Weird

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 "Signorina? siamo arrivati. Sono 8 dollari e 35." Il conducente del taxi mi svegliò dal mio sonno di breve durata. Mi stropicciai gli occhi stancamente e cercai intorno i soldi, ritrovandomi a mani vuote. Quello mi colpì: i ragazzi avevano preso tutte le mie cose il giorno del mio rapimento, inclusi il mio portafogli, la mia borsa e il mio cellulare. Non li avevo più visti da quel giorno.

"Umh... Potrei entrare un attimo a chiedere dei soldi, per favore? Ho dimenticato di portarli con me. Ci vorrà solo un minuto." Chiesi, timidamente. L'autista mi sorrise e annuì. Sospirai un grazie e uscì dal taxi.

Salì i tre gradini di fronte alla porta di casa e bussai. Nessuno rispose. Bussai di nuovo. Sentì la serratura scattare e vidi la maniglia girare. La porta si aprì rivelando Kristen che appariva molto stanca.

"Perché sei qui, a quest'ora della notta, vestita così?" Chiese con voce roca. Mi guardai per un istante tornando poi a guardarle negli occhi.

"Te lo spiegherò dopo, ma ptresti prestarmi dieci dollari? Devo pagare il tassista e non ho soldi." Dissi velocemente. Lei guardò dietro di me il taxy, cercando nella tasca del suo pigiama nero. Mi diede i soldi.

"Grazie." Sussurai, prima di correre giù per le scale. Raggiunsi la macchina e lanciai dentro i soldi dal finestrino. "Tenga il resto." Gli dissi. Lui annuì, chiuse il finestrino e partì. Raggiunsi e abbracciai Kristen.

"Grazie Kris, mi hai salvato la vita. Ma perché hai dei soldi nel tuo pigiama?" Non potei fare a meno di chiederle, prima di entrare in casa.

"Non si è mai troppo prudenti, lo sai. Potrei essere rapita con il mio pigiama indosso per quanto mi riguarda." Lei mi disse di chiudere la porta. Il mio sangue si gelò. Perché ha fatto quel riferimento? Non le ho nemmeno detto che sono stata rapita. Pensai, diventando molto più sospettosa del modo di agire di Kristen. Sembrava al limite quando aprì la porta, ma lei non mi fece le domande giuste. Sarebbero dovute essere domande come: "Dove sei stata?" "Stai bene?" "E' successo qualcosa?"

"Allora, perché sei qui, in questo momento della notte, vestita per una festa?" Ripeté Kristen, tirandomi fuori dai miei pensieri. Ero sul punto di raccontarle tutto ma lei mi zittì. "Non qui." Mi portò via dall'ingresso verso la cucina, facendomi sedere attentamente su una sedia, come se fossi una persona scappata da un ospedale pediatrico. Continuava a fissarmi stranamente, ma provai a ignorarla e iniziai la mia spiegazione.

"Beh..." La suoneria di un cellulare mi interruppe bruscamente. Mi disse di apettarla, afferrò il telefono e uscì dalla cucina andando in salotto. Le due camere erano separate da una porta semi-trasparente, così potei sentire parte della sua conversazione con la persona in linea.

"Pronto?" La sentì chiedere dall'altro lato della porta di vetro. "Hey! Ho capito. Si. Perché? No. Domani. Bene." Riattaccò e tornò in cucina con un sorriso gioso.

"Chi era?" Non potei fare a meno di chiedere. La sua faccia cambiò espressione immediatamente, ma restando allegro.

"Non importa. Perché non dormi qui 'sta notte? I miei non ci sono ed è l'una di mattina. Devi restare."

"Ma..." Iniziai a protestare. Si stava comportando troppo stranamente per i miei gusti.

"Niente ma. Mi dirai tutto sulla tua piccola avventura domani, quando saremo entrambe in perfetta forma."

"Bene. Io prendo il divano." Abbandonai.

"Sei sicura?"

"Si." Non voglio che mi accoltelli nel sonno. Aggiunsi mentalmente. Mi scortò in salotto.

"Allora ti prendo delle coperte e un pigiama. Non vorrai andare a letto vestita così." Disse Kristen, prima di andare nella sua stanza. La sentì cercare qualcosa, tornò con un paio di coperte in mano. Me le porse e io li misi sul divano. Poi tornò in camera sua.

"Puoi indossare questo." Mi porse, con mio errore, una t-shirt con stampati i One Direction in topless e pantaloncini con delle piccole carote disegnate. *

"Seriamente?" Dissi, leggermente irritata.

"I-Io pensavo li a-amassi. In ogni caso, non ho nient'altro, quindi... Puoi andarti a cambiare in bagno. Buona notte." Finì inciampando leggermente nelle sue parole, guardando un po' sorpresa.

"Mi dispiace, sono solo molto stanca." Cercai di coprire. Lei annuì e andò nella sua stanza. Semplicemente fantastico. Non mi preoccupai di andare in bagno. Mi tolsi il vestito e tutti i gioielli e, a malincuore, misi il pigiama. Mi sdrai sul divano sospirando. Mi rotolai in alcune coperte.

Forse le cose torneranno presto alla normalità. Pensai, lasciando che le mie palpebre pesanti si chiudessero e mi portassero nella città dei sogni.   

Prisoner of my own body (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora