso stare da te per un po'? Mi ha cacciato." Lo squadro. E gli rispondo in modo scontato:" Me lo chiedi Alex? Me lo chiedi? Certo che puoi."BUONGIORNO A TUTTII! OGGI È LUNEDÍ È COME PROMESSO QUESTO È IL NUOVO CAPITOLO, COME AL SOLITO FATECI SAPERE CHE NE PENSATE E LE VOSTRE OPINIONI, UN IMMENSO GRAZIE A CHI LEGGE, BACII❤️ (:
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"Our empty hours" • Urban Strangers
Fanfic-"Perchè sorridi?" -"Non sorrido." -"Allora fallo, dovresti, dovremmo." -OUR EMPTY HOURS...