Contracts

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Ero troppo eccitata. Mia mamma, meravigliosa mamma, mi aveva preso i biglietti VIP per un meeting privato con i One Direction. Stavo aspettando inquieta in un corridoio rumoroso, in fila con i miei migliori amici, il nostro turno si avvicinava molto rapidamente.

Mi ero vestita abbastanza casualmente per l'occasione: jeans scuri con le scarpe dei One Direction blu e una canotta blu cerulea con dei fronzoli. Avevo aggiunto un po' di gioielli qua e là e i miei capelli castani erano legati in una treccia laterale alla francese. Non c'era modo di farmi lasciarmi i capelli sciolti, la mia frangia non smetteva di darmi fastidio e io non potevo sopportare di vivere con quella in un momento cruciale della mia vita.

Avevo anche una borsa nera a tracolla in cui avevo messo robe da ragazza come soldi e cellulare. 

L'occasione era così speciale che i miei amici ed io avevamo deciso di andare semparatamente in modo da avere del tempo da sole con i nostri cinque idoli. Kristen era già passata e Amber era dentro. Fui l'ultima a passare di noi tre, avevo una tensione altissima adosso.

Improvvisamente la porta si aprì e ne uscì Amber tutta rossa e imbarazzata.

"Allora entro Kristen" mimò un si con la bocca, dandomi un timido pollice in su. Curioso, pensai. Entrambe erano passate, uscendo tutte rosse e accaldate. Cosa sta succedendo là dentro? Improvvisamente diventai molto nervosa mentre mi spingevano all'interno della stanza da cui Amber era appena uscita. La porta si chiuse dietro di me. Eccoli lì, seduti su un divano, mi guardavano. Ero sgomenta. C'era qualcosa di sbagliato però: mi stavano praticamente spogliando con gli occhi. Imbarazzante.

"Ehi, io sono Sophie!" Dissi. Ma prima che io potessi aggiungere qualcos'altro, i ragazzi usarono un linguaggio segreto e Harry mi mandò una frecciatina.

"Mi dispiace cara, ma dobbiamo andare. Non abbiamo tempo per parlare con te." Mi fece un falso sorriso triste. I miei occhi già pungevano per le imminenti lacrime. Il rifiuto mi colpì duro, così mi voltai indietro per uscire e per nascondere le lacrime. E' tutto ok, Soph. Hai solo scelto il momento sbagliato. Non ti odiano. Cercai così di calmare me stessa.

Aprii la porta per tornare dalle mie amiche, ma non lo feci. Non appena mi girai di schiena sentii un mormorio di voci, uno scalpiccio di piedi e uno straccio umido venne premuto sulla bocca.

In shock, smisi di respirare e lottai contro le più mani.

"Forza... Respira e andrà tutto meglio." La voce di Niall mi incoraggiava dolcemente nelle orecchie. Volevo rispondere, ma dovevo respirare per poterlo fare. I miei occhi si chiusero senza il mio permesso, la mente divenne immediatamente confusa, e i miei riflessi storditi fino a che non resistetti più.

"Brava ragazza." Sentivo la voce dall'accento irlandese lontana.

Delle mani afferrarono la mia testa prima che toccasse terra.

-

Mi risvegliai, ero sdraiata in una casa che non conoscevo. Non sapevo il perché ma i miei capelli erano sciolti, a differenza di come li avevo lasciati. Già, prima di essere attaccata dai One Direction. Questo mi sembrava strano.

Scossi un po' la testa e guardai fuori  trovando il cielo cupo e piovoso. Le voci nella stanza accanto a quella in cui ero erano stranamente familiari, ma non volevo avvisare i miei rapitori di essermi risvegliata.

In silenzio, mi diressi fuori sotto la pioggia, dimenticandomi di chiudere la porta dietro di me dolcemente: Bang! Il tonfo dei piedi e delle snervanti voci maschili ruppero lo spaventoso silenzio. Mi lanciai in una corsa, ma solo dopo un paio di metri ero distrutta e venni spinta nel terreno fangoso.

"Dove credi di andare?" Disse strascicando con un forte accento britannico. Girai la testa e incontrai Louis, Zayn, Niall e Liam.
Sentii delle mani afferrarmi per le spalle e sollevarmi con attenzione facendomi tornare sui miei piedi. Mi voltai per vedere a chi appartenessero e incontrai gli occhi verdi e affascinanti di Harry.

Prisoner of my own body (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora