CAPITOLO 18: IL PATTO

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Jenny camminava con passo felpato per i corridoi tetri scrutando con lo sguardo ogni cella. Tante erano vuote, ma più si spingeva in profondità, più presenze avvertiva. Era difficile vedere i prigionieri, spesso se ne stavano acquattati nelle ombre; beh, tranne quando erano così grandi da occupare tutta la cella. Man mano avanzava, incrociava lo sguardo di creature sempre più strane, da demonietti con la bocca cucita a serpenti umanoidi dagli occhi rossi. Molte di loro Jenny le aveva viste solo sui libri di favole, di altre invece non ne aveva mai sentito parlare. Al suo passaggio, non emettevano un solo suono.
Alcuni carcerati avevano un compagno di stanza. La ragazza si sorprese nel passare davanti ad una gabbia con un mastodontico Minotauro con un corno spezzato, un anello arrugginito al naso e ... una mantella (?) messo in coppia con un gracile bambino-rana con un gilè e un cappellino.
Stava per sorpassarla quando il bambino-rana parlò, la voce profonda ma fastidiosa che tradiva il suo aspetto -Ehi umana ragazza! Umana ragazza?- gracchiò. Jenny si fermò di colpo e tornò indietro di qualche passo, tenendosi comunque distante dalle sbarre.
-Tu umana ragazza?- domandò l'umanoide inclinando la testa con fare curioso.
-Sì, sono un'umana- rispose Jenny sorpresa dalla domanda.
-Ahhh benone, benone! Umana ragazza libera rana e toro?- continuò il prigioniero con un gran sorriso.
-Uhm...- borbottò Jenny perplessa -No-.
Il sorriso da orecchio a orecchio della rana si rovesciò -Perché no?-
-Perché potreste essere pericolosi. E poi non voglio attirare l'attenzione- replicò Jenny prudente.
-Noi pericolosi? Noi no pericolosi, noi amici!- replicò la rana. In quell'istante il Minotauro sbuffò, il fiato caldo che condensava per il freddo nella cella, e poi emise un breve muggito rivolto alla rana, la quale rispose -Mu? moo moo- in pessimo mucchese.
-Che cosa ha detto?- domandò Jenny curiosa.
-Cosa? Beh lui dice che aiuta te se vuoi.- l'umanoide aveva la voce più stridula di prima, se possibile, e stava forzando un sorriso gentile.
Jenny rifletté che due alleati le sarebbero stati d'aiuto, soprattutto uno muscoloso come il Minotauro. Non si fidava, ma pensò che una volta mostrato loro cos'era in grado di fare, avrebbero evitato di tradirla.
-E va bene, io vi libero e voi mi aiutate- annunciò Jenny seria -Abbiamo un patto?-.
La rana allargò ulteriormente il sorriso e strizzò gli occhi -Accordo? Sì, promesso-.
Quindi Jenny si posizionò più vicina alla cella e consigliò ai due di farsi indietro. Sollevò la mano con l'H impressa sul palmo e in una frazione di secondo, senza neanche bisogno di concentrarsi, una vampata di fuoco avvolse gli aculei di ferro della cella e li sciolse. La rana saltello fuori dalla cella particolarmente allegra -Potente umana ragazza! Davvero tu solo umana ragazza? Beh, io saluto umana ragazza-
ed iniziò ad avviarsi nella direzione da cui proveniva Jenny. La ragazza rimase un attimo spiazzata -Ma come...? Dove vai!? Hai promesso di aiutarmi!-. Il Minotauro uscì a passi lenti e pesanti, calpestando insofferente il ferro bollente, e rivolse uno sbuffo a Jenny; poi raggiunse l'uomo rana che se ne stava andando a piccoli balzi allegri. Jenny non pensava che avrebbero avuto il coraggio di abbandonarla così, ma una volta constatato che si sbagliava, stava già per fermarli quando il Minotauro la sorprese. Invece che camminare via a fianco del compagno di cella, lo afferrò per le spalle con una sola mano e, tra le sue proteste gracidanti, ritornò da Jenny. Arrivato di fronte a lei mugghiò -Promessa- tracciandosi con l'indice una X all'altezza del cuore.
-Promessa? Tu fatto accordo, io no. Promessa tra voi- replicò lamentosa la rana. Il Minotauro emise uno sbuffo minaccioso e la rana si zittì.
L'uomo toro la lasciò andare controllando con la coda dell'occhio che non tentasse di scappare.
Jenny fece un sorriso sbieco e tese la mano
-Piacere, io sono Jenny-
Il toro gliela strinse e fu incredibilmente delicato -Moo...Ettore, il Minotauro-
La rana sbuffò e roteò gli occhi, poi fece un sorriso tirato -Io? Io sono René, ma sono conosciuto come la Rana dalla Bocca Larga- e strinse la mano a Jenny, lasciandole quel viscido muco che ricopre tutte le rane.
"Eww" pensò disgustata la ragazza.
-Allora- esordì, asciugandosi nel frattempo la mano sui jeans -Stiamo cercando il mio insegnante, il professor Cremly. Non so cosa gli sia successo, so solo che un ragazzo-pollo molto antipatico gli ha fatto qualcosa-
-Ragazzo-pollo? Noi visto ragazzo-pollo sì, poco fa. Tu parli di Erede di Grifon. Andava di là- disse René indicando un tunnel particolarmente buio.
Jenny ebbe l'impulso di farsi indietro. Insomma, la coscienza la spingeva ad andare in soccorso del proprio insegnante, ma per quanto la paura la spingesse a rinunciare, la morale glielo impediva. Con un enorme sforzo fece qualche passo verso il tunnel oscuro.
Un alito di vento che odorava di marcio le scostò un ciuffo di capelli dal viso.
-P-per fortuna tu sei grande e grosso- balbettò rivolta ad Ettore, il quale però rispose -Io pacifista-. René sospirò -Lui? Se combattente, noi non qui-
Jenny prese un respiro e iniziò a sfregare tra loro le dita della mano destra, fino a quando delle piccole fiammelle presero vita sulle punte delle falangi.
"Avventurarsi in un corridoio buio in compagnia di una rana chiacchierona e un toro pacifista?" Pensò tra sé Jenny "E così sia".

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