III
— Tu sei stata maledetta, Roxelana. Non esiste gioia per te, solo dolore. —
La carrozza si fermò all'improvviso: lo sportello venne aperto e un uomo dalla pelle pallida come la morte, puntò gli occhi contro Roxelana e con un veloce scatto l'afferrò per i capelli, facendola cadere al suolo. La tirò, incurante delle grida di protesta.
Russi, briganti russi. I razboynik erano famosi in tutto il territorio poiché, proprio come Murat e Umut, andavano alla ricerca di schiavi da poter vendere a ricchi califfi e saccheggiavano carrozze per rubare oggetti preziosi con i quali potersi arricchire. Seminavano morte e distruzione fra i villaggi, stuprando e picchiando senza pietà tutte le donne che non catturavano, per puro divertimento.
Avevano appena sorpassato un villaggio in fiamme quando i briganti russi avevano teso loro un'imboscata. Nikolay, uno degli innumerevoli capi, non voleva lasciarsi scappare la succulenta occasione di catturare altre giovani schiave e far sgorgare del sangue non russo.
L'uomo dalla pelle pallida stava trascinando Roxelana per i capelli, la quale urlava come una forsennata, graffiava e alle volte pizzicava la mano del suo rapitore, nella disperata ricerca della salvezza.
Il Gran Visir era stato trascinato fuori dalla carrozza e adesso stava lottando contro due briganti dalla pelle sfigurata dal fuoco. Murat e Umut avevano tirato le sciabole dai loro pantaloni leggeri e stavano combattendo, menando fendenti a destra e a manca.— Ibrahim! Ibrahim! Gran Visir, padrone, vi prego salvatemi! —
— Il tuo padrone è morto. Lascia che ti consoli io adesso. —
Il brigante rise, afferrandole la testa con entrambe le mani e sbattendogliela su un masso con violenza. Roxelana sentì un tonfo sordo e un dolore lancinante cominciò a propagarsi per tutto il capo, mentre del liquido caldo e denso fuoriusciva lentamente, quasi in modo pigro, sporcandole i capelli e le spalle.
Tutto quello che la circondava rallentò: l'uomo dalla pelle pallida rise, guardando la sua espressione confusa e attontita. Roxelana cercava di alzarsi, ma non ci riusciva, poiché la botta ricevuta era stata troppo dolorosa e il sangue che continuava a fuoriuscire dalla ferita la indeboliva.— Roxelana! —
La voce di Ibrahim la destò da quello stato di intorpidimento in cui era caduta. Riuscì a rimettersi seduta e strisciare, poco alla volta, lontano dal suo assalitore, lasciando dietro di se una scia di sangue caldo, mentre il brigante la seguiva divertito.
— Roxelana! —— Ibrahim! Sono qui! — Urlò Roxelana, cercando di rialzarsi per poter fuggire. Se proprio doveva scegliere tra quel brigante e il Gran Visir, avrebbe scelto il secondo.
Si trovavano in una distesa immensa di pianura. L'erba verde e rigogliosa era l'unica cosa che poteva scorgersi per chilometri, il sole splendeva indisturbato in cielo accompagnato ogni tanto da qualche nuvola bianca.
Intorno a loro imperava la battaglia. C'era puzza di fumo; i razboynik avevano dato fuoco alla carrozza, ai cavalli che la trainavano e al cocchiere che li guidava. Quando Roxelana respirava lo sentiva entrarle nel petto e causarle dei conati di vomito, gli occhi le lacrimavano sia per la botta ricevuta che per il bruciare del legno. Non erano molti i briganti, ma oggettivamente molto più di loro e soprattutto erano armati. Alcune schiave erano riuscite ad afferrare alcune armi da quelli che Murat, Umut e Ibrahim avevano ucciso e adesso stavano lottando per salvarsi la vita; tra queste c'erano Resmie e Feride. Altre erano state catturate, picchiate violentemente e poi uccise, altre stuprate. Murat e Umut facevano il possibile per difendere il loro bottino, ma non avrebbero retto a lungo.
Dovevano fuggire e andare al sicuro oppure sarebbero morti.
L'uomo dalla pelle pallida le si stava avvicinando molto lentamente. Aveva una strana espressione stampata in volto come se stesse pregustando quello che di lì a poco le avrebbe fatto.
All'improvviso comparve Ibrahim, spada serrata nella mano destra e sangue sul viso. Era furioso e con quel liquido vitale che gli sporcava il viso, sembrava un demone.
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Roxelana: L' Imperatrice Dell'Est
Historical FictionCostantinopoli, 1518, Sublime Stato Ottomano. Ibrahim Pargali Pascià, il Gran Visir, giunge a Palazzo Topkapi con un regalo speciale per il suo sultano. Si tratta di Roxelana, una schiava dai lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Rox...