7. I cavalieri della notte

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"Benvenuta a Latronia" aveva detto Chris poco fa. Quel nome mi risuonava nella testa in un modo impressionante. Latronia. Non lo avevo mai sentito, ma aveva qualcosa di familiare. Stavo ancora pensando se in qualche modo avessi già sentito quel nome e non mi accorsi che Chris stava parlando. Sbattei le palpebre e poi lo guardai con uno sguardo confuso. Lui teneva gli occhi fissi su di me come per aspettarsi una risposta, ma poi capì che non avevo capito una parola di ciò che aveva detto e così riformulò la domanda. -Ho detto: quindi sei una persona mattiniera?- ripeté scandendo bene le parole come per essere sicuro che questa volta avrei afferrato il concetto. Il suo atteggiamento da "divo di Hollywood" a prima mattina non metteva di buon umore.
-Che cosa te lo fa pensare?- risposi cercando di sembrare il meno infastidita possibile.
-Forse il fatto che sono appena le cinque del mattino?- ribatté come se la cosa non potesse essere più ovvia di così.
Ok, forse dovevo smetterla di svegliarmi così presto, ma quella mattina non me ne pentii avendo assistito a quello spettacolo strabiliante. Ignorai quello che aveva detto Chris e poi guardando oltre la vallata dissi:-Che razza di posto è questo?-
Per un attimo ci fu il silenzio poi Chris rispose:- Be' vedi, Latronia non si può definire solamente un posto. Latronia è dove è iniziato tutto, e dove tutto è destinato a finire. Alcuni dicono che è stato il primo luogo a formarsi sulla Terra, altri invece dicono che esistesse ancora prima della formazione dell'intero Universo. Ma in entrambi i casi, questa città è nata per un solo scopo: quello di tenere l'oscurità lontana dal mondo.-
Sembravano le parole di un pazzo fanatico che sparava frasi a casaccio, ma la sua espressione era seria.
-Non capisco.- dissi.
Mormorò qualcosa e poi parlò:
-Ti sei mai chiesta perché esistono il giorno e la notte?-
Ma che razza di domanda era.
Cercai di concentrarmi prima di dire:-Be', la nostra insegnante di scienze della Terra ci ha spiegato qualcosa sul moto di rotazione...-
-Sì, come no.- mi interruppe lui
-Come scusa?- gli domandai
-Forse per te è un po' difficile da capire.- (ed ecco che ritorna il divo) -ma senza di noi regnerebbe il buio più totale in tutto il mondo conosciuto.-
-Senza di noi?- ripetei
-Sì. Noi prescelti. Tutte le persone che vedi qui fanno parte di una grande comunità detta "Guardia della Luce". La leggenda narra che i primissimi a farne parte sono nati dall' Eos Cioè quello lì.- indicò uno dei monti più alti che spiccava con la sua vetta appuntita come la lama di un pugnale pronto per squarciare il cielo. -prima di noi in questo posto regnava il buio più totale, le persone del mondo conosciuto non uscivano dalle case e quando uscivano non potevano evitare di non avere paura. Il loro terrore cresceva e con esso l'oscurità.- avvertii uno strano brivido al pensiero di un mondo avvolto in un manto nero -Ci chiamano in diversi modi: guardiani della luce, cacciatori del buio, popolo o figli del Sole... ma noi preferiamo "cavalieri della notte" perché è quello che ci rappresenta di più, dato che agiamo per lo più di notte e ci spostiamo solitamente a cavallo e poi è anche più figo.- affermò orgoglioso. Poi rovistò in una delle tasche della giacca e prese un sacchetto con uno stemma sul quale c'era scritto "Knights of the night". Lo aprì con cura e dal suo interno cacciò una specie di gemma color verde scuro che emanava schizzi di luce colpita dal sole. Ad un certo punto iniziai a pensare al sogno con quegli strani tizi e mi balenarono agli occhi i loro amuleti preziosi che avevano appesi al collo. Poi pensai al grande alano nero, di cui devo ammettere che ne sentivo molto la mancanza e ricordai il suo collare con quella specie di gemma che penzolava dal collo. Ora spostavo lo sguardo dalla vallata alla pietra verdastra grande quasi come il palmo della mano di Chris e restai ad osservarla inebetita fino a quando il ragazzo parlò nuovamente: -Questa si chiama gemmalux Tutti i cavalieri ne hanno una. Essa ci dona il potere e la forza della luce, e al suo interno è presente una sorta di magia bianca che aiuta alla sconfitta dell'oscurità. Infatti ogni volta che distruggiamo una forma di oscurità la gemma acquista più forza e di conseguenza anche noi.- Distolsi lo sguardo dalla gemma e poi non potei fare a meno di chiedere:-E come la sconfiggete questa "oscurità"? Vi ritrovate tutti a mezzanotte in un punto e accendete candele,torce e magari fate  anche un falò?-
Per tutta risposta mi guardò con la fronte aggrottata mentre scuoteva la testa, quasi come se si fosse offeso -Dovevi dirlo per forza, vero?- mi domandò trattenendo una risata.
