Capitolo 10

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DANIEL'S POV:

Trascinai il suo corpo esile verso la macchina tenendola per i fianchi e avvolgendole un braccio attorno la schiena. Sembrava fatta di cristallo, tanto fragile, era colpa mia, non dovevo invitarla alla festa. Sono stato una sera dietro a Sandy, che non ha fatto altro che provocarmi senza concludere nulla, fa così da quattro mesi, sta iniziando a stancarmi, non mi da gli esatti stimoli per farmi interessare di lei oltre a quanto lo sia per il momento, è la ragazza più bella della scuola e sono geloso quando qualcuno la guarda, però nello stesso tempo a volte mi da solo fastidio starle accanto.
Amanda iniziò a mugugnare risvegliandomi dai pensieri, aprì lo sportello per farla sedere dietro, ma si distese prendendo tutto lo spazio a disposizione. Rideva, biascicava, sembrava quasi come se non si fosse mai ubriacata in vita sua, stavo per chiudere lo sportello quando sentì: "Daniel sei il mio eroe", gli sorrisi e con un sospiro mi misi al volante. Sembrava una bambina, non era così fastidiosa, cercava di cavarsela in una città sconosciuta ed io non la stavo aiutando affatto, nonostante lei abbia cercato di essere gentile con me.

In meno di dieci minuti arrivammo a casa, sperai che la madre di Amanda sarebbe stata caritatevole con lei, altrimenti dovevo inventarmi qualcosa e non avevo la forza mentale in quel momento di pensare a una scusa plausibile, avevo bisogno solo del mio letto. Le luci della casa erano spente, era un buon presagio, mi voltai dandole piccoli colpetti sulla guancia per svegliarla, aprì gli occhi, aveva due pozzi azzurri che si inscurirono subito, sembrava vaga e persa. "Dai su, ti aiuto io", scesi dall'auto, cercai di aprire lo sportello lentamente, non volevo fare troppo rumore, la caricai sulle spalle, non credevo sarebbe riuscita anche solo a fare due scalini senza cadere. Facendo attenzione al pietrisco scavalcai la recinzione e percorsi il vialetto velocemente. Cinque minuti dopo Amanda era nel suo letto con gli occhi chiusi, i vestiti erano molto stretti, le segnavano la vita, avrei voluto toglierli, ma non avevo idea di come fare senza guardarla. Lasciai stare quel pensiero e mi alzai, non prima di di toglierle almeno le scarpe, stavo per lasciare la stanza quando le sentì dire qualcosa.

"Amy tutto okay?" Sussurrai per non farci sentire.

"Jayyyyyy" mugolò.

"Non sono Jay"

"Peccato.. Dio se bacia bene"

"Hai bisogno di altro? Altrimenti vado a dormire. Indovina domattina abbiamo scuola" ghignai. Non la porterò mai più ad una festa con me.

"Chi sei allora? Un lupo? Ei lupo ti va di stenderti accanto a me?" Rise come se avesse fatto una battuta. Ma quanto cavolo aveva bevuto?

"Sono Daniel Il Tuo Eroe" dissi ironicamente ricordando ciò che mi disse in macchina.

"Danieeeel, sono qui da due giorni e già inizia a piacermi Looondra, a volte sei davvero stronzo ma.."

"Ma?" Era buio, solamente uno straccio di luce entrava dalla fessura della finestra illuminandole metà viso, chiuse gli occhi e sorrise, così lasciai la stanza per farla riposare. Il peggio doveva ancor venire.

AMANDA'S POV:

Mi svegliai con un mal di testa forte, orribile e devastante direi, mi sentivo su una barca nel bel mezzo di una tempesta. Cercai di alzarmi lentamente e riuscire a stare in equilibrio in piedi, ma si rivelò un'impresa, tanto che caddi la prima volta. Mi alzai aggrappandomi a qualcosa e dirigendomi verso il bagno mi vennero i conati di vomito, era una sensazione orribile, non berrò mai più in vita mia, mi trattenni provando a rimandare la nausea indietro, odiavo vomitare, era come se fuoriuscisse pure l'anima.
Mi guardai allo specchio, ero un disastro, i conati improvvisamente si fecero più forti, tanto da non riuscire più a trattenere, così mi precipitai nel water a vomitare tutto quello che avevo nello stomaco.
Non so quanto tempo rimasi chiusa in bagno, credevo che sarei svenuta da un momento all'altro ma non accadde, mi spostai dando le spalle al muro e appoggiando la fronte calda e sudata sul piede del lavabo, chiusi gli occhi per riposare un attimo, quando li riaprì mi ritrovai davanti un ragazzo riccioluto e alto poggiato sullo stipite della porta con un bicchierone in mano e delle pillole sull'altra.

Niente é impossibile (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora