Finalmente svoltato un angolo, Dylan ci condusse verso una porta che continuava con una scala la quale conduceva sul retro della casa. Controllammo che non ci fosse nessuno nei paraggi e ci incamminammo verso il bosco. Però non seguimmo il sentiero che avevamo percorso ieri, perché grazie a Mel che inciampò, trovammo una stradina secondaria che portava in una zona dove gli alberi si facevano sempre più radi . Da quel punto si poteva ammirare Latronia con tutto il suo splendore nella vallata verdeggiante. E grande fu il nostro stupore quando scorgemmo una stradina sulla quale era posto un cartello di legno dove c'erano intagliate le seguenti informazioni:
"Latronia"
PERCORSO ALTERNATIVO
(m 799)-Ma allora perché non siamo venuti da questa parte ieri? Ci avremmo impiegato molto di meno- disse ad un tratto Dylan confuso.
-Non lo so- risposi -ma di sicuro un motivo ci sarà stato.-
Però prima di imboccare la stradina, qualcosa portò la mia attenzione verso il bosco. Mi avvicinai agli alberi sotto lo sguardo perplesso dei miei amici e quando mi accovacciai per capire cosa fosse ciò che mi aveva attirato tanto, restai per un secondo senza fiato. Tra i diversi e variopinti fiori di campo ce n'era uno che si distingueva da tutti gli altri. Lo stelo sottile era trasparente e sembrava fatto come di vetro o cristallo. I petali vellutati ,invece, erano di un nero intenso che sembrava scurirsi sempre di più sotto i miei occhi; e poi al centro, dove uno si sarebbe aspettato di vedere il giallore del polline, c'era una sorta di punto luce, un piccolo diamante delle dimensioni di quelle perline che usano per fare le collane. Precisamente era una gemma, nera come la notte. E se non fosse stato per il suo luccichio, sarebbe stata un tutt'uno con i petali. Sembrava così estremamente fragile che avevo paura di romperlo solo guardandolo. Così allungai cautamente la mano verso lo stelo e staccai, con più facilità di quanto
pensassi, il fiore da terra. Potei constatare con grande sorpresa che lo stelo del fiore era realmente di cristallo e non riuscivo a capire come poteva essere possibile che quel sottilissimo gambo era in grado di sorreggere i petali con tutta la gemma. Incredibile.
- Già.- concordò Dylan alle mie spalle. Non mi ero accorta che si fosse avvicinato, né tanto meno di aver parlato ad alta voce. Anche Mel, seppur titubante, si era avvicinata, ma era qualche passo dietro Dylan come se avesse paura che da un momento all'altro quel fiore sarebbe potuto esplodere. Mi voltai verso di loro dando le spalle al bosco. Tenevo il fiore appoggiato sul palmo della mano destra che allungai verso Mel e Dylan per permettergli di osservare meglio.
-È una cosa scientificamente impossibile.- disse ad un tratto Melanie.
-ok, allora a quanto pare la scienza dovrà andare a farsi fottere.- concluse Dylan.
Feci una risata soffocata a quella scena e poi continuai a guardare il fiore. Era così piccolo e fragile, ma
trasmetteva una specie di forza che non mi sapevo spiegare. E più lo reggevo e più sembrava appesantirsi. Ero troppo attratta da quel fiore per capire ciò che Dylan mi stava dicendo e quando finalmente mi decisi a guardarlo, scorsi sul suo volto un espressione tra un misto di paura e preoccupazione. E solo quando Mel urlò il mio nome terrorizzata mi resi conto del pericolo. Sentii un rumore come di un fruscio provenire dietro di me e non ebbi il tempo di scappare o di voltarmi che mi ritrovai in un secondo a terra senza fiato. Qualcosa mi aveva spinta con violenza sul suolo e tutto quello che riuscii a pensare in quell'istante fu il fragile fiore che strinsi nella mano per paura di perderlo. Ma nel piccolo arco di tempo che mi ci volle per finire a terra, quello si frantumò in mille pezzi. Vidi i petali diventare scura polvere che in meno di un secondo venne trasportata da un soffio di vento e lo stelo era ormai ridotto a
un'infinità di schegge le quali alcune mi penetrarono nella pelle. Sentivo la mano sanguinare ma nonostante ciò serrai nuovamente il pugno . -Alli!- urlò Mel. -Corri!-
Cercai di alzarmi il più in fretta possibile ma appena mossi un piede per fare il primo passo, venni scaraventata nuovamente per aria e andai a sbattere contro un tronco di un albero. Lo schianto fu talmente forte che la testa sembrava colpita da mille martelli impazziti e mi si appannò la vista per un momento. Quando dopo 5minuti che sembrarono un'eternità riuscii a distinguere quello che avevo davanti, sperai quasi che mi si appannasse di nuovo la vista. L'essere che avevo davanti era quasi indescrivibile: aveva due ali nere che superavano il doppio di me, il corpo era come quello di un rettile, viscido e squamoso, con le zampe come quelle di un T-rex in miniatura. La
testa a tratti sembrava quella di un grifone e altre volte come quella di un drago. Ma la cosa che si notava di più erano le lunghe fila di denti aguzzi che spuntavano dalla bocca bavosa. Ebbi un senso di nausea. Ero troppo spaventata per pensare ma sapevo che se avessi fatto un solo passo falso non ce l'avrei fatta. Il tempo era poco e non c'era nulla che io potessi fare. Vidi quella sagoma scura avvicinarsi verso di me ancora acquattata accanto al tronco. Ormai era finita. Non avevo speranze. -Ehi, brutto essere schifoso!- urlò una voce in lontananza. Melanie.
