twenty-five.

538 68 24
                                    

Michael scoppiò quasi a ridere. - Non si vede? - chiese, il viso a pochi centimetri da quello di Calum, le mani sulla schiena.

Calum sembrava arrabbiato, deluso quasi, e Michael si allontanò. - Che c'è? -

Anche se Michael non poteva saperlo, Calum era arrabbiato, furioso con se stesso, non con Michael in particolare. Si buttò sul divano e raccolse le ginocchia al petto. 

- Immagino che tu non ti sia preso la briga di ascoltarmi, quando ti ho fatto vedere quell'anello nero, vero? -

Michael era confuso. 

- Che intendi? Non era solo una scusa per- -

- Per che cosa? Perché io non l'ho detto come se fosse una scusa. Pensavo che, non so, mi avresti chiesto qualcosa, e invece no. Forse avrei dovuto dirtelo direttamente io così che tu non ti facessi strane idee, ma sarebbe finito tutto come adesso. -

- Calum, sul serio, di che cosa stai parlando? E' solo un anello, non capisco. -

- Solo un anello? - chiese Calum con un tono quasi sarcastico. Ma in realtà stava trattenendo a fatica le lacrime. Era stanco di quel copione che sembrava ripetersi ogni volta.

- Non è solo un anello, credimi. Posso chiederti una cosa? Rispondimi onestamente. Quando ho accettato l'invito al tuo "appuntamento", o quando ti ho dato il mio numero di telefono, ti è passato per la testa anche solo una volta che io non potessi essere, come diresti tu, gay? -

- Cioè? - 

Michael cominciò a pentirsi anche solo di essersi proposto per accompagnare Calum a casa, soprattutto ora che vedeva quando difficile quella conversazione fosse. 

- Già. Sorpresa. Non esiste solo bianco e nero. E solo io so quanto tempo ci ho messo per capirlo e per cercare di non sentirmi un alieno o cose del genere. Sono asessuale. -

Silenzio.

- Eh? Cosa c'entrano le pia- -

Stessa. Conclusione. Ogni. Volta. A quel punto Calum scoppiò.  

- Non sono una dannatissima pianta! Non lo sono, e non sono una sorta di persona magica, né ho intenzione di diventare sacerdote. -

- Ma, voglio dire, sei sicuro che... non so, forse... -

- Sono sicuro di aver sentito tutte queste stronzate abbastanza per una vita intera. Mia madre voleva mandarmi in un istituto psichiatrico, perché a quanto pare essere come me è segno di qualche disturbo mentale, tutti i miei amici al liceo non mi credevano. "Sei una pianta, Calum?" No! E non hai idea di quanto io sia furioso con me stesso per non comportarmi da persona normale, una persona che non ti avrebbe interrotto prima, e invece io sono io, e al solo pensiero potrei vomitare. -

Ma Michael non capiva. Non capiva come potesse essere vero e pensava che Calum lo stesse prendendo in giro. Ecco, non gli credeva. L'espressione sul suo viso Calum l'aveva vista su quella di un sacco di altra gente, e si era ripromesso che non avrebbe accettato un'altra volta di non essere creduto su ciò che era.

- Lo so che non mi credi, lo so che pensi che ti stia prendendo in giro, e io per questo voglio che tu te ne vada. -

Drive-thru; MalumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora