"Dovrai lasciarmi radere quella barba," dissi il mattino dopo, dandogli una tazza di latte e cereali.
Mentre la prendeva, mantenni il contatto visivo, facendogli un sorriso di scuse.
Volevo rimediare alla tensione della sera prima. Avevo dormito a malapena per la paura di aver rovinato quello che stava lentamente rinascendo fra noi. Volevo che continuasse a spingere, spingere e spingere fino alla verità. Se era pronto a scoprire quello che c'era tra noi, glielo avrei detto.
Harry mi rivolse uno sguardo falsamente ferito. "E io che pensavo che stesse iniziando a piacerti."
"Non credo neanche che sarebbe dovuto piacere a te."
Rise, scuotendo la testa mentre scavava nella sua colazione. L'aria mattutina penetrava attraverso le crepe sotto la porta e i bordi delle tende. La sua presenza era riconoscibile dalla brezza forte e chiara.
Harry incontrò di nuovo il mio sguardo. Era chiaramente sollevato che fossimo tornati alle maniere scherzose. Mi chiese in modo canzonatorio, "E ricordami, dato che sembra che me ne sia dimenticato: la tua opinione importa?"
James, senza disturbarsi ad alzare lo sguardo dal suo libro, mormorò dall'altra parte del tavolo, "Conta più di tutte."
Gli occhi di Harry si spalancarono mentre mi guardava. "Ah sì?"
"Hai qualche dubbio?" Dissi con finta indignazione.
Lui ghignò, mostrando le sue fossette. "No. Nemmeno lontanamente."
~~
James si legò Anne sulla schiena e lei agitò le mani per l'emozione; era il suo momento preferito della giornata, quando fuori era ancora fresco e luminoso e poteva guardare tutti gli uccelli sugli alberi, mentre James passeggiava nel bosco.
Harry avvolse per loro un po' di pane, formaggio e frutta in un pezzo di stoffa, vedendoli precipitarsi alla porta per una giornata di raccolta e caccia.
Dopo essersene andati, lo guardai dalla parte opposta della stanza e lui fece finta di nascondere la barba dietro le mani.
"Vieni," dissi, inclinando la testa con un ghigno. "È arrivato il momento."
Harry si mosse dietro di me verso l'altro capanno, dove si trovavano una cinghia di pelle che avevo usato per affilare la lametta di James, una tazza con dell'acqua calda, una spazzola con le setole e del sapone.
Era stato quasi doloroso spazzare il pavimento, pulire le coperte e far entrare un po' d'aria.
Ma quando Harry mi seguì nella stanza, esaminando quello che in passato era il nostro santuario privato, tutta la mia tristezza si sciolse. Le sue spalle larghe riempivano lo spazio e il suo calore lo riportava in vita.
"Perché non sei rimasta qui invece di dormire sul divano?" Chiese. "Il letto di piume sembra molto più comodo."
Non riuscivo a rispondere. "È complicato," gli dissi.
"Ah," emise una piccola risata. Si guardò intorno e mi disse, "Sento di essere già stato qui prima."
E ora, il mio bisogno per lui era come una frusta sferzata sulla mia pelle. "È così."
"Davvero?" Guardò il letto, alzando lentamente le sopracciglia. "Quello è sempre stato lì?"
Risi e indicai lo sgabello davanti a me. "Siediti."
Harry si sistemò e strinse le mani in mezzo alle ginocchia.
"È tutto pronto, allora?" Chiese con un po' di esitazione mentre guardava la lametta. "L'hai mai fatto prima? Posso farlo anche da solo."
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No Fury [Italian translation]
FanficIl principe nacque nella lussuosa camera della madre tre giorni prima che io emergessi sul pavimento squallido della birreria. Lui faceva parte della famiglia reale . . . lei no. Ma l'amicizia segreta che nacque tra i due durante l'infanzia, divent...