Ok... Adesso ero fottuta davvero. Il mostro tuttavia fu distratto da lei e subito dopo fu colpito da una raffica di pietre appuntite lanciate da Dylan. Quei pochi secondi di distrazione mi diedero un gran vantaggio. Con le forze restanti mi alzai e corsi verso il bosco. Però capii che non potevo correre, non avevo forze, la testa mi girava e lanciai un occhiata alla mano grondante di sangue. Con grande sorpresa vidi che comunque ero riuscita a tenere chiusa la mano e che la gemma al centro del fiore era l'unica cosa rimasta intatta. Dopo non molto udii un batter d'ali familiare seguito dai passi e dalle voci dei miei amici. Non mi vedevano e quindi urlavano nel bosco sperando che riuscissi a sentire le loro parole.
-Non vuole noi Alli! Vuole te!
Dicevano. E poi aggiungevano
-Scappa!- oppure -Nasconditi!-
Ero tentata di fare tutte e due le cose ma ero ridotta come uno straccio e ogni singolo movimento mi era impossibile. Tentai di rimettermi in marcia, ma ali nere come la pece mi bloccarono il cammino. -Ora non puoi più scappare, ragazzina.- disse quell' essere. -Fermo!- urlò ad un tratto Dylan brandendo un ramo di un albero a mo' di arma. Il mostro seccato, con un battito d'ali fece cadere Dylan e quando Mel corse da dietro un albero per soccorrerlo quell'orribile creatura con uno strano movimento la fece bloccare. Sembrava come congelata, immobile e non mostrava nemmeno un battito di ciglia. Anche Dylan sembrava non muoversi ma era soltanto per il dolore e io potevo capirlo.
-Allora...- disse il mostro voltandosi verso di me -... dove eravamo rimasti?-
-Cosa hai fatto ai miei amici?!- dissi con tutto il fiato che mi era rimasto in corpo.
-Oh, ma loro stanno bene.- cercò di rassicurarmi con quella voce cupa e gutturale, poi continuò - piuttosto dovresti preoccuparti per te.-
Ormai non avevo via di fuga. La sagoma scura si avvicinava sempre di più con un ghigno terrificante. Riuscii a vedere con la coda dell'occhio Dylan che era riuscito ad alzarsi ma era troppo debole. Tutto quello che riuscii a sentire del mio amico fu il -No!- che urlò quando il mostro mi si avvicinò spalancando le fauci. Poi ci fu un sibilo seguito da un suono sordo e da un urlo. Qualcuno aveva colpito il collo del mostro con una freccia. Ne seguirono subito altre e quell'essere ripugnante si contorse facendo smorfie e urla di dolore. Nonostante tutte quelle frecce il mostro sembrava non arrendersi. Sentii la gemma bruciare nella mano sanguinante e istintivamente la scagliai con le poche forze che avevo contro il petto del mostro. Quest'ultimo fu avvolto da un fascio di luce talmente forte che dovetti distogliere lo sguardo. Ci fu come un esplosione e la gemma era come rimbalzata accanto ai miei piedi. La raccolsi e la misi nella tasca dei jeans e restai a guardare la scena. Il mostro era scomparso e al suo posto c'era un mucchio di polvere che in parte era ancora nell' aria. Dylan era in piedi appoggiato contro il tronco di un albero, Mel si sbloccò e corse verso Dylan come se non fosse mai stata bloccata. Alcuni uomini a cavallo con arco e frecce uscirono da dietro alcuni alberi. Non erano molti ma speravo che chiunque fossero avrebbero mostrato un briciolo di compassione per noi, e così fu. Feci in tempo a vedere alcuni uomini che prestavano soccorso a Dylan aiutati da Mel, poi non mi sentii più le gambe e sembrava che il terreno sotto di me fosse scomparso. Caddi stremata sulla terra umida. La vista si annebbiò e sentii le braccia di qualcuno sollevarmi dal suolo. Improvvisamente fu tutto buio.
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"The Knights of the Night" -il Cuore di Luce-
Fantasy"-Tutto quello che ti posso dire ragazza è che prima di conoscere la storia degli altri, devi conoscere la tua.- Già mi aveva detto una cosa simile il giorno prima, ma vi assicuro che non mi colpì come nel modo in cui lo aveva detto questa volta." ...