Capitolo 52

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AMANDAS' POV:

Sono le 5. Tra due ore sarò su quell'aereo pronta per andare a New York. Già, di nuovo a New York. Manhattan mi aspetta. Mia mamma é stata di nuovo chiamata dove stavamo prima di trasferirci qua. Mi sono alzata presto per poter passare dalla scuola e lasciare una lettera dentro l'armadietto di Daniel. Questo ragazzo, é così orgoglioso, ma nonostante tutto quello che abbiamo passato lo amo così tanto, non volevo che le cose andassero così, ma non sono stata io ad evitarlo. Questo volo mi porterà lontano da lui, per sempre.

Salgo in macchina e ci dirigiamo verso l'aereoporto.

DANIEL'S POV:

7.30
Sono davanti la scuola. Osservo questa strana struttura, mi ha portato tante emozioni, una di queste é Amanda. Amanda, il suo dolce nome, il suo buon profumo, non riesco piú a evitarla, oggi ho intenzione di parlarle e chiederle scusa per come l'ho trattata. Sono davvero stato stronzo, ma il mio orgoglio mi impedisce di fare pace prima. Oggi avrò una partita, ho intenzione di vincere a tutti costi, a quel punto andrò da Amanda e la bacerò davanti a tutti, mi metterò in ginocchio chiedendole scusa. Sono sicuro che del mio gesto riderà, sarò ridicolo, ma lo faccio per lei, e per vedere quel dolce sorriso spuntarle sulla faccia.

Vicino al campo c'é Marcus che chiacchiera con altri ragazzi, Marcus é un ragazzo che fa parte della mia squadra di calcio, prima di andare da lui per dirgli una cosa della partita, vado verso il mio armadietto, devo alleggerire questo zaino. Apro l'armadietto, poso i libri e lo richiudo. Faccio per andare via ma la mia attenzione viene attirata da una busta per terra. Gratto il capo, mi abbasso la afferro e vado verso il muretto del cortile. Mi siedo per terra mentre fisso ancora questa busta. La apro e comincio a leggerla.

Ciao Daniel,
so che odi il classico "caro", così, l'ho sostituito con un semplice ciao. Quando leggerai questa lettera probabilmente sarò sull'aereo da un pezzo. Adesso sarai sorpreso dopo aver letto "sarò sull'aereo da un pezzo". Già, hai letto bene, sono su un'aereo diretto a Manhattan, ritorno a New York, ho cercato di dirtelo, ma me lo hai impedito, é questa é stata la cosa che mi ha ferito maggiormente, ho cercato di parlarti in tutti modi e mi hai evitato. Mi dispiace, sai che non é colpa mia, non sceglierei mai di vivere lontano da una persona che amo. Tu mi hai fatto vivere delle emozioni che erano assenti nella mia vita, ho provato così tante cose nuove, e non potrò mai ringraziarti abbastanza. Mi sono innamorata di te da quando ho varcato la soglia di casa tua, ho iniziato subito a pensare ai tuoi occhi meravigliosi. A quel sorriso che avrebbe fatto cadere qualunque ragazza ai tuoi piedi, io non volevo essere come loro, ma mi sono innamorata, inaspettatamente. Mi hai evitato, e questo mi ha fatto male, piú di una parola, piú di un pugno sullo stomaco. Volevo solo prenderti per mano, dirti tutto, guardarti negli occhi e dirti che un giorno ci rivedremo. Sì, io ci credo in noi, ne abbiamo superate così tante, possiamo anche superare questa. Magari un giorno per le strade inglesi, in banca, in una discoteca, in un parco, i nostri occhi si rincontreranno, scatterà di nuovo quella scintilla spenta dal giorno in cui sono partita lasciandoti una lettera; forse sarai sposato, forse troverai un'altra ragazza da amare con tutto te stesso, ti auguro solo il meglio dalla vita. Io il meglio l'ho avuto da te, e mi é bastato. Forse starai un pó male all'inizio, ti diranno che passerà, e che il dolore diminuirà, dopo aver attraversato quel vuoto che scaverà nello stomaco, creandoti un vortice da farti sentire male. Ma passerà, piano piano il dolore svanirà, e ti cambierà. Ma tu cerca di non cambiare, io ti amo così come sei, i tuoi amici ti vogliono bene così come sei, non cambiare mai Daniel. Io ti ho amato davvero Daniel, e non saprei immaginare come si possa amare di piú di quanto ti abbia amato. Non mi sono mai sentita così viva. Portami sempre nel tuo cuore. Ti amo. Tua Amanda.

No no no. É solo uno scherzo. No, non voglio crederci. Stringo la lettera talmente forte che temo di strapparla, da quando ho iniziato a leggerla le lacrime non hanno fatto altro che scivolare sulle mie guance, mi sento una merda, come ho potuto evitarla? Cazzo, porca troia, mi sento un inutile merda. Sono le 8. La campanella é suonata da un pò, sono imbambolato con la lettera in mano. Sono combattuto tra lo strapparla e bruciarla o conservarla. Tutto e andato a pezzi dentro di me, il mio fottuto cuore é in frantumi. Non riesco a muovermi, vorrei raggiungerla e fermarla. Ma ormai é tardi, davvero troppo tardi. Quanto posso essere stupido. Mi alzo e inizio a prendere a pugni un tronco accanto a me. Le nocche mi bruciano ma non sento nessun dolore, nessuna emozione. Come farò a vivere senza di lei? Era il mio respiro. Le nocche mi sanguinano ma non sento nulla. Un pò piú in là intravedo Alexis rannicchiata in un angolo che piange disperata. Prendo una sigaretta, la accendo, faccio due tiri per calmarmi, vado verso di lei, alza gli occhi rossi e gonfi, le passo la sigaretta e me ne vado via.

Niente é impossibile (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora