CAPITOLO 26: LA SCISSIONE

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Il gruppetto stava salendo in corsa le scale a chiocciola per raggiungere la cima della torre, dove si stava combattendo la vera battaglia. Da piccole finestre si potevano intravedere esplosioni di energia di ogni colore e forma che facevano tremare il Quartier Generale.
Heban era rimasto indietro e procedeva con una lentezza esasperante.
Jenny bloccò la sua corsa e andò a recuperarlo -Devi sbrigarti, c'è sicuramente bisogno anche di te, di sopra-. Nel dire questo, gli afferrò una mano per tirarlo e spingerlo a darsi una mossa, ma non aveva notato che Heban non aveva avuto il tempo di riavvolgersi le bende intorno alle dita dopo aver riavvolto il cadavere di Oak; perciò, non appena le loro mani entrarono in contatto, Jenny venne trasportata nel passato di Heban, come era già successo.

Questa volta non si ritrovò in un campo di papaveri, ma nel salone principale del Quartier Generale, lo riconobbe. Lì Venius era seduto ad un tavolo con tre anziani e ... un giovane professor Cremly.
Stavano discutendo pacatamente, ma la tensione era tangibile. Jenny colse qualche parte del discorso di uno degli anziani, che ricordava a tutti che l'esercito di Grifon era vicino. La ragazza si rese conto che doveva trovarsi in ricordi più antichi degli ultimi ai quali aveva assistito, perché l'ultima delle Battaglie del Cielo non era ancora avvenuta.
Capì anche che per essere ricordi di Heban, lui doveva essere lì, da qualche parte. Dopo qualche secondo passato a cercarlo con lo sguardo, lo vide a fatica tanto era mimetizzato con le ombre, intento ad origliare la conversazione. Jenny si avvicinò a lui e lì rimase ad osservare la scena.
Venius si alzò in piedi ed annunciò -Ebbene, Dan ha parlato chiaro, senza giochi di parole: qualcuno dei nostri presto ci tradirà. Per nostra fortuna, sappiamo anche chi. Ma io sono dell'idea che il futuro possa essere cambiato, quindi voto no per l'assassinio precoce del non-ancora traditore-, detto questo si risedette.
A turno le persone al tavolo si alzarono per annunciare il proprio voto. Due dei tre anziani condannarono colui che un giorno li avrebbe traditi, ma che al momento era innocente.
Si ritrovarono in una situazione di pareggio e la presa di posizione del professor Cremly avrebbe deciso le sorti del futuro traditore.
Lui si alzò in piedi -Io voto no, e aggiungo che voi che avete votato per l'omicidio di un bambino non siete migliori dei grifoni che combattiamo- poi si rivolse a Venius -Il futuro può essere cambiato, ma il destino non può essere evitato. Dobbiamo comunque prendere provvedimenti. In questi anni dobbiamo impegnarci perché se mai un giorno Heban dovesse schierarsi dalla parte di Grifon, lo faccia nei nostri interessi.-.
Heban? Era lui che questo Dan aveva individuato come traditore? Jenny lanciò un'occhiata al bambino nascosto tra le ombre.
Non si era mosso, ma aveva corrucciato la fronte e teneva lo sguardo basso.
-E' estremamente importante che non venga mai a sapere di questa conversazione né della previsione fatta da Dan; potrebbe fargli dubitare di noi- concluse il professor Cremly.
Jenny vide il piccolo Heban sgusciare fuori dalla sala servendosi della protezione delle ombre e, mentre si incamminava per seguirlo, sentì un anziano dichiarare -Si assicurerà Venius che Heban non prenda mai decisioni importanti, come tradirci. Lo porterà tra i papaveri, dove dimenticherà come si fa a parlare, perderà il potere di esprimersi, il suo carattere forte, un'opinione sulle cose, e non sarà più un pericolo-. Jenny corrucciò la fronte e si affrettò a raggiungere il piccolo Heban, che si era allontanato alla svelta da quella sala dove si era discusso del suo diritto di vivere.
Non c'era molta gente per il Quartier Generale, ma il bambino con i capelli neri fu piuttosto schivo con i presenti. Dopo qualche rampa di scale, raggiunse quella che doveva essere la sua camera e lì si chiuse. Jenny sgusciò dentro appena in tempo.
Heban si sedette sul letto e si mise le mani tra i capelli, pensieroso. Dopo qualche minuto, borbottò tra sé e sé -Non andrò tra i papaveri- e si rialzò in piedi. Andò a frugare in una cassa alla ricerca di qualcosa e Jenny vide di cosa si trattava solo quando la trovò: due piccole ampolle, una riempita di una poltiglia rossa, l'altra di una poltiglia blu.
Heban versò la sostanza rossa nella mano destra e quella blu nella sinistra, poi appoggiò le ampolle una di fianco all'altro, aprì le dita ad artiglio e tracciò cinque linee rosse sulla destra del suo viso e cinque linee blu sulla sinistra. Infine, separò l'una dall'altra le due ampolle e lo stesso iniziò ad accadere con le sue due metà. Il bambino si contorse e si divise, fino a quando nella stanza non ci furono due piccoli Heban, uno con gli occhi blu, uno con gli occhi rossi. Quello con gli occhi blu prese un respiro tremante, stancato dallo sforzo di quella magia, e poi fece un gesto preciso verso l'Heban dagli occhi rossi, colorandoglieli di blu, così da essere indistinguibili.
-Ora- disse ansimante -Tu andrai con Venius al campo di papaveri. Io fuggirò via-.
La sua metà però sorrise e rispose -No. Io non voglio andare tra i papaveri quanto te. Perciò ci andrai tu-.
Sul primo Heban si dipinse un'espressione di sgomento -C-cosa? No! Ti ho creato proprio per evitarlo!-.
-Ti sbagli, io ho creato te per evitarlo- replicò la seconda metà.
La prima metà non fece in tempo a ribattere che qualcuno bussò la porta e, senza aspettare il permesso, la aprì.
Venius, entrando nella stanza, non vide mai il risultato dell'incantesimo di scissione di Heban, perché la seconda metà si era già data alla fuga. -Dobbiamo andare in un posto- disse l'anziano.
-No, non voglio! Ho perso un... devo cercare un... insomma...- ma Heban sapeva che non poteva lasciar intendere né che aveva origliato la conversazione né che aveva perso una sua metà. O meglio, che lei si era data alla fuga.
Venius non aveva tempo da perdere per ascoltare i discorsi inconcludenti di un bambino, perciò lo afferrò per la mano e lo portò via. Jenny si affacciò alla finestra della camera e dopo pochi minuti vide le metà di Heban procedere in direzioni differenti: una con Venius, diretta verso i papaveri, l'altra dalla parte opposta, nella direzione dalla quale sarebbe sopraggiunto l'esercito di Grifon.
E allora capì che il destino si sarebbe comunque compiuto, nonostante le precauzioni prese per evitarlo.

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