Capitolo 10 - Parte 2

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Dopo una buona mezz'ora, sento i tre riavvicinarsi alla jeep. Le portiere si aprono e Jason sale da noi, alla torretta.

«Tutto a posto?» chiedo, cercando informazioni.

«Non posso dirti niente» dice mentre il motore emette qualche strano verso.

«Capisco le informazioni segrete della vostra organizzazione, ma in mezzo a tutto questo casino ci siamo anche noi. Non c'è nulla che possiamo sapere?»

Ancora rumori.

«Non parte!» dice qualcuno dai posti davanti. «Jason, dai un'occhiata per favore?»

Jason salta giù dalla jeep e, poco dopo, sento il cofano aprirsi. Scendono anche gli altri due a controllare.

«Guardate qua. Non c'è niente di strano. O no?» Annuncia Jason ai due soldati.

Silenzio.

«Qui mi sembra tutto in ordine, hai ragione» risponde Remus dopo un po'.

Sento i ragazzi camminare avanti e indietro, mentre aspettano il verdetto finale.

«È andata. Assurdo. È andata! Così, senza motivo!» dice il ragazzo di cui ancora non so il nome.

«Riprova un'altra volta, magari ora parte» risponde Remus.

L'altro sbuffa, ma sale lo stesso sulla jeep e riprova. Ancora niente. Scende e sbatte con forza lo sportello. «Com'è possibile? L'abbiamo usata fino a mezz'ora fa!» dice. «Voi due» sbotta avvicinandosi a passi pesanti «avete combinato qualcosa?»

«Noi? No!» dice Sion sulla difensiva.

«È ovvio che non hanno fatto niente, smettila. Non vedi che sono legati e bendati? Che cosa avrebbero potuto fare?» dice Jason, probabilmente quello che ci ha preso più in simpatia, pur mantenendo il riserbo del suo ruolo, qualunque esso sia.

«E ora che facciamo con loro? Dovevamo riportarli indietro» chiede Remus.

«Prendo un'altra jeep e continuiamo come previsto.»

«Jason, scusa, ti chiami così vero?» chiedo alla cieca, ancora bendato.

«Sì, dimmi» risponde lui.

«Prima ti stavo chiedendo se c'è qualcosa che possiamo sapere anche noi, visto che siamo tutti nella stessa barca.»

«Per ora è tutto top secret. Non posso dire nulla, mi spiace.»

«Non è possibile! Allora i giornalisti cosa dicono? Niente?»

«Niente. Si limitano a riportare le vicende e a fare supposizioni errate» risponde.

Incredibile, penso tra me e me.

Poco dopo, torna da noi l'altro ragazzo.

«Non ci crederete mai. Ho provato le altre due jeep che abbiamo a disposizione in questo momento. Non ne parte nemmeno una.»

«Com'è possibile? E adesso cosa facciamo?» chiede sbigottito Remus.

La stessa domanda me la pongo anche io, e probabilmente pure Sion.

«Intanto portiamoli in cella, non possiamo lasciarli qua fuori e per ora siamo a corto di soluzioni. Finché restano bendati non sono un pericolo» consiglia Jason.

«Cosa vuol dire in cella?» chiede preoccupato Sion.

«Sentite, noi non abbiamo fatto nulla di male per trovarci qui. Dovete riportarci indietro! Devo trovare mio padre!» il tono di voce aumenta ad ogni parola. Loro mi ignorano.

Gli altri due non sembrano credere molto in questa soluzione, dato il prolungato silenzio che segue la proposta di Jason, ma alla fine accettano.

Ancora legati e bendati, ci aiutano a scendere e ci fanno incamminare. Sono inutili le nostre contestazioni, le nostre urla e il nostro rifiuto assoluto. Nemmeno ci ascoltano, si fa come dicono loro. Non c'è alcun modo di scappare, mentre ci conducono in cella, ancora bendati e legati come dei luridi criminali pronti a essere giustiziati.

Ansia e paura siimpadroniscono di me, mi chiedo cosa succederà adesso e come riuscirò a fuggireda questa situazione che inizia a farsi inquietante e pericolosa.

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