Feci spallucce e poi Chris riparlò
-Vedi ragazzina...- gli mandai un' occhiataccia prima di correggerlo
-Alli. Mi chiamo Alli, non ragazzina.-
-Si, si, come vuoi.- fece lui come se non avessi parlato -Comunque, stavo dicendo che non facciamo nessuna delle cose strambe di cui hai parlato... Sarebbe ridicolo!-
Quindi questo sarebbe ridicolo ma tenere una pietra in tasca e sconfiggere l'oscurità no.
-Il buio, l'oscurità, be' vedi, non sono sempre come l'immagini.- continuò lui -Si presentano sotto mille aspetti come ad esempio  le ombre, animali feroci, mostri e creature che non credo esistano nel mondo conosciuto, ma anche sotto forma di venti, cicloni e talvolta anche di persone le quali sembrano così normali e innocue all'esterno, ma dentro di esse nascondono un potere e una forza oscura capace di distruggerti fisicamente, moralmente ma anche mentalmente.-
Sorrisi malinconicamente :-Allora non sono poi così diverse dalle persone normali.- notai pensando a mio padre che non avevo mai conosciuto realmente. La prima volta che ho messo piede in questo posto avevo subito pensato a lui e a come sarebbe stato in pensiero per me, poi quando  ho scoperto davvero chi fosse, allora ho iniziato a sentirmi come se tutto quel poco che avevo vissuto con lui era svanito, come se non fosse mai esistito, come se non contasse più nulla e appunto, nulla valeva.
Così cercando di nascondere nella voce quel filo di rabbia che provavo per lui chiesi -Come conosci mio... Cioè Michael.- Chris ci pensò su e poi disse -In realtà non saprei dirti. La verità è che lo conosco da sempre. Da quando ero piccolo lui è sempre stato come un padre per me e anche per Stephanie. Come molti cavalieri, i miei genitori sono morti in una grande lotta circa 10 anni fa, in realtà solo mio padre. Mia madre è ricoverata alla clinica di Latronia. Da quando papà è morto lei è cambiata un sacco e qualche anno dopo la battaglia, ha iniziato a delirare e sembrava sotto shock ogni volta che si parlava o anche solo se sentiva nominare quella battaglia del cazzo.- Chris fece una pausa, lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi che ripercorrevano attenti le strade del passato. -Alla clinica dicono di non aver mai visto nulla del genere. Alcuni dicono che sia sotto incantesimo, altri invece affermano che abbia addirittura delle visioni, probabilmente dovute allo shock della battaglia, ma nessuno sa dirmi qualcosa di veramente concreto.- non capivo perché me ne stesse parlando, io non glielo avevo chiesto e di certo non sapevo nemmeno cosa rispondergli. Però un po' lo capivo. Anche io avevo perso mia madre quindi gli dissi -Senti, io non ti conosco e non ho conosciuto i tuoi genitori, ma credo che nella vita tutto quello che succede, be', accade per un motivo. Ormai è andata così, certo, sarebbe potuta andare meglio ma non è successo.
Quindi dovresti essere fiero dei tuoi genitori, per quello che sei oggi ma anche di te stesso perché senza la tua volontà non sarebbe stato possibile.- feci una pausa per cercare di trovare le parole giuste poi dissi ferma e concisa -Il punto è che noi essersi umani non ci rendiamo conto di quanto sia importante qualcosa fino a quando non l'abbiamo persa. Perciò ti auguro di aver passato più tempo possibile con loro e di tenere in mente tutti i loro insegnamenti, non buttarli al vento, ma fanne tesoro perché quelli sono gli unici che ti restano e non ce ne saranno mai altri simili. Mai.-
Ok. Ora una parte delle cose che avevo detto era costituita da un'accozzaglia di stronzate, ma per il resto erano cose che pensavo sul serio e le avevo dette senza volerlo pensando a mia madre.  Chris rimase sconvolto, quasi pietrificato per un secondo e sperai di non aver detto nulla di sbagliato e prima che potesse aprire bocca  subito chiesi:-e Stephanie?-
Chris esitò un po' poi disse: -Anche sua madre è morta nella battaglia e il padre l'ha abbandonata quando era molto piccola.- fece un sospiro e poi disse -Però non dirle che te l'ho detto.-
-nono, tranquillo.- lo rassicurai.
Poi riportai l'argomento su mio padre -Quindi conosci Michael da tempo?-
-E davvero tuo padre?- chiese ignorando la mia domanda
-Be', così dovrebbe essere.- risposi -Quindi è vero che ha una figlia e una moglie a Dublino?- sembrava offeso perché Michael non gliel'aveva detto. Perciò glielo feci notare -Cosa c'è, il tuo amico-padre non ti ha detto la verità?- sapevo che lo stavo infastidendo, ma stavo facendo il suo gioco quindi non mi preoccupavo.
-In realtà lo ha accennato ma non gli piaceva parlarne e così io e Stephie lo abbiamo sempre rispettato. Anche lui ha il diritto di avere una vita privata.-
-Ma allora perché quando ti ha mandato a cercarmi facevi così tanto il bellino con lui. "Mi ha mandato Michael Morris, eseguo degli ordini, blablabla".- gli feci notare imitando la sua voce.
-Ehi, è pur sempre uno dei Cinque e poi non potevo parlarti di lui così. chi mi diceva se potevo fidarmi di te.- rispose lui sulla difensiva.
-E chi ti dice che adesso puoi fidarti?.- gli domandai alzando un sopracciglio.
Chris fece un falso sorriso. Poi si avvicinò, mi guardò con gli occhi socchiusi e le braccia incrociate e con lo sguardo fermo e impassibile disse -Forse adesso conosci una parte della storia di Latronia e anche una parte della mia, Ma se ti basi solo su questo, capirai di non conoscermi per niente. E lo stesso vale per questo posto.- lo aveva detto tenendo fissi gli occhi nei miei come per sfidarmi e io dovevo guardarlo alzando lo sguardo per tenergli testa poiché era davvero molto alto rispetto a me (anche se non ci vuole molto per superarmi). Avevo una voglia infinita di distogliere lo sguardo dal suo che era tagliente e fastidioso come il contatto di mille aghi di vetro sulla pelle. Ma non lo feci, ero troppo orgogliosa. Riuscii fortunatamente a sopportare quegli occhi di ghiaccio e a dire -Tranquillo. Non ho bisogno di conoscerti e non ho intenzione di farlo.-
Chris si voltò di nuovo verso la vallata e trattenni un respiro di sollievo. Forse avevo esagerato ma se devo dire la verità in quel momento non mi importava più nulla. Chris fece per andarsene, ma io avevo ancora bisogno di sapere
-Aspetta...- lo fermai -Cosa centra mio padre con tutto questo e con te e Stephanie.-
Stavolta mi guardò senza lasciar trapelare un briciolo di emozione e disse -Ogni cavaliere ha un addestratore. Michael è quello mio e di Stephanie e tutto quello che sappiamo lo dobbiamo a lui.- fece una pausa -sai, quando cresci ti rendi conto che  dentro di te può scorrere tutto il sangue di cavaliere che vuoi, ma se non sei addestrato e non hai abilità allora non serve a nulla.- altra pausa -Il resto fattelo raccontare da Michael. Mi sembra di aver capito che è tuo padre, o sbaglio?- queste ultime parole furono una pugnalata nello stomaco e non seppi come reagire. Restai in silenzio mentre lo guardavo rigirare i tacchi per andare verso l'uscita. Poi però si voltò nuovamente, il sole spruzzava le ciocche dei suoi capelli con un colore dorato e squadrandomi dalla testa ai piedi aggiunse quasi con disprezzo -Non hai preso neanche un po' di Michael.-
Ed ecco che arrivava la seconda pugnalata.
Poi scomparì definitivamente  e si incamminò attraverso il corridoio a testa alta, senza voltarsi. Con la rabbia che ribolliva nel petto guardai Latronia. Questa volta non la guardai sognante come avevo fatto poco prima ma iniziai a immaginare Chris. Sì proprio così. Mi chiedevo come sarebbe stato bello vedere la sua testa volare oltre la vallata fino a schiantarsi sul suolo.
Ripensandoci non sarebbe stato bello, ma fantastico.
Anzi, forse indescrivibile.

Cercavo di prendere sonno ma non riuscivo ad addormentarmi con tutte le cose che mi frullavano per la mente e così l'unico risultato fu quello di essermi rigirata per
Un ora e più tra le coperte senza alcun risultato. Mi alzai dal materasso e andai a
Osservare Mel che ronfava beatamente. Dio, come la invidiavo in quel momento. Era ancora presto: le sette del mattino. Non riuscivo a levarmi dalla testa l'immagine di Latronia e quella di Chris che parlava di mio padre. Avevo bisogno di sapere di più, e per farlo non potevo chiedere né a mio padre, né a Chris e nemmeno a qualsiasi altra persona, perché nessuno mi avrebbe dato le risposte che cercavo. Dovevo cavarmela da sola e ne ero consapevole. Ma in quel momento pensai che forse non faceva male una mano in più, così continuai a guardare Melanie e feci un sorrisetto, presi un cuscino e mi gettai con un grido di battaglia sulla mia amica. Melanie si alzò di scatto, sbiancando quasi per la paura mentre le avevo appena tirato un'altra cuscinata. Scoppiai in una sonora risata e Mel colse l'occasione per afferrare il suo cuscino e sbattermelo sulla faccia. Mi colse impreparata e questo sembrò farle ritornare il buon umore e così scoppiammo a ridere entrambe.
-Che cosa ti è saltato in mente Alli!- disse lei ad un tratto.
-Che ore sono?- aggiunse subito dopo.
-...ehm... Le sette.- risposi con un sorrisetto da colpevole. Mel sgranò gli occhi e prima che potesse aprire bocca per dare sfogo alla sua rabbia le dissi -Dobbiamo uscire subito di qui. Non chiedermi spiegazioni e vieni con me... Ci servirà anche Dylan, quindi dobbiamo sperare di riuscirlo a trovare qui dentro.-
Melanie aprì la bocca per ribattere poi la richiuse e borbottò qualcosa di non molto piacevole nei miei confronti e si alzò dal letto controvoglia. Nessuna di noi due dovette vestirsi dal momento che indossavamo gli stessi panni di quando eravamo arrivate in quel posto. Avevamo seriamente bisogno di vestiti puliti... e di una doccia. Uscimmo dalla stanza in punta di piedi e attraversato il corridoio scendemmo le scale cercando di fare il meno rumore possibile. Sapevo che una delle tre direzioni che avevamo davanti portava al piano di sotto dove c'era la cucina, ma in questo momento ci serviva la stanza di Dylan che non avevamo la più pallida idea di dove fosse tra tutti quei corridoi.
Così imboccammo un corridoio a caso sulla destra sperando che ci portasse dove volevamo. Mentre camminavamo non potevo fare a meno di osservare le pareti coperte da una splendida carta da parati di un blu intenso con strani decori a ghirigori dorati. C'erano diverse porte, ma nessuna di noi due si azzardava ad aprirle per vedere cosa ci fosse nascosto al loro interno. Quel posto era un labirinto eppure aveva qualcosa di familiare. Stavo cercando di capire se fossi già stata in questo posto ma i miei pensieri furono interrotti da Mel :-Alli... non potevi dormire un'altro po'?-
Sbuffai e poi la guardai: -No. Dobbiamo trovare il modo per uscire di qui. Devo scoprire che cos'è questo posto.-
Melanie però sembrava non capire e così le spiegai quello che avevo visto quella mattina e le dissi ciò che aveva detto Chris su mio padre e Latronia. La mia amica non parlò. Tutto quello che riuscì a dire fu solo: -incredibile.-
Mentre continuavamo a camminare Mel si fermò e disse
-Perché noi? Cioè,voglio dire: credi che ci sia un motivo per il quale siamo qui?-
In realtà non ci avevo mai pensato. Stavo quasi per risponderla ma qualcuno mi tirò all'indietro, mi afferrò e prima che potessi urlare mi chiuse la bocca con una mano. Davanti a me vidi Melanie irriggidirsi con un espressione preoccupata sul volto per poi rilassarsi emettendo un sospiro di sollievo. La persona che mi stringeva allentò la presa, quindi mi voltai di scatto e capendo chi avevo difronte gli tirai un ceffone sulla guancia. -Ahia!- disse Dylan con una smorfia di dolore. -te lo meriti- risposi -mi hai fatto morire di paura.-
Melanie stava trattenendo una risata e siccome ne avevo già abbastanza iniziai a parlare
- Ok Dylan, cercavamo te e adesso che ti abbiamo trovato dobbiamo uscire di qui. Non fare domande ti spieghiamo tutto dopo.-
-Sicura che è una cosa saggia?- domandò lui.
-Vuoi davvero che ti risponda?- dissi guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Sì se vogliamo uscire da questo posto.-
-Che cosa?!- dicemmo in coro io e Mel.
-Stai dicendo che sai come uscire?- chiese Mel incredula.
-Be', diciamo che fino ad ora non è che me ne sia stato con le mani in mano.- poi vedendo il modo in cui lo guardavamo con un sorrisetto trionfante disse
-Tranquille. Vi spiego dopo. Ora seguitemi.-

Angolo autrice:
Che dite, vi piace la storia?
Fatemelo sapere con un commento (si accettano critiche se costruttive). Chiedo scusa se non pubblico spesso e per gli eventuali errori di battitura. Le idee sono sempre bene accette. Grazie per il supporto e buona lettura.

"The Knights of the Night" -il Cuore di Luce-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora