Capitolo 19

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Felice, ecco come mi sentivo, ero felice dopo molto tempo. «Buonanotte» salutai tutti e cominciai a salire le scale, quella giornata era stata bella, stare con lui era davvero fantastico, non avevamo perso la nostra complicità, eravamo sempre noi, solo, con un po' più di esperienza in relazioni, adesso.
Entrai in  camera mia e mi lanciai sul mio letto con un sorriso che non era più andato via da quella mattina, non potevamo più perderci io e Ethan.
Mi addormentai in fretta stanca di quella giornata, ma forse troppo presto perché alle tre del mattino mi svegliai e non riuscii più ad addormentarmi, allora decisi di alzarmi e leggere qualcosa, ma appena poggiai i piedi a terra la mia finestra si aprì e il viso di Ethan sbucò da dietro la tenda. «Cosa ci fai sveglia?» Mi chiese bisbigliando e io mi alzai per raggiungerlo. «Non riesco a dormire» Risposi. «Neanche io» ammise entrando in camera mia, gli sorrisi e lui si avvicinò. «Vuoi stare un po' qui?» Domandai abbassando lo sguardo. «Si ma, visto che sei sveglia» iniziò e io alzai di nuovo lo sguardo. «Ti va di fare un giro in città?» Era folle ma l'idea mi piaceva. «È notte...» sussurrai. «Questo è il bello, dovresti saperlo» disse prendendomi le mani e allora annuii.
Uscimmo dalla finestra e poi partimmo con la sua moto sentendo l'adrenalina alle stelle, chissà cosa avrebbero pensato i miei se lo avessero mai scoperto.
Mi strinsi a lui e guardai la strada sfrecciare accanto a noi per tutto il tragitto, solo poche auto erano in giro, ed era normale. «Dove andiamo di preciso?» Chiesi dopo un po'. «A fare colazione» rispose e io non capii, quale bar poteva essere aperto a quell'ora? Ethan non faceva altro che stupirmi.
Dopo un paio di minuti si fermò davanti a un negozio con le luci accese all'interno,mi fece scendere dalla moto e poi scese anche lui. «Dove siamo?» Domandai guardando ancora quel posto. «È una pasticceria, fanno dei dolci veramente ottimi, ti piacerà» disse e poi mi prese la mano avvicinandosi all'entrata. «Aspetta... sei sicuro che possiamo entrare? Staranno preparando i dolci per...» Cercai di dire ma lui non mi ascoltò aprendo la porta e trascinandomi dentro. «Susan?» Chiamò e a quel punto capii che conosceva i proprietari,  perché non me l'aveva detto? Mi guardai attorno ed era tutto molto carino, questo posto sembrava fermo a vent'anni fa. «Si?» Sentimmo dal retro del negozio, doveva essere quella donna,  dopo un po' una porta si aprì e una signora bionda e bassa uscì da lì, doveva avere l'età di mia madre più o meno. «Ethan!» Gridò sorridendo e venendo di corsa verso di noi, anche lui sorrise e appena furono abbastanza vicini si scambiarono un abbraccio lasciandomi un po' sorpresa, indietreggiai, si conoscevano molto allora. «Come stai? Sei un uomo adesso!» Esclamò accarezzandogli il viso, lui sorrise. «Bene, ho anche trovato un lavoro, e da voi come vanno le cose?» Chiese a Susan e lei fece una smorfia. «Non bene come una volta» rispose per poi tornare subito a sorridere. «Sono così contenta di averti rivisto» ammise e io mi sentii invisibile, Ethan mi guardò immediatamente come se mi avesse letto nel pensiero. «Susan... lei è Megan» mi presentò subito dopo avvicinandomi a lui, lei finalmente mi guardò e mi sorrise. «Piacere tesoro, spero che questo ragazzo non ti faccia disperare» disse ridendo e io sorrisi leggermente. «Allora, cosa ci fate alle quattro del mattino svegli e nel mio negozio?» Ci chiese mettendo le mani sui fianchi. «Volevo passare a trovarti e mangiare magari la tua torta speciale» rispose e lei sorrise. «Ne ho sempre per te, ne va matto da sempre» disse Susan rivolgendosi a me. «Venite» fece un gesto con la mano e noi cominciammo a seguirla fino alla porta da dove era uscita,entrammo e un buonissimo odore di torte ci invase, era una grande stanza, subito notai un uomo che infornava dei pasticcini. «Ciao Louis» Ethan salutò l'uomo e lui sorrise agitando la mano. «Ecco qua» disse Susan prendendo una torta e spostandola su un altro