Capitolo 28

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«Ci vediamo questa sera» mi salutò mia madre e poi mio padre, stavano andando a lavoro, quel giorno sarebbero mancati tutta la giornata, perciò sarei rimasta sola con Melanie  Emma e William, ma proprio in quel preciso momento ero proprio da sola a fare colazione, mi sentivo tranquilla, dopo la colazione sarei andata di sopra, avrei preso il cellulare e avrei chiamato Ethan, tutto doveva tornare come prima, dovevo farlo ora che ero da sola, così, mi alzai pulii il tavolo e cominciai a camminare verso le scale quando la porta d'ingresso si aprì. «Megan!» Sentii la voce di Emma, ecco era troppo tardi. «Si?» Chiesi raggiungendola. «Vieni» rispose prendendomi per il braccio seguita da Melanie, con passo veloce camminarono verso le scale come stavo facendo io qualche minuto fa,  però, questa volta salimmo fino al piano di sopra e mi spinsero dentro il bagno per poi entrare anche loro e chiudere la porta. «Cosa state facendo?» Chiesi confusa, Emma si mise davanti a me e mi fece segno di stare in silenzio. «Togliamo ogni dubbio» iniziò scandendo bene le parole. «Vuoi spiegarmi?» Domandai sbuffando e Melanie, che fino ad allora era rimasta in silenzio, tirò fuori una scatola rettangolare dandomela in mano, io abbassai gli occhi per guardarla meglio, non potevo crederci. «Non ho bisogno di questo, non sono incinta» sbottai incredula, mi avevano veramente comprato un test di gravidanza. «Megan, fallo» rispose Emma facendomi segno di abbassare la voce. «È per il tuo bene» continuò Melanie e io le guardai scocciata, avevano ragione in fondo, lo avrei fatto, così avrei dimostrato che niente stava crescendo dentro me, così le feci uscire anche se sapevo che sarebbero state dietro la porta ad origliare, poi presi la scatola e l'aprii un po' titubante, ed eccolo lì, lo vidi, e non so perché, ma, cominciai ad essere ansiosa anche se ero certa di non esserlo, lo presi in mano e lo guardai per poi leggere le istruzioni, non ne avevo mai preso uno in mano, era strano ma dovevo farlo, così, feci tutto quello scritto nel piccolo foglietto illustrativo e aspettai. «Allora?» Chiese Emma dopo un po'. «Per favore, datemi tempo!» La sgridai tornando a guardare quel bastoncino. «Megan... se, se lo sei sul serio, non deve sembrarti un errore, non tutti hanno la possibilità di avere un bambino» mi disse e io sospirai. «Ha ragione, insomma, è una cosa davvero bella» continuò Emma e io lo sapevo bene, sapevo che avere un bambino era davvero una bella cosa solo che, non era il momento, ero davvero troppo giovane, dovevo ancora lavorare per creare il mio futuro, sbuffai e continuai a guardarlo quando piano piano cominciarono ad apparire dei segni, mi sforzai e appena l'immagine fu chiara il mio cuore si fermò, non riuscii a respirare, entrai nel panico. «Sono incinta...» sussurrai portandomi la mano libera alle labbra.

Una ragione per amarti 2 - tornerai?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora