Tornai alla birreria quando il sole fu direttamente sopra la mia testa, riscaldando il cortile fino a farlo andare a fuoco. Mary mi vide entrare e si pulì la fronte umida con il grembiulino, inclinando leggermente la testa.
"Liam ha chiesto di te," disse, aggiungendo, "È passato questa mattina."
Pa, che era dall'altra parte della stanza, alzò il mento, offrendomi un grande sorriso. Mi avvicinai a mia sorella, avvolgendo le braccia intorno a lei. "Va tutto bene?"
Annuì, baciandomi sui capelli. "Stai facendo attenzione?"
Incontrando i suoi occhi, ghignai tristemente, "Non è un po' troppo tardi per questo?"
Scoppiando a ridere, scosse la testa come se mi stesse rimproverando. "Sai cosa intendo."
"Già," le dissi. "E sì, sono attenta. O almeno, ci sto provando."
Con un sorriso, uscii e mi diressi verso la panetteria, sbirciando nella stanza scura e fresca. I forni erano silenziosi, decine di pagnotte erano state messe a raffreddare sul caminetto. A quanto pare, sabato c'era silenzio ovunque. "Liam?"
Fece un passo avanti, uscendo così dall'ombra, e camminò verso di me con un piccolo sorriso. "Catie." Chinandosi, mi baciò sulla guancia. "Stai bene, ragazza? Eri a fare una passeggiata?"
Annuendo, gli dissi, "Sì."
Lo guardai mentre esaminava il mio aspetto, i suoi occhi scrutarono lentamente la mia faccia. Poi mi accorsi che, prima di andarmene, non avevo neanche pensato a sistemarmi. Le trecce che mi ero fatta con attenzione erano probabilmente sul punto di sciogliersi, le mie labbra erano gonfie e rosse.
Sentii un certo calore sulle guance. "Sono in disordine, marito mio?"
Lui rise, allungando la mano per riordinarmi i capelli. "Un po'."
Sentii le lacrime bruciarmi gli occhi, cosa che sorprese entrambi. "Non ti disturba?" Chiesi con un accento forte mentre la mia gola sembrava chiudersi.
Liam scosse la testa, accarezzandomi la guancia con il pollice. "Non possiamo scegliere chi vuole il nostro cuore."
Fissai il suo volto infinitamente gentile.
"Non capisco come tu possa essere così gentile. Come tu possa condividere tua moglie."
"Non è poi così difficile." Quando mi sorrise e mi baciò dolcemente prima una guancia e poi l'altra, mi accorsi che il suo affetto e il suo cuore non appartenevano veramente a me.
"Dimmelo," sussurrai, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. "Dimmi come tu possa essere felice."
Questo lo fece ridere. "Sei una brava ragazza e sono felice di prenderti nel mio letto, di rivendicarti come mia moglie. Come potrebbe un uomo disapprovare la mia fortuna?"
"Liam..." Sapeva sicuramente cosa intendevo.
Mi strinse a lui, ammettendo con un sussurro, "Ma sì, il mio cuore appartiene a un'altra. Da molto tempo. E per questo, chiedo il tuo perdono, Catie."
"Per favore, dimmelo. Chi è? E perché mi hai sposata se non dovevi farlo?"
"Te lo dirò quando sarà possibile." Posò le mani sulle mie spalle, indietreggiando per incontrare i miei occhi. "Ti fidi di me?"
Annuii. Mi fidavo implicitamente di lui.
"Allora andrà tutto bene, Catie." Fece un passo indietro, ghignando. "Ora fatti una doccia. Passiamo la notte con i nostri amici, va bene?"
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Domanda:
Secondo voi, chi ha il cuore di Liam?
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No Fury [Italian translation]
FanfictionIl principe nacque nella lussuosa camera della madre tre giorni prima che io emergessi sul pavimento squallido della birreria. Lui faceva parte della famiglia reale . . . lei no. Ma l'amicizia segreta che nacque tra i due durante l'infanzia, divent...