James riuscì a malapena ad avvicinarsi per mettere i punti sul mio labbro, a causa della presenza ingombrante di Harry, che allungava le mani per arrivare a me.
Mentre io mi sentivo inutile, stesa prona sul divano di James: sussultavo, il mio respiro era irregolare ed espiravo singhiozzi continuamente. Non riuscivo a calmarmi.
"Catie," tubò James mentre mi alzava la gonna per controllare la mia gamba. "Shh, ragazza. Respira. Shhh. Ci sono io."
"Fammi vedere la ferita," ringhiò Harry.
"Spostati, giovanotto," esortò James, spingendolo delicatamente. "Vorrei occuparmi di lei."
Harry si allontanò, con gli occhi spalancati e fissati su di me, poi si girò, afferrando un vaso e lanciandolo dritto contro il muro. Si ruppe con un rumore assordante, ma James si mosse a malapena.
"Pensi che sarà d'aiuto, figliolo?"
"Sono un mare di rabbia," sibilò Harry. "Aiutami a porre una fine a tutto questo, James, o impazzirò con l'idea di tutto ciò che avrebbero potuto farle."
Chiusi gli occhi, appoggiando le mie mani tremanti sul viso. La sensazione dello straccio sulla mia testa, il penetrare del coltello nella mia gola, il modo in cui il corpo del mio aggressore aveva tremato quando il coltello era stato piantato nella sua testa, il suono del ruggito terrorizzato di Harry... non riuscivo a smettere di rivivere ogni secondo.
"Avrebbero potuto trafiggere la sua pancia con un coltello," disse Harry senza fiato. "È ovvio che è incinta."
Un singhiozzo si liberò dalla mia gola e Harry imprecò sottovoce, scusandosi. Avrei preferito che mi tagliassero la gola cento volte prima che mi tagliassero il bambino.
"Già," concordò suo padre, annuendo mentre ripuliva il mio mento da tracce di sangue asciutto. "Ma non l'hanno fatto. Sii utile, giovanotto. Portami altra acqua."
Harry riempì una ciotola pulita con dell'acqua presa da una brocca nell'angolo, facendone cadere un po' mentre si avvicinava velocemente. "Volevano prenderla, non è vero?"
"Credo di sì," rispose James con calma, prendendo la ciotola. "Ma è stato stupido catturarla sulla strada di casa. La loro conoscenza non è molto buona, allora, eh? Liam sapeva dove sarebbe stata. Tu eri diretto verso di lei. Devono averla semplicemente seguita."
"Pensi che sapessero che sarei venuto?" Chiese Harry, camminando a passo veloce. "Pensi che sapessero che sarei arrivato e l'avrei trovata? Se cercano una lotta, allora darò loro una vera e propria battaglia sanguinosa."
"Nessuno ti ha menzionato per una nostra connessione," gli dissi, la mia voce tremava. Harry si avvicinò al suono delle mie parole coerenti. "Solo Liam. Mi volevano come esca per Liam." E poi mi fermai, guardandolo. "Ma come facevi a sapere che avresti dovuto portare con te Liam e Niall?"
Harry mi guardò con gli occhi addolorati. "James ha lanciato il segnale," disse.
"Con loro che pattugliano e un po' di uomini presenti in questa parte di territorio," disse James, "Abbiamo dovuto inventare un sistema. Quando li ho sentiti urlare questa mattina, ho fatto alzare il fumo."
"L'ho visto appena ho lasciato il castello," si inginocchiò vicino alla mia testa, accarezzandomi i capelli. "Tu te ne eri già andata."
Lo fissai, cercando di immaginare Harry nel mio piccolo capanno. Non potevo. Sembrava fin troppo grande anche per quella stanza ampia. Sembrava ridurre ogni spazio intorno a lui.
"Sono felice che tu ce l'abbia fatta in tempo." Fu tutto quello che mi venne in mente di dire e questo lo fece sorridere in modo comprensivo. Sapevo di essere sotto shock, ma non riuscivo ancora a controllare le braccia, la bocca e nemmeno i pensieri.
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No Fury [Italian translation]
FanfictionIl principe nacque nella lussuosa camera della madre tre giorni prima che io emergessi sul pavimento squallido della birreria. Lui faceva parte della famiglia reale . . . lei no. Ma l'amicizia segreta che nacque tra i due durante l'infanzia, divent...