Capitolo 4

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Chiuse lo sportello dell'auto e qualche minuto dopo partì, accesi subito la radio e appoggiai la testa al finestrino, guardando il mare scorrermi davanti agli occhi, era sempre bello guardarlo con la musica in sottofondo, Warren sapeva quanto mi piacesse, per questo non mi parlava mai in questi momenti, mi capiva sempre, cercai la sua mano sul volante e l'accarezzai facendolo sorridere, poi tornai a guardare fuori dal finestrino,rilassandomi.
Quando a un certo punto Warren accostò facendomi voltare verso di lui. «Che fai?» Chiesi stupita. «Scendi» disse e io lo guardai confusa, lo disse di nuovo e un po' titubante aprii lo sportello, scesi dall'auto e poi mi girai di nuovo verso la macchina vedendo scendere anche lui, mi sorrise e poi mi raggiunse prendendomi la mano, la strinsi e cominciò a camminare tirandomi con lui. «Dove andiamo?» Chiesi ancora più confusa. «A vedere il mare» rispose sicuro, sorrisi e accarezzai il suo braccio. «Non c'era bisogno, potevo benissimo vederlo dal finestrino» dissi ma lui scosse la testa. «Ogni volta che torniamo a casa sembri volerlo guardare ancora e non solo dal finestrino» era vero, e lui lo capiva, faceva così tanto per me.
Presto arrivammo su un grande scoglio molto in alto dal livello del mare e lì quasi spalancai la bocca, il panorama era fantastico, riuscivo a vedere i vari colori del mare mischiarsi tra loro, guardai Warren e lo abbracciai per poi lasciargli un bacio sulle labbra. «Grazie» sussurrai e lui mi accarezzò i capelli.

Restammo per un po' e poi tornammo alla macchina già troppo accaldati per il sole cocente di quell'ora, volevo tornare a casa e fare una doccia.
Salimmo in macchina e io accesi subito l'aria condizionata mentre sospiravo mentre Warren continuava a girare la chiave senza far partire la macchina. «Tutto ok?» Chiesi vedendolo in difficoltà. «Non riesco a farla partire» Ammise subito sbuffando, sospirai anche io e poi lui scese dalla macchina cercando di controllare meglio.
Provammo molto e poi alla fine Warren si arrese e chiamò un meccanico molto vicino in questa zona. Fortunatamente arrivarono subito portando via la macchina e noi direttamente dal meccanico.
Arrivati lì credevo davvero di non farcela più per il troppo caldo, continuavo a sudare e anche Warren ma quando entrammo dentro quel negozio ci sentimmo subito meglio grazie al fresco dell'aria condizionata, Warren si spostò subito seguito da me per parlare con un meccanico mentre io rimanevo lì ad ascoltarli in silenzio, poi quel grosso signore decise di andare a dare un' occhiata e mentre parlavano si nuovo sotto il sole dissi a Warren che lo avrei aspettato dentro il negozio,non potevo ancora sopportare quel caldo, spinsi la pesante porta ed entrai di nuovo, mi sistemai la borsa sulla spalla e poi mi sedetti su una sedia libera aspettando, cominciai a guardare clienti che parlavano con meccanici con le mani sporche di nero, continuai a guardarli quando la porta del retro attirò la mia attenzione aprendosi, spostai lo sguardo e vidi un signore uscire da lì accompagnato da un ragazzo ma non appena il mio cellulare cominciò a vibrare distolsi lo sguardo e lo tirai fuori, era un messaggio da parte di mia madre, mi chiedeva dove ero, sospirai e riposi velocemente, bloccai il cellulare e lo rimisi nella borsa. «Megan?» Sentii subito dopo e di colpo alzai lo sguardo spalancando gli occhi.
Sentii il mio cuore fermarsi, il mio viso impallidire e il mio corpo cominciare a tremare, come poteva essere... «E-Ethan... » balbettai quasi sussurrando, aprii leggermente la bocca rimanendo sconvolta, lo fissai e anche lui sembrava avere una faccia davvero stupita, osservai tutto del suo viso e notai che era cambiato, i capelli erano più corti, il ciuffo era sparito e si notava la barba nera che stava crescendo lentamente. Era diventato un uomo. «Cosa... cosa ci fai qui?» Chiese guardandomi dalla testa ai piedi facendomi arrossire, allora mi alzai di scatto e feci la sua stessa cosa notando anche che aveva la divisa che indossavano tutti i meccanici lì. «Tu lavori qui» constatai ignorando la sua domanda e lui annuì debolmente. «Come stai?» Mi chiese e quasi mi venne da ridere e da piangere insieme, lui che mi chiedeva come stavo, quando si era trasferito a casa mia nemmeno mi rivolgeva la parola. «Molto bene e tu?» risposi cercando di sembrare sicura di me mentre invece le mie mani stavano ancora tremando. «Credo di cavarmela... » ammise grattandosi la testa, quella conversazione mi sembrava così surreale. «È... è bello rivederti» disse dopo attimi di silenzio e quelle parole mi fecero di nuovo smettere di respirare, il mondo smise di girare per me, mossi le labbra ma non uscì niente, non ne avevo le forze, quando a un tratto la porta si aprì attirando la mia attenzione portandomi alla realtà, era Warren. «Andiamo via, Luke e Georgia ci daranno un passaggio a casa, dobbiamo lasciare la macchina qui» disse scocciato, mi voltai subito verso di lui dando le spalle a Ethan che rimase lì, Warren si accorse di lui e lo guardò dalla testa ai piedi, io invece aggiustai la borsa sulla spalla e poi mi avvicinai a lui. «Andiamo... » sussurrai e lui annuì un po' confuso,mi prese la mano e uscimmo fuori, via da Ethan, via da quel assurdo momento.

Una ragione per amarti 2 - tornerai?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora