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"Ti meriti tutto quello che ti ha fatto" sono le parole che pronuncia, prima che la sua mano mi colpisca. Sono sbalordito.
In tutti questi anni, mai avrei pensato che fosse capace di un gesto simile.
Irina mi sta guardando furibonda.
Le labbra chiuse in una linea sottile.
"Sei solo uno stupido e un arrogante. Mi vergogno di te. Fortuna che il mio povero marito sia morto. Altrimenti gli avresti spezzato il cuore."
Mi guarda con odio ed io assimilo, nonostante i fumi dell'alcol, quelle dure parole.
"Mi dispiace Irina", mormoro.
"Prega il tuo Dio che non le succeda nulla. Perché se così non fosse, dovrai vedertela con me. Ed io non sono mia figlia!" Conclude andandosene. Resto a bocca aperta..Tutti mi fissano.
Me ne devo andare, la devo cercare. Devo spiegarle.
Esco di corsa da quella casa e in strada mi piego in due e vomito.
Per tutte le cattiverie che le ho detto. Sono diventato peggio dei bulli che la infastidivano.
Ma il suo tradimento mi ha sconvolto. Più che altro perché ha scelto Alex.
Con chiunque altro avrei potuto venire a patti, ma lui no.
Questo non giustifica il mio comportamento.
Dio, che ho fatto! Ho svelato a tutti che era stata alla clinica.
La mia bassezza non ha limite.
Complice l'alcol che mi ha sciolto la lingua.
Entro in auto e corro...
Giro tutta la notte per tutta la città, senza risultato. Alla fine, decido di andare a casa sua.
Il cancello è aperto e due auto di pattuglia sono parcheggiate davanti casa. Mi si ferma il cuore.
Mollo la macchina e mi fiondo dentro. Il sole sta sorgendo.
Irina, sul divano, è disperata e in lacrime. Un detective le sta assicurando che la troveranno.
"Irina...", non mi permette di finire.
Si alza come una furia e mi si fa incontro, il dito puntato.
"È tutta colpa tuaaaa! L'hai umiliata davanti a tutti! Le hai portato via tutto quello che era riuscita a conquistare in questi mesi! Ti odio, bastardo. Ti odioooo."
Urla, accasciandosi su di me.
La stringo e comincio ad accarezzarle la schiena, per calmarla.
"La troveremo vedrai. Si sistemerà tutto. La implorerò di perdonarmi e aggiusteremo tutto."
Ma non sono convinto nemmeno io. Non mi perdonerà mai. Non dopo tutto questo.
La porta si apre, piano, e la vedo.
È distrutta, devastata. Irina le si getta addosso e la stringe. Non ricambia. Mi guarda soltanto.
Il detective le dice qualcosa e lei scuote la testa.
Dice qualcosa ai colleghi, mi guarda male e se ne va.

"Taiana io..", ci provo.
"Stai zitto. Vattene da questa casa e non tornare mai più." È gelida.
I suoi occhi, mentre lo dice, ancora di più.
"Ti prego fammi spiegare", provo a convincerla. Sorride beffarda.
"Non mi devi spiegare niente.
Sono riuscita nel mio intento.
Ti ho rigirato come un babbeo.
La mia scena di qualche giorno fa era finta. Non mi è mai importato di te. Volevo solo vendetta.
E per la cronaca, Alex è davvero meglio di te. Ero sicura che non avrebbe perso tempo, che alla prima occasione, avrebbe vuotato il sacco."
Cosa? Non è possibile. Cerco sul suo viso un segno, un cedimento.
Trovo solo freddo, gelo e calcolo.
Il cuore finisce di spezzarsi.
Le lancio un'ultima occhiata e me ne vado.
Per sempre.

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