Capitolo 16

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La mattina dopo mi svegliai davvero confusa, non dissi niente a nessuno del mio incontro con Ethan e nessuno se ne era accorto, forse ne avrei parlato con Emma e forse anche con Melanie, per loro di sicuro doveva essere sbagliato, scendendo le scale diedi il buongiorno a mia madre e lei mi sorrise come sempre, mi capiva davvero, lei mi appoggiava sempre in tutto e quando qualcosa non andava bene a mio padre lei cercava di convincerlo, mia madre era davvero unica, anche quando Ethan era venuto a stare da noi per quella estate, lei si prese cura di lui come una vera madre e quando andò via non gli diede nessuna colpa, disse che di sicuro lui aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di vivere da solo e, infatti, così aveva fatto, mia madre aveva avuto ragione, era una persona da ammirare, non giudicava mai nessuno e cercava di capire sempre tutti.
Dopo aver fatto colazione decisi di portare la macchina da Ethan ma anche per rivederlo, così mi misi in viaggio, durante il tragitto non accesi nemmeno la radio, guardai davanti a me avvolta nei miei infiniti pensieri, tra questi anche il college, dopo quella estate avrei lasciato la mia città, avrei lasciato anche questa situazione? Non potevo ancora saperlo, ma molte cose sarebbero cambiate.
Quando arrivai posteggiai l'auto di Warren e Ethan venne subito verso di me riconoscendo l'auto.
Scesi dalla macchina e lui mi salutò con la mano. «Diamo un'occhiata allora» disse sorridendomi ma io mi limitai ad annuire, la sera prima era stata davvero troppo sconvolgente e non sapevo bene come comportarmi, avevamo di nuovo avuto un contatto anche fisico ed era stato così intenso che mi aveva confusa davvero tanto.
Lo guardai in azione, stava controllando tutto, forse voleva essere davvero sicuro, si appoggiò su un braccio mettendo in evidenza alcuni muscoli che mi fecero arrossire, non era più un ragazzino, si vedeva dal suo corpo e questo mi faceva arrossire terribilmente. «Tutto apposto» disse riportandomi alla realtà. «Oh, ok... perfetto» risposi con le prime parole che mi capitarono, per poi cominciare a giocare con le dita delle mie mani. «Senti, io ho finito il mio turno per oggi, ti va se andiamo a prendere un caffè o qualcosa del genere?» Chiese stupendomi ancora. «Penso... penso di si» dissi, non avevo altro da fare e, sinceramente, mi andava di passare del tempo con lui, mi sorrise di nuovo e quasi svenni, poi mi fece segno di seguirlo e camminammo a piedi fino al bar accanto al meccanico.
Entrammo e notai subito che era un posto carino, i muri erano chiari e delle grandi finestre illuminavano tutto, ci sedemmo a un tavolo e subito ordinammo quello che volevamo. «Ti piace?» Mi chiese indicando il posto, io annuii, a qualsiasi ragazza sarebbe piaciuto.  «Bene, sono contento del fatto che tu abbia accettato» disse ancora sorridendo ma io non ricambiai, perché doveva fare così? Mi faceva sempre ripensare a come era prima, a quell'estate maledetta. «Tu...  tu fai così ma io... penso a come eri prima a quello che hai fatto» ammisi senza guardarlo negli occhi. «Ti ho chiesto scusa» rispose subito cercando il mio sguardo. «Lo so Ethan ma... insomma, è... è difficile non pensarci, io non capisco, perché adesso ti comporti così con me?» Domandai una volta per tutte, mi portavo quella domanda da molte settimane ormai. «Perché ho sbagliato, mi sei mancata Megan» disse con fatica facendomi alzare lo sguardo su di lui. «Cazzo se mi sei mancata» mi guardò dritto negli occhi e la sua mano prese la mia facendomi bloccare il respiro. «Sono stato un coglione ok? Lo sai benissimo» aveva messo da parte tutta quella cortesia, adesso mi stava parlando sul serio. «Non dovevo perderti, quando ti ho rivista con quello stronzo che adesso ti ha mollata ho capito che avevo sbagliato tutto» ammise stringendo la mano. «Dovevi... dovevi vedermi con qualcuno per capirlo?» Chiesi con la voce che mi tremava. «Non eri più mia, capisci quanto mi ha fatto male?» Era diretto, era così diretto, scossi la testa. «Non mi hai cercata per un anno, come faccio a credere a tutto questo?» Poteva mentirmi, lui non abbassò lo sguardo continuando a tenerlo sui miei occhi. «Perché per rivederti ancora ti ho chiesto se potevo rivedere la macchina del tuo ex, capisci? L'ho fatto nonostante quello» il suo tono era così sicuro che quasi mi faceva paura. «Sei così diverso da come eri quando ti ho conosciuto e da come eri quando mi hai lasciata, chi mi dice che non cambierai di nuovo?» Chiesi più sicura di me, lui abbassò lo sguardo e poi lo rialzò. «Non faccio sempre gli stessi errori Megan» rispose per poi tirarmi la mano verso di lui facendomi sporgere, mise una mano sul mio viso, mi guardò per un secondo negli occhi e poi poggiò le sue labbra sulle mie riscaldandomi ogni centimetro di pelle, la sentii bruciare e poi in un momento le sue mani furono sulle mie spalle facendomi avvicinare a lui, mi stava baciando, mi stava baciando sul serio, ed era giusto? Mi staccai immediatamente sfiorandomi le labbra, era stato un errore, lo guardai sconvolta e poi mi alzai in fretta cominciando a correre fuori dal bar. «Megan!» Lo sentii gridare ma io ero già lontana, correndo più veloce che potevo, raggiunsi la mia macchina e andai via, con il cuore che mi batteva all'impazzata, guidai e mi rimisi in strada, dovevo tornare a casa, mi sfiorai di nuovo le labbra e poi feci un respiro profondo per tranquillizzarmi, era stato sbagliato? Baciarlo mi aveva fatta sentire a casa.

Una ragione per amarti 2 - tornerai?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora