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4 giorni dalla video chiamata.
Giorni in cui mi sono resa irreperibile, non ho risposto alle chiamate e ho chiesto di dire che non ero disponibile, quando veniva a suonare a casa. Il mio piano sta andando alla grande, lo terrò sulle spine e poi gli concederò del tempo da passare con me.
Gli farò vedere che sono una ragazza da amare e rispettare, poi lo pugnalerò dritto al petto.

Sto correndo, devo tenermi in forma, è diventata un ossessione per me la forma fisica. Mangio poco e sano, faccio esercizio tutti i giorni. A volte rimpiango quando mi curavo poco e punto, quando non smaniavo per essere perfetta. Ma quelli erano i vecchi tempi, mi dico, tempi in cui ero costantemente derisa, mortificata. Dalla scrofa soprattutto. Ricordo ancora il giorno del mio sedicesimo compleanno, la torta stava entrando, bella, grande e molto farcita come piace a me.
Tutti cantavano in coro e Dimitri mi era vicino, come sempre. La scrofa non ha gradito che l'attenzione di lui fosse solo per me e quando mi sono mossa, per andare a spegnere le candeline, mi ha fatto uno sgambetto. Sono finita praticamente distesa sulla torta. E tutti intorno ridevano di me, mi additavano.
Sentivo le loro parole: cicciona, palla di merda, scaldabagno. Ogni parola si portava via un pezzo di me. Poi due mani gentili, familiari, mi hanno rimessa in piedi ed abbracciata.
"Questo regalo è per te, per ricordarti ogni giorno quanto tu sia unica e speciale." Ha detto, mettendomi in mano un pacchettino, dopo che mi ero ripulita.
Una foto di noi due, al campeggio. Io ridevo seduta sulle sue gambe e lui mi guardava intenerito. Ho amato quella foto, fin da subito. La ho ancora, tutte le sere prima di dormire la guardo e ricordo i momenti in cui con lui ero felice. Prima che spezzasse in me qualcosa, che non ho più potuto rimettere insieme.
Corro ancora più forte, sperando di scacciare questi ricordi. Sì, li voglio scacciare perché quando emergono mi fanno passare la voglia di vendicarmi. Ma mi ha fatto troppo male, tutti lo hanno fatto. Non posso fargliela passare liscia.

Arrivo al cancello e mi rendo conto di aver corso così veloce, che molto probabilmente ho battuto il record di Bolt! Digito sul tastierino il codice per entrare, sto per farlo, quando una voce mi interrompe.
"Prima mi dici quelle cose e poi sparisci! Taiana dobbiamo parlare!" Non so se voltarmi o scappare. Opto per la prima opzione.
"Senti Dim non è che sto facendo la preziosa, solo che mi sono resa conto di essere stata ingiusta. Insomma tu hai la tua vita, una fidanzata. Ed io non sono nessuno per sconvolgerla. Tranquillo, so gestire i miei sentimenti per te, l'ho sempre fatto. Starò bene, non ti devi preoccupare, sono grande ormai posso badare a me stessa!" Dico tutto insieme, quasi da rimanere senza fiato.
"E quello che voglio e provo io, non conta niente per te? Magari a me va che tu mi sconvolga la vita. Magari voglio passare del tempo con questa nuova Tai, conoscerla, scoprirla. Che male c'è?" Mi chiede.
"C'è invece il male. Mi daranno della poco di buono, della rovina famiglie. Sono stata già abbastanza penalizzata in questi anni. Non ho più voglia di combattere. Voglio una vita serena, con un uomo che amo e che mi ami. Tu appartieni ad un'altra, e da lei devi tornare", quasi grido. Un fondo di verità in quelle parole c'è. Vorrei, o almeno avrei voluto, una vita così. Con lui, però. Ma non sarà mai possibile, anche se riuscissi a passarci sopra, i ricordi mi tormenterebbero. Continuerei a sentire quelle parole nella mia testa.
"Io non appartengo a nessuno, non sono un oggetto. Sono una persona, un uomo. E come tale, ho il diritto di scegliere cosa fare della mia vita" ragiona avvicinandosi.
"Voglio solo una possibilità Taiana, solo una. E comunque io e Gloria non stiamo più insieme. L'ho lasciata due giorni fa, quando mi sono reso conto che pensavo più a te che a lei. Quando ho capito che il tuo non farti trovare era come un pugnale nel petto."
Resto senza parole, il mio piano sta procedendo troppo in fretta. Gli ci è voluto poco a lasciarla. Pensavo ci mettesse di più. Che faccio adesso? Sarà meglio che vada a riordinare le idee. In questo momento sono troppo presa da ciò che ha detto, potrei commettere un passo falso.
"Senti, facciamo così: adesso vado a casa e ci penso un po' su. Appena ho preso una decisione ti chiamo, ok?" Dio, ti prego, fa che accetti!
"Ok, mi sembra giusto. Ma lo sai che non sono un tipo paziente, stasera alle 21:00 collegati a Skype. Per quel momento voglio una risposta!" Mi intima. Poi mi si avvicina di più e sfiora le mie labbra. Ho come la sensazione di essere stata colpita da un fulmine, vista la scarica elettrica che mi ha pervasa.
"A più tardi Tai", si congeda strizzandomi l'occhio, se ne sale in macchina e va via sgommando.

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