11. Il primo addestramento

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Quando il mostro se ne andò tirai un sospiro di sollievo. L'alano approfittò del momento post combattimento per leccarsi le ferite. Io rimasi a terra ancora scioccata da quello che era appena successo. Chris era in piedi, con una strana espressione stampata sul volto e l'unico movimento che stava facendo era quello di pulire la spada dal sangue del mostro passandola sulla manica della sua maglia. Appena finì di ripulire l'arma mi guardò e venne a passo spedito verso di me sembrando parecchio arrabbiato. Mi alzai immediatamente spazzolandomi di dosso i residui di foglie e terra.
Mise la spada nel fodero poi mi guardò dritto negli occhi e parlò
-Che cosa diavolo volevi fare?!-
Non mi aspettavo questa reazione quindi non avevo la più pallida idea di cosa rispondere.
-Io volevo solo aiutare...- cercai di spiegare.
-Aiutare?!- fece eco lui -a me è sembrato che volessi farti ammazzare!- più parlava più sembrava che la rabbia gli aumentasse.
-Io volevo...- non iniziai nemmeno la frase che subito mi interruppe.
-Non mi interessa quello che volevi. Mai. Mai e poi mai si deve colpire uno di quei cosi alle spalle. Potrebbe essere un errore fatale. Serve solo a istigarli di più.-
-Ma tu lo hai fatto!- gli feci notare
-Sì, io l'ho fatto.- ammise -Ma ti voglio far notare che combatto dall'età di 9 anni perché è per questo che noi cavalieri veniamo addestrati. Siamo intesi?-
-Sì, però in ogni caso non ce l'avresti fatta da solo.- non volevo dargliela vinta e poi se non fosse stato per l'alano anche lui poteva non essere vivo in quel momento.
-Senti, apriamo e chiudiamo questo discorso qui: la prossima volta che ti dico di andare via tu vai via e lascia fare il resto ai cavalieri, Capito?!- mi disse fermamente.
No, non capivo.
-Ma perché?! Se vedo qualcuno in difficoltà e ho la possibilità di aiutarlo, io l'aiuto!(sto parlando del cane ovviamente)- a questa frase ci voltammo per un momento verso il cane che sembrava seguire attentamente la nostra conversazione. Poi Chris tornò a parlare.
-È questo il punto. Tu non avevi la possibilità! Non hai un addestramento e di conseguenza non sai difenderti. Inoltre non sei nemmeno un cavaliere e in questo momento dovresti essere con tua madre nel mondo conosciuto a fare le cose che di solito fanno quelli come te. In ogni caso non dovresti essere qui!-
Avrei voluto urlargli in faccia che (probabilmente) ero anche io un cavaliere e che non ce l'avevo più una madre ma sarebbe servito soltanto a peggiorare le cose. Il suo sguardo ancora piantato su di me era così fermo che ne potevo sentire il peso. Feci uno di quei versi di rabbia e poi gli diedi le spalle. Non lo sopportavo più. Poi mi afferrò per un braccio stringendo molto più forte delle volte precedenti.
-Adesso andiamo a casa!- sentenziò.
-Posso andarci anche senza la manina!- gli urlai
-Andiamo.- fece lui come se non avesse sentito. Lo odiavo. Mi stringeva come se avesse paura che da un momento all'altro qualcosa poteva portarmi via.
-Vuoi smetterla di fare finta che ti importi qualcosa di me!- gli urlai piena di ira. A queste parole si fermò di scatto e si voltò guardandomi dritta in faccia.
-Che cosa?!- mi sfidò a ripetere.
-Ho detto: perché fingi che ti importi qualcosa di me?!- urlai persino più forte di prima ma più lentamente.
-Perché mi importa!- disse con un tono di voce uguale al mio.
Lo guardai confusa. Ci furono secondi di silenzio che sembravano un infinità. Alzai la testa per poterlo fissare dritto negli occhi. Davvero gli importava qualcosa di me? Sembrava sincero, ma dopo arrivò il momento che demolì il mio pensiero precedente.
-Mi deve importare di te. Altrimenti cosa direbbe Michael se gli portassi a casa sua figlia senza vita.- lo disse come se fosse una cosa ovvia. Che stupida. Era questo che gli importava. Farsi ammirare ancora di più da mio padre.
-Giusto.- iniziai -avevo quasi dimenticato di come ti piace fare il leccapiedi di mio padre.- lo dissi con un tono così tagliente che mi stupii di me stessa.
-Io non sono il suo leccapiedi!- si volle giustificare
-Ma davvero?- lo istigai
-Basta! Torniamocene a casa.-
Mi strinse ancora più forte il braccio e iniziò a tirarmi.
-Lasciami idiota che non sei altro...-
Prima che potessi urlargli addosso qualsiasi altra cosa l'alano nero si mise tra di noi e Chris quindi fu costretto a mollare la presa. Il cane ringhiava e abbaiava contro il ragazzo in modo minaccioso. Chris era stato colto impreparato e quindi apparve parecchio sorpreso.  Cosa che non mi fece dispiacere.
Il cane continuava a ringhiare e solo quando decisi che aveva fatto  abbastanza lo fermai.
-Hei bello, basta così.-
Il cane smise subito e poi mi si avvicinò passandomi la lingua su di una guancia. Nonostante la bava appiccicosa quel cucciolone mi era mancato. Poi si incamminò e si voltò a guardarci.
-Credo che voglia accompagnarci.- dissi a Chris
-Se proprio non abbiamo opzioni...-
E così tornammo sul sentiero di casa senza nemmeno dire una parola aspettando di arrivare a destinazione insieme al grande alano nero.

"The Knights of the Night" -il Cuore di Luce-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora