Where are you?

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Jennifer POV
Mi sveglio alle due di notte dopo un incubo terribile. Ho visto Josh che sanguinava e soffriva. Sono le tre di mattina e per mezz'ora cerco di convincermi che sia stato solo un incubo, ma sento un orribile presentimento. Dalla finestra entra la luce emanata dalla luna piena ed in quella poca luce riesco a trovare un pantalone della tuta e una t-shirt. Scendo in salotto e mi vesto. Sinceramente non so cosa sto facendo, ma mi metto in macchina e comincio a guidare per distrarmi dall'incubo. Alzo la radio cerando di rilassare la mente con qualche canzone; The Reason di Hoobastank, Unconditionally di Katy Perry, Everytime di Britney Spears, sono le canzoni che riesco a riconoscere. Senza accorgermene mi accorgo di trovarmi vicino a casa di Josh. Percorro la strada e passo difronte casa sua, ma noto che le luci sono accese così parcheggio la macchina e facendo meno rumore possibile mi avvicino alla finestra per vedere dentro. Rimango terrorizzata alla vista dell'interno della casa di Josh: i mobili sono stati rovesciati per terra e c'è del sangue sulle pareti. Non posso far altro che prendere dalla macchina il cric e rompere la finestra. Entro e comincio ad urlare il nome di Josh. -Josh, dove sei? Josh! Rispondi!-
Ho paura, una paura che mi paralizza, una paura che stritola il mio cuore e quasi vuole staccarlo dal petto. Cerco di trovare la forza per andare al piano di sopra e ci riesco soltanto quando penso al lago, al nostro lago, ai nostri baci in quel luogo magico. Salgo le scale e seguendo le tracce del sangue arrivo in camera di Josh e finalmente lo trovo. Mi metto una mano alla bocca; sembra morto, privo di qualsiasi forza e sporco ovunque di sangue. È ancora vestito come la sera prima, ma la sua camicia è strappata in alcuni punti e sporca di sangue. Mi avvicino e vedo la sua mano devastata, come se fosse stata schiacciata da mille lame. È martoriata e vi sono dei cocci sopra le ferite. Cerco subito di sentire se respira e ,quando vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi, dalla mia bocca esce un sospiro di sollievo. Lo chiamo dandogli leggere spinte e dopo poco lo vedo aprire gli occhi.
-Jennifer-
-Josh, cos'è successo?-
-Che ci fai tu a casa mia?-
-Guarda in che condizioni sei...- provo a dire, ma mi interrompe bruscamente.
-In che condizioni sono?! Faccio schifo vero? È per questo che preferisci Liam. Se ti faccio schifo non venire a casa mia. E poi ciò che succede qui dentro sono affari miei.-
-Non se sei in queste condizioni! Non fare il bambino! La tua mano sembra passata in una centrifuga, dobbiamo andare in ospedale!-
-Io non voglio curarla.-
-Non dire cretinate.- mi avvio verso il piano di sotto quando lui mi blocca per il braccio.
-Io voglio morire. Non sto scherzando. Lasciami morire in pace.-
-E la tua famiglia? Non pensi a loro? Josh siamo senpre allo stesso punto. Smettila di fare follie per me, non c'è più nulla per cui combattere.-
I suoi occhi diventano lucidi.
Vedendo che fa fatica a camminare lo faccio appoggiare alla mia spalla. Entriamo in macchina e per tutto il viaggio vedo soltanto i suoi occhi lacrimare. Nessuna parola, nessuna espressione, nessuno sguardo, solo vuoto e lacrime sono rimaste fra noi. Arrivati in ospedale lo portano con una sedia a rotelle in una stanza e mi dicono di aspettare in sala d'attesa. Dopo circa mezz'ora esce un medico ed io mi precipito da lui. -Dottore come sta?-
-Fisicamente abbastanza bene. Gli abbiamo messo i punti alla mano ed estratto tutti i cocci. Ha perso molto sangue e sarebbe potuto svenire se non fosse stato per lei. In ogni caso ora sta bene e il fisico si sta rimettendo, ma c'è qualcosa che mi preoccupa.-
-Cosa?-
-Il suo stato psicologico. Non ha mai parlato ed è come se fosse in uno stato comatoso. Magari potrebbe provare ad entrare.-
-Sì va bene.-
Mi avvicino alla stanza ed apro lentamente la porta. Josh è seduto di spalle ed io lo chiamo. -Josh sono Jennifer.-
Lui rimane immobile, così io mi avvicino fino ad averlo proprio di fronte a me.
-Josh ti ricordi il Circle Game?- comincio a parlargli di cose stupide. -Quel gioco che facevamo durante le riprese di Hunger Games. Dovevamo fare un cerchio con le dita e se uno dei due lo guardava, l'altro gli doveva tirare un pugno sulla spalla.-
Non sembra reagire, sembra davvero in coma.
Gli metto la canzone che cantavamo sempre, ma lui rimane impassibile seduto sul lettino. Sto per piangere, ma esco fuori perché non voglio farmi vedere. -Signorina com'è andata?-
-Male, non parla.-
-Non vorrei essere indiscreto, ma ha subito dei traumi o qualcosa può averlo turbato in modo particolare dal punto di vista emotivo?-
-Sì, però preferirei non parlarne.-
-Se è così in lui dovrebbe essere scattato come uno schock.-
-Cosa si può fare?-
-Dal punto di vista medico nulla e non possiamo tenerlo in ospedale. Naturalmente non può restare da solo, almeno fino a quando non è stabile emotivamente.-
-Potrei ospitarlo a casa mia. Siamo amici da molto tempo.-
-L'importante è che venga stimolato il più possibile e tenuto sotto controllo.-
-Lo farò. Quando possiamo andare?-
-Appena esce.-
-Va bene, grazie di tutto.-
-Arrivederla- mi dice andandosene.
Josh esce su una carrozzina portata da un'infermiera e me lo affida. Lo porto fuori dall'ospedale e arrivati alla macchina lo aiuto a mettersi sul sedile. Poi metto la carrozzella nel portabagagli e partiamo. Per fortuna Liam non c'è, così posso avere tempo per sistemare Josh e farlo stare in pace. Lo lascio sul divano e lui accende la televisione e mentre scorre tra i canali si ferma su Spongebob. -È il nostro cartone preferito.- gli dico.
Vado di sopra e gli preparo una stanza proprio affianco alla mia per tenerlo meglio sotto controllo. Da domani ogni pomeriggio lo dovrò portare da uno psicologo. Chiamo i genitori di Josh che sono fuori città e li avverto per tranquillizzarli mettendoli al corrente della situazione. Scendo e sto per parlare quando vedo Josh che dorme sul divano. Prendo una coperta e gliela poso sul corpo, dandogli poi una carezza sulla testa. Sembra così indifeso, sembra un bambino che ha perso i genitori. È smarrito, confuso, ma non capisco cosa possa averlo traumatizzato in questo modo. Rimango ad osservarlo sperando di vederlo ancora sorridere e farmi gli scherzi. Non si merita nulla di ciò che gli sta succedendo e se potessi, soffrirei io al posto suo. Dopo pochi minuti mi addormento con la testa poggiata sulla sua spalla sperando di vederlo di nuovo in sé al risveglio.
SPAZIO AUTRICE
Josh e Jennifer si rincorrono, ma sembra che il destino stia proprio giocando con le loro vite. Come la prenderà Liam? E soprattutto Josh ritornerà ad essere quello di prima?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Un saluto a tutti e buona lettura!

Alone without you- JoshiferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora