13. Quello che accadde in Piazza Auris

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Partiamo dal presupposto che quella mattina ero stanca morta dal momento che mi ero alzata alle cinque del mattino, avevo le gambe distrutte a causa di una corsa non molto piacevole attorno a quel lago e a causa della pazza cavalcata di poco fa (dovete sapere che per chi non è abituato ad andare a cavallo, il dolore alle gambe,le quali devi cercare di tenere il più possibile attaccate all'animale, è garantito). Inoltre non avevo la più pallida idea di come arrivare nella piazza in cui stava imperversando la battaglia e il centro della città era deserto (immaginai che tutti fossero andati in Piazza Auris a combattere). Camminai facendomi guidare dalle grida e dalla puzza di bruciato. Per mia fortuna udii uno scalpiccio di zoccoli poco distante da me. Il cavallo nero, sempre nella sua maestosa ed elegante posa si avvicinò a me. Sapevo (e non chiedetemi come) che voleva che salissi sulla sua groppa. Così montai il cavallo come se lo avessi fatto già un milione di volte. Era pur vero che avessi imparato a salire sul cavallo abbastanza bene, ma mi era molto difficile farlo cavalcare e tutto quello che posso dire e che il cavallo non se ne fregava minimamente della mia incompetenza e avanzava a passo svelto ignaro della mia presenza. Arthur aveva detto che dovevo lasciarmi guidare dal cavallo e in quel momento pensai che lo stessi facendo proprio bene dal momento che il cavallo ignorava ogni mio comando. Sembrava sicuro di dove stesse andando, e così, affrettandosi per i vicoletti della città il cavallo riuscì a raggiungere la piazza. Trattenni per un momento il fiato. C'erano moltissimi cavalieri in piazza che combattevano contro i mostri. Molti erano distesi a terra segnati da brutte ferite, alcuni combattevano senza sosta, e altri ancora aiutavano i feriti ad alzarsi e mettersi al sicuro. Quelle orribili creature potevano essere una decina, non di più, ma valevano per una centinaia. Sputavano ininterrottamente fuoco dalle loro bocche spalancate e contemporaneamente emettevano dei versi spaventosi. Alcuni di loro avevano anche le ali come quello che avevo visto per la prima volta. Il cavallo sembrò allarmarsi e d'improvviso fece uno scatto fulmineo che impedì a una sputata di fuoco di carbonizzarmi. Indecisa su cosa fare scesi dal cavallo dal momento che se fossi rimasta lì ancora per un altro po' mi sarei potuta ridurre letteralmente in cenere. Intanto i cavalieri stavano combattendo fino allo stremo e con tutte le loro forze. Gridi di battaglia (sia umani che non) imperversavano nell'aria e il rumore di spade che colpivano e ferivano proveniva da ogni direzione. E tra queste numerose urla riuscii a distinguere un sussurro che addirittura le sovrastava. -Alli...- disse una vocina dietro me -cosa ci fai qui?-
Disse Cail afferrandomi per un braccio e dirigendosi dietro a un albero nella parte più esterna della piazza. Il ragazzo mi guardava confuso con il volto sporco di polvere e i capelli arruffati, la sua tuta da combattimento aveva qualche strappo e la spada che brandiva in mano era sporca di una strana sostanza melmosa.
-Come hai capito che ero io?- chiesi probabilmente più confusa di lui.
-Diciamo che la tua chioma riccioluta si vede da tre miglia di distanza.- rispose posando lo sguardo sui miei capelli.
-in ogni caso,Non dovresti essere qui, è troppo perico...- non riuscì a finire la frase che uno di quei mostri aveva sputato fuoco contro l'albero cui eravamo dietro. Fortunatamente Cail fu rapido e riuscì a spostarci entrambi prima che un ramo infuocato potesse caderci addosso.
-Seguimi e guardati bene intorno.- disse afferrandomi una mano con la sua mentre l'altra stringeva ancora saldamente la spada. Mentre si faceva strada tra la battaglia stava bene attento a non lasciarmi la mano e quando un qualsiasi essere mostruoso si avvicinava lui li colpiva e continuava a camminare velocemente. Vidi che si era fermato davanti ad un uomo alle prese con un mostro che non voleva saperne di perdere. Era Arthur. Sembrava quasi un'altra persona quando combatteva. Con la fronte imperlata di sudore e un espressione concentratissima respingeva gli attacchi del mostro fendente dopo fendente.
-Hei Arth!- gli urlò Cail ad un tratto.
-Cosa diavolo vuoi?!- rispose senza staccare gli occhi dall'avversario.
-C'è un problema!- disse Cail con un tono abbastanza alto per farsi sentire oltre il fracasso dello scontro.
-Uno solo?!- rispose Arthur sarcastico continuando a combattere.
-È importante!- gli urlò nuovamente il ragazzo.
-Ti sembra il momento...?!- Arthur aveva lanciato appena uno sguardo verso di noi con la coda dell' occhio, borbottò qualcosa che suonava come "dannazione" e poi disse -Dammi solo qualche minuto...- sferrò un forte fendente -...e sono subito da te!-
Con uno scatto fulmineo riuscì a ferire il mostro nel suo punto debole, poi quando la creatura non riuscì a fare a meno di contorcersi dal dolore, Arthur afferrò l'elsa con entrambe le mani e conficcò la lama tagliente nel viscido corpo del mostro. Quest'ultimo dopo aver lanciato un urlo agghiacciante si trasformò in un mucchio di polvere. Poi senza nemmeno darmi il tempo di reagire si avvicinò afferrandomi per un braccio e trascinandomi dietro la prima casa che si trovava appena fuori la piazza.
-Per tutti i troll! Si può sapere cosa diavolo hai in quella testa ragazza?!- disse con uno strano tono di voce. Anche Cail (non me ne ero accorta) si trovava al fianco di Arthur.
-E che...-
-Sai una cosa?- mi interruppe lui
-non importa, avrei dovuto insegnarti prima come usare le armi.-
Poi si rivolse a Cail.
-Dammi una spada.-
Il ragazzo gliene diede una che aveva attaccata alla sua cintura.
-Questa spada ragazza mia, si chiama gladio...- disse impugnando l'arma -è una spada piccola e facile da maneggiare. Ma sai qual è il punto forte del gladio?- scossi la testa.
-La lama a doppio taglio. La sua punta affilata può essere letale ed è in grado di penetrare facilmente nella carne.-
Lo guardai stralunata.
-Ma io non so come si usa.- dissi preoccupata.
-Lo so- rispose -e io sarei un pazzo a lasciare un' arma nelle mani di una persona che probabilmente non ne ha mai vista una. Ma non c'è tempo. I mostri li fuori aumentano e c'è bisogno delle forze di tutti i cavalieri che disponiamo.-
-Come faccio ad usarla?- chiesi tanto per non essere così impreparata.
-Usa la lama appuntita ma non fare mosse avventate. Mantieni ben stretta l'impugnatura e non allontanarti da me. Ormai nei dintorni nessun luogo è sicuro.- il volto impolverato e ricoperto di graffi aveva un espressione serissima che non ammetteva contraddizioni. Afferrai la spada e mi accorsi che era più leggera di quanto pensassi, poi Arthur s'incamminò seguito da Cail e io a mia volta, seguii quest'ultimo.
-Ragazza.- si voltò Arthur guardandomi dritta negli occhi
-Ricorda: con la punta si uccide prima.-

"The Knights of the Night" -il Cuore di Luce-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora