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12

È passata una settimana dall'incontro infuocato nel boschetto, giorno più giorno meno.
Una settimana proficua e tranquilla. Quella sera sono tornata a casa e sono scoppiata a piangere, sono proprio caduta in basso. Mi faccio schifo da sola. Ho pensato e ripensato che questa vendetta mi sta consumando. È vero sono ferita e tutto il resto, ma andare a letto con lui, per poi spezzargli il cuore è davvero troppo. Il punto è che adesso non posso tornare indietro. Ma non lo voglio più. Stare con lui mi ha fatto capire che, se anche ha sbagliato, forse merita il perdono. Dovrei affrontarlo e dirgli tutta la verità, ma siccome sono codarda continuo a fingere. E a mantenere questo terribile segreto. Quando siamo insieme sono sempre sorridente, per non farlo insospettire, ma quando torno a casa sono rosa dai dubbi e dalla mia coscienza che non perdona.

Ieri pomeriggio, mi è arrivato un messaggio di Gloria, me ne ha dette di tutti i colori, in fondo non sono meglio di lei. Anche io l'ho tradito e forse il mio, di tradimento, è quello più imperdonabile. Mi domando spesso cosa fare e come uscire da questa storia. Non trovo risposta alle mie domande.
Anche la mamma ha notato che c'è qualcosa che non va, la vedo che mi scruta attenta, ma non ho il coraggio di rivelarle che persona infida e meschina io sia diventata. Decido di andare a fare un giro per schiarirmi le idee. Esco di casa e decido di andare in un giardino.
Mi avvio camminando lenta, persa nei miei pensieri, quando una voce, che sulle prime non riconosco, mi apostrofa:
"Guarda guarda chi c'è, la piccola Moore! Sei diventata proprio un bel bocconcino, non c'è che dire."
Alex, tra tutti proprio lui dovevo incontrare. 
"Ciao Alex, come va?" Chiedo, apatica.
Il suo sorrisetto, strafottente, sparisce.
"Stai bene? Sembri persa, angosciata", gentilmente domanda.
"A dir la verità non sto bene affatto. Ma non preoccuparti, passerà. Grazie per esserti interessato, adesso vado, ciao" mi accomiato. Riprendo a camminare ma lui mi segue.
"Non ti posso lasciare così, praticamente sull'orlo di una crisi. Adesso ci prendiamo un gelato e mi racconti che succede." Non l'ho mai visto così, ma in fondo anche io sono cambiata.
Ci sediamo su una panchina all'ombra di un vecchio olmo, mentre mi tormento le mani e lui mangia il gelato.
"Sputa il rospo, che ti tormenta?" Ha azzeccato la parola, sono proprio tormentata.
"Alla fine è solo una sciocchezza: mi piace un ragazzo e non so se davvero è interessato o finge solo per portarmi a letto." Mento spudorata. Non mi fido di lui, per nulla.
"Beh anche se lo capisco, sei stupenda è ovvio, magari gli piaci davvero. Hai tante qualità, non pensare che la gente stia con te solo per l'aspetto." Mi stupisce di nuovo. E se non fosse così male come dicono?
"Beh può darsi, magari gli darò un po' di tempo, prima di giudicare. Grazie mi sei stato davvero utile." Ci salutiamo con la promessa che gli faccia sapere com'è andata. 
"Tutti i mercoledì al golf club, se non sai dove trovarmi" mi ha detto. Non credo che lo cercherò, devo cercare una soluzione e poi voglio davvero stare con Dimi.
Decido di fargli una sorpresa, così vado a casa sua a piedi. So che tiene le chiavi di scorta sotto il tappeto, le prendo ed entro.

"Ti prego, io lo so che mi ami. Non puoi essere davvero innamorato di lei" Gloria! A casa del mio ragazzo. Vado su tutte le furie e faccio un passo, ma vengo bloccata dalla risposta di lui.
"Che la ami o no è irrilevante. Tu mi hai tradito ed io non ti voglio più vedere".
Perchè non gli ha detto la verità, che mi ama, perchè gli ha fatto credere che io sia solo una ripicca visto che lei lo ha ferito? Non mi spiego. Scappo via, senza farmi sentire. 
Corro fino a casa e, una volta in camera, scoppio in singhiozzi. Mi ha fregata ancora, si è preso gioco di me, ancora una volta. Se avevo deciso di lasciar perdere, dopo tutto questo, non avrò più ripensamenti.
Domani è mercoledì, andrò al circolo per iniziare il mio nuovo piano di vendetta nei suoi confronti. E stavolta non avrò pietà.