Non vidi Harry per un'altra settimana, non vidi neanche Douglas in giro.
Nel frattempo avevo creato un milione di storie.
Si era innamorato di lei.
Pensava mi fossi innamorata di Liam.
Lei era malata, stava morendo e lui sarebbe stato libero di nuovo.
Lui era malato, stava morendo e non trovava la forza di dirmelo.
Quindi, quando un sabato mattina riuscii a scappare, ero un groviglio di nervi e ansia, mentre attraversavo il campo e facevo avanti e indietro nell'attesa di un suo arrivo.
Lì fuori regnava quasi il totale silenzio, dato che il vento batteva sull'erba alta e sollevava le foglie dal terreno. Feci avanti e indietro davanti al nostro albero, cercando di sentire i suoi passi per quella che sembrò un'eternità.
Il sole si sollevò dalle colline e illuminò il campo, che sembrava allungarsi sempre di più.
Infine, in lontananza, vidi una testa di ricci scuri muoversi a lunghi balzi. Cadde nell'oscurità del bosco, come se avesse attraversato una tenda invisibile per entrare nel nostro mondo e a me sembrò di respirare per la prima volta in tanti anni.
Lo raggiunsi a metà strada, gettando le braccia intorno al suo collo, tirandolo giù, giù e giù.
Le sue lunghe braccia mi avvolsero come se non volesse mai più lasciarmi.
"Non posso sopportarlo," disse, premendo le labbra contro il mio collo. "Non penso a nient'altro che a te."
Dentro, mi faceva male tutto. Ora sapevo che potevo sopravvivere: potevo respirare, potevo mangiare, potevo dormire. Potevo anche sorridere e ridere. Ma lì, in quel momento, mi sembrava di scendere da un palco e di tornare alla mia vera vita. Lì, potevamo toglierci le maschere.
Ci sdraiammo sull'erba alta. Le sue mani si avvicinarono al mio viso, afferrando la mia mascella mentre mi guardava, cercando di ricordare.
"Come stai?" Chiese a bassa voce.
"Sto bene."
Non riuscii subito a dare un senso ai suoi lineamenti. La pelle liscia, gli occhi luminosi, il sorriso sporco. Cosparsi il suo viso di baci: le sue labbra, le sue guance, il suo mento, i suoi occhi chiusi.
Facendo scorrere il dito lungo il suo sopracciglio, chiesi, "E tu, amore mio. Stai bene?"
"Sto meglio sapendo che ti sta trattando bene. Mi hanno assicurato che Liam è piuttosto buono con te."
Mi chiesi brevemente come facesse a saperlo, ma lasciai perdere. Volevo dirgli che Liam sapesse di noi, ma non volevo rovinare quel nostro momento.
"Lo è. È molto buono con me. Ma dimmi: come sta tua moglie?"
Facendo spallucce, Harry ammise, "Viviamo vite alquanto separate. Non è così male. Finiremo in una routine di semplici estranei, penso."
Mi guidò intorno all'albero, tirandomi sull'erba alta con lui. Mi aspettavo che mi chiedesse perché non ero andata da lui, ma non lo fece. Si limitò a farmi stendere e a coprirmi dal sole mentre si appoggiava su di me come se fossi un tesoro.
"Occhi: ancora maliziosi. Labbra: intatte," disse, baciandomi una volta. "Collo: rimane pulito e perfetto. Seni: più pesanti. Oh Signore." Si piegò, baciando i punti più sensibili. "Il mio bambino: sta crescendo." Le sue mani mi abbassarono la gonna, mentre le sue labbra incontrarono il mio ombelico. "E più giù... cos'abbiamo?"
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No Fury [Italian translation]
FanficIl principe nacque nella lussuosa camera della madre tre giorni prima che io emergessi sul pavimento squallido della birreria. Lui faceva parte della famiglia reale . . . lei no. Ma l'amicizia segreta che nacque tra i due durante l'infanzia, divent...