Ciò che segue è una storia che non sono riuscita a raccontare sul momento.
Ero furiosa, sapete. Non solo pazza o arrabbiata, ma anche vendicativa.
I miei pugni portavano i tuoni, il mio cuore portava le fiamme.
Catroina aveva portato il mio bambino da Maria. Non la biasimavo; Maria l'aveva sicuramente minacciata.
Ma ero stata lasciata sola con il sangue del parto, il latte nei miei seni e nessun ricordo di mio figlio.
Non avevo avuto il tempo di contare le sue dita, di baciare i suoi piedi. Di guardarlo e di chiamarlo con il nome che avevamo scelto.
Mi pulii con gli stracci che Catroina aveva lasciato. Mi rimisi debolmente il vestito. Divorai il cibo che mi avevano portato. Avevo bisogno della mia forza.
La ucciderò.
Contai fino a cento.
Poi di nuovo.
Poi di nuovo ancora.
E lo feci duecento volte, senza mai perdere il conto.La ucciderò a mani nude.
Non volevo neanche che Harry tornasse a casa per il momento. Volevo che stesse via fino al giorno dopo la mia libertà. Perché se fosse tornato prima che fossi libera, l'avrebbe uccisa con la sua spada, e sarebbe stato troppo facile.
Meritava un assaggio di veleno, che sarebbe rimasto dentro di lei per settimane. La spinta poco profonda di un pugnale. Una sete bruciante. Una fame lancinante. Dolore.
~~
Ma, vedete, Maria era una codarda. Come poteva nutrire il mio bambino quando era così spaventata dalla collera dei cittadini per mandare un soldato a cercare una balia?
Sentii il suo pianto prima che lo vedessi. Faceva eco in fondo alla scalinata e i suoi versi forti e arrabbiati raggiunsero le mie orecchie uno alla volta.
Sentii il movimento pesante di passi e un suono metallico mentre la mia cella veniva aperta.
La guardia si abbassò accanto a me, con il viso rigato dalle lacrime.
"Mia signora," disse con voce strozzata.
Con mani fameliche, gli presi mio figlio dalle braccia. Potremmo affogare tutti qui, nelle lacrime, pensai.
"Sei un mostro," sibilai verso l'uomo. "Hai permesso tutto questo... non sei fedele al re."
L'enorme guardia in ginocchio accanto a me iniziò a tremare. "Il tuo bambino ha fame. Non sappiamo cosa fare."
Lo guardai male finché si girò.
Il mio bambino era piccolo ed eravamo entrambi nuovi a tutto questo, ma spostai il mio vestito e lo portai al seno. L'istinto lo fece cercare in modo folle e selvaggio.
"Ah," lo elogiai quando iniziò a sfamarsi. "Ecco qua, amore mio."
Un paio di occhi grandi, chiari come il cielo.
Una bocca rosa, piena e affamata.Era agitato e tremante. La sua mano minuscola colpì il mio petto mentre si muoveva, calmandosi lentamente mentre lo tenevo, pelle contro pelle.
Emise dei piccoli versi mentre mangiava, chiudendo gli occhi lentamente.
"Io sono la tua mammina," sussurrai. "E ti voglio tanto, tanto bene."
Spostai le coperte, lasciando che i miei occhi affamati lo apprezzassero interamente.
Le fossette sulle guance mentre ingoiava.
Dieci dita sulle mani e sui piedi. Un cuore pulsante e prospero.Sbattei le palpebre mentre i miei occhi si muovevano più in basso. Le lacrime scivolarono fino al mio mento, finendo sul suo piccolo petto.
Non un bambino. Una piccolina.
"Beh, salve Principessa Anne."
Quando mi chinai, baciandole la testa, odorava di pioggia, come un infuso di aria e luce solare.
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Scusate per non aver aggiornato prima, sono stata un po' impegnata.
Domanda:
Descrivetevi con tre parole.
Riservata, sognatrice, ottimista.
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No Fury [Italian translation]
FanficIl principe nacque nella lussuosa camera della madre tre giorni prima che io emergessi sul pavimento squallido della birreria. Lui faceva parte della famiglia reale . . . lei no. Ma l'amicizia segreta che nacque tra i due durante l'infanzia, divent...