tavolo, cominciò a tagliarla e poi diede una fetta a me e una fetta a Ethan. «Ditemi come è» disse indicandola e a quel punto cominciammo a mangiarla, masticai, era davvero buona. «È davvero buonissima» dissi e lei sorrise mentre Ethan continuava a mangiare. «Proprio come la ricordavo» disse dopo con un tono malinconico che mi fece preoccupare. Dopo essersi raccontanti molte cose andammo via con altre due fette di torta da mangiare, salutammo tutti e uscimmo dal negozio con l'alba alle nostre spalle. «È una signora davvero dolce» dissi dando un morso alla mia fetta mentre Ethan annuiva. «Perché non mi hai mai parlato di lei?» Chiesi curiosa, non sapevo come facevano a conoscersi. «Non so... di solito non ne parlo...» disse a mala pena per poi sospirare e guardare il negozio. «Ci lavorava mia madre...» sussurrò e io sgranai leggermente gli occhi. «Aveva la mia età e Susan era la sua collega, quando ero piccolo questa donna mi ha cresciuto» mi raccontò guardandomi negli occhi, Susan doveva significare davvero tanto per lui. «E... come mai mi hai portata qui se non lo racconti mai a nessuno?» Chiesi avvicinandomi a lui. «Perché a te dovevo dirlo, tu devi sapere tutto» si avvicinò anche lui e mi prese le spalle facendomi mancare l'aria, mi guardò negli occhi e poi il resto del corpo facendomi arrossire. «Torniamo a casa?» Mi chiese cercando di tornare allegro, e io annuii finendo di mangiare.
Rientrammo in casa mia dalla finestra cercando di fare il meno rumore possibile, ma non fu facile.
Entrando dentro la mia camera inciampai e entrambi scoppiammo a ridere. «Vuoi una mano?» Chiese cercando di tornare serio e io scossi la testa alzandomi e imbarazzandomi un po', mi avvicinai alla finestra e lui mi sorrise. «Allora buonanotte signorina» mi salutò. «Aspetta... vuoi, vuoi tornare a casa?» Chiesi tenendolo per una spalla, lui sembrò sorpreso e un attimo dopo scosse la testa. «Vuoi... restare a dormire qui?» Domandai arrossendo leggermente. «Certo» rispose stupito entrando immediatamente, sorrisi leggermente e lui si avvicinò a me lasciandomi un bacio sulle labbra che mi fece rabbrividire di gioia. «Devo mettere il pigiama» sussurrai staccandomi da lui ma scosse la testa, si allontanò leggermente e si levò la maglietta gettandola a terra, io arrossii immediatamente e subito dopo tolse anche i jeans rimanendo in boxer, mi sorrise e poi mi lasciò un altro bacio sulle labbra per poi andare verso il mio letto e mettersi sotto le coperte, mentre io rimasi lì immobile ancora stupita. «Vieni» disse e io mi avvicinai lentamente guardando il suo viso  illuminato dal sole appena spuntato.
Mi misi ai piedi del letto e mi sedetti incerta, lo guardai di nuovo e lentamente mi afferrai la maglietta per poi toglierla senza guardarlo, arrossii, poi mi alzai di nuovo e tolsi i pantaloni mentre sentivo i suoi occhi su di me, alzai lo sguardo e lui subito guardò dritto nei miei occhi mettendosi seduto e allungandosi verso di me mi prese per le braccia e mi tirò sopra di lui, i nostri visi a pochi centimetri di distanza, il suo respiro misto con il mio, il cuore cominciò a battere veloce e un attimo dopo le nostre labbra si incontrarono e la lingua di Ethan cominciò a giocare con la mia facendomi sentire viva, mi mise sotto di lui e cominciò a baciarmi il collo facendomi gemere leggermente, chiusi gli occhi e accarezzai le sue spalle mentre sentivo la sua mano sfiorarmi il petto e fermandosi a un tratto sul seno, si staccò immediatamente da me e mi guardò negli occhi. «Scusa» disse e io arrossii. «Non... non devi scusarti» risposi subito abbassando lo sguardo. «Posso toccarti?» Chiese, voleva esserne certo e io annuii. «No, Megan devi guardarmi negli occhi» disse deciso alzandomi il mento e costringendomi a guardarlo. «Si, puoi farlo» risposi quasi sussurrando guardando quel mare che aveva al posto degli occhi e lui sorrise, mi accarezzò una guancia e poi tornó a baciarmi facendoci passare l'alba più bella di tutta la nostra vita.

Una ragione per amarti 2 - tornerai?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora