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RICORDA: La versione caricata su wattpad è la bozza precedente alla pubblicazione di Blackout, potrebbe contenere sviste o errori di formattazione e di caratteri, causati dal passaggio da Word a Wattpad.
Soppeso il libro tra le mani, poi lo ripongo al suo posto. Scuoto la testa per scacciare via i pensieri storici dal mio cervello. Non ho bisogno di ricordare ancora.
Mi metto a sedere, poi mi giro verso la scrivania. Non so mai cosa fare quando sono in vacanza. Il mio ultimo anno scolastico è finito da circa due settimane. Non ho ancora deciso se continuare gli studi o se iniziare a lavorare per mio padre. Ho già svolto diverse mansioni a nome suo, non sarebbe nulla di nuovo e il mondo degli affari mi affascina molto. Ma c'è ancora tempo per decidere, non ho fretta.
Mi alzo per dirigermi al piano di sotto. Scendo le scale di marmo bianco saltellando, entro in cucina, apro il frigo e trovo degli avanzi di pizza. Ne addento una fetta e, mentre impreco per un pezzo di prosciutto caduto a terra, squilla il telefono.
«Pronto?» rispondo con la bocca piena, incastrando il telefono tra spalla e orecchio.
«Sì, pronto» risponde dall'altro lato una voce familiare.
Capisco che rispondere masticando non sia stata una saggia scelta, chi ha chiamato non ha capito nulla di ciò che ho detto, nonostante sia scontato dire "pronto" rispondendo al telefono.
Deglutisco velocemente, quasi mi strozzo, e poi riprendo la conversazione. «Pronto, chi è?»
«Niat? Sono Sion.»
«Oh, ciao!» rispondo addentando un altro pezzo di pizza.
Sion è il mio migliore amico, ci conosciamo da una vita.
«Come va?»
«Bebe, gracchie» rispondo masticando, ma lui sembra non farci caso.
«Anche a me, grazie per avermelo chiesto.» Ride, poi continua. «Ascolta, dato che è una bella giornata, che ne diresti di uscire?»
«Babbene, a che ora? E sopracciuccio a fare coscia?» cerco di dire nel modo più incomprensibile possibile, continuando a masticare nonostante ormai il pezzo di pizza sia diventato una poltiglia nella mia bocca.
«Ma stai mangiando? Non capisco niente!» dice Sion.
Deglutisco, basta giocare. «Sì, sto mangiando un pezzo di pizza» dico con voce finalmente limpida. «Dicevo, a che ora e a fare cosa?»
«Fra mezz'ora da me, ci buttiamo in piscina e parliamo un po'» spiega lui.
«La piscina ce l'ho anche io, perché non vieni tu da me? Non vedo perché debba muovermi io quando puoi farlo tu» dico scherzando.
«Perché tu non hai il tè al mandarino ghiacciato.»
«E tu che ne sai? E soprattutto, tu hai il tè al "mandarino ghiacciato" o "il tè al mandarino, ghiacciato"? Sai sono due cose differenti, dovresti conoscere la tua lingua, a quest'età» dico insultandolo giocosamente.
«Non rompere e muoviti, a fra poco.» Chiude il telefono senza che possa continuare a infastidirlo.
Finisco la pizza, mi lavo le mani e vado a prepararmi per raggiungerlo, mentre intanto prendo in mano il mio Hollobook: un libro di ologrammi col quale è possibile rimanere in contatto col mondo. È un piccolo quadrato perfetto, ogni lato grande quattro centimetri; al centro, un obiettivo dal diametro di un centimetro, emette un fascio di luce. Davanti a me si materializza un ologramma a colori. Sfoglio i menù e poi cerco la sezione pensieri.

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Blackout
Science FictionCome reagireste se, d'un tratto, la vostra vita venisse sconvolta dalla guerra e vi ritrovaste intrappolati in terra nemica, costretti a combattere contro la vostra stessa nazione pur di sopravvivere? Questo è ciò che succede a Niat subito dopo aver...