Quando Roxelana ed Ibrahim si sperarono, la schiava imboccò la parte opposta di quella del Gran visir, ovvero quella che conduceva direttamente agli appartamenti del sultano e degli altri componenti della famiglia reale.
I corridoio di Palazzo Topkapi erano bui e deserti, la pallida luce di luna e stelle illuminava la sua strada, rendendo il suo cammino più semplice da percorrere. Il castello del sultano era enorme, il più grande che Roxelana avesse mai visto e a causa della sua grandezza, molta gente si era persa per i lunghi corridoi.
Tappeti e quadri di vario genere erano appesi ai muri e ogni volta che la schiava vi passava davanti, sentiva una strana sensazione di disagio all'altezza del petto. Era come se gli occhi delle persone e degli animali raffigurati la seguissero per tutto il suo percorso. Era inquietante e non si sentiva a suo agio.
Tuttavia quei strani pensieri furono immediatamente interrotti dal suono di singhiozzi soffocati e silenziosi.
-Chi sarà mai... - Pensò la fanciulla, rallentando il passo e svoltando l'angolo per trovarvi Hatice Sultan. La donna era rannicchiata davanti la camera del sultano, con le mani fra i capelli e le lacrime che scendevano in modo incontrollabile sul bel volto; le spalle erano mosse da singhiozzi che le scuotevano le spalle e la sua voce rotta e rabbiosa continuava a ripetere sempre un'unica frase: - Perché Selim, perché hai fatto questo alla tua unica sorella? -
Roxelana si bloccò, osservandola, indecisa sul da farsi. Come doveva comportarsi con lei? Non la conosceva e non sapeva com'era il suo carattere. Era dolce e comprensiva come suo fratello o antipatica e con la puzza sotto il naso come Ibrahim? Le dispiaceva per Hatice. Era chiaramente turbata dalla notizia ricevuta sul matrimonio di Ibrahim con sua cugina. Infatti era evidente che la donna provasse del sentimento molto forte per il Gran Visir.
Perché Selim si era comportato in quel modo nei confronti della sorella, sapendo di ferirla? Roxelana dubitava che il suo sultano non si fosse accorto dei loro sentimenti.
Nonostante le apparenze, gli occhi non ingannano mai.
-Principessa, perché piangete? - La rossa si avvicinò lentamente ad Hatice, mettendosi sulle ginocchia. Le parlò in arabo, ma era decisa ad imparare la lingua turca il più velocemente possibile.
-Andate via, Hurrem. Lasciatemi piangere da sola. - Hatice si coprì il volto con le mani, tirando su col naso. Tutto il trucco che le serve le avevano accuratamente applicato sul viso, adesso era sciolto. Ma, nonostante ciò, la principessa era comunque bellissima e questo fece provare della profonda invidia a Roxelana.
Era forse quello uno dei motivi per cui Ibrahim Pascià ne era innamorato?
-No, sua maestà, vorrete perdonarmi, ma non intendo obbedire. Nessuno dovrebbe piangere da sola. - Disse Roxelana, afferrando delicatamente le mani di Hatice e spostandole dal viso. - Che cosa vi turba così tanto? Di me potete fidarvi, anche se sono solamente una schiava...-
-Non voglio parlare con nessuno adesso... Ma, vi prego, aiutatemi ad alzarmi.- Roxelana annuì, prendendola per le braccia e sollevandola da terra. - Le mie stanze sono qui vicino. -
-E' per il Gran Visir, non è vero? State così per lui...- Mormorò la rossa, mentre apriva la porta e aiutava la principessa a sistemarsi sul suo enorme e lussuoso letto.
-E' così evidente, Hurrem? Se ne sono accorti tutti lì, non è vero? Ho dato spettacolo... - Hatice si portò una mano fra i capelli, sospirando. Aveva smesso di piangere, ma i suoi occhi scuri erano gonfi e rossi e la faccia tutta impiastricciata di trucco.
-No, Hatice Sultan, solamente io e il Gran Visir...- Mentì la rossa, tormentandosi le dita, nervosa. Si sentiva a disagio e non sapeva spiegarne il motivo. La principessa era stesa sul letto ancora tutta vestita e con il diadema sul capo, mentre lei era in piedi a pochi centimetri da lei. -Volete che vi aiuti a sistemarvi per la notte? -
-No, non è un vostro compito, Hurrem. Voi siete stata comprata solo per il piacere del mio gentilissimo ecomprensivo fratello. - Commentò sarcastica la donna, mettendosi seduta. Era arrabbiata, ma allo stesso tempo triste. Lo si leggeva nei suoi occhi... Era ferita.
-Lo faccio con piacere, mia principessa. - Hatice la guardò a lungo, soppesandola con lo sguardo, indecisa se accettare il suo aiuto o meno.
-Almeno sai come si faccia?-
-Imparo molto in fretta, Hatice Sultan.-
-E va bene. - La sorella del sultano sospirò, alzandosi dal letto e mettendosi al fianco della rossa. - Vai nel mio armadio e prendi la camicia da notte, quella bianca con decorazioni rosa.-
Roxelana fece come le fu ordinato e si diresse velocemente verso l'altra parte della stanza, aprì le ante dell'armadio e afferrò il vestito per poi dirigersi verso la principessa. Non prima però, di aver toccato la seta pregiata del tessuto e aver odorato il profumo di buono e limone che esso emanava. Nel suo villaggio erano rari i vestiti che profumavano di buono e soprattutto era rara l'acqua che poteva essere utilizzata per lavarsi.
Quando notò il modo in cui Hatice la stesse fissando, Hurrem arrossì, sorridendo imbarazzata.
-Dovete scusarmi, principessa, ma i miei poveri occhi non hanno mai visto delle sete così pregiate.-
-Ibrahim mi ha detto che il tuo era un villaggio molto povero... - Hatice sorrise, comprensiva. - Aiutami a slacciare l'abito che indosso e dopo passami l'altro. -
-Sì, è vero, è un villaggio molto povero. - Concordò Roxelana, portando di lato i lunghi capelli della ragazza, sfuggiti alla acconciatura ed armeggiando con i vari lacci dell'abito e del corpetto. - Soprattutto per una famiglia di umili origini e numerosa come la mia. Spesso rimanevamo senza cibo per giorni...-
-Dev'essere stato orribile. Povera ragazza. - Roxelana sorrise, notando i vari veli colorati del vestito cadere al suolo lentamente. Poi afferrò la camicia da notte e la fece indossare alla principessa, stando attenta a non sporcarla con il trucco sbavato.
-Dopo anni che sopporti la fame, non ci fai più caso. - La rossa scosse il capo, cancellando dalla mente le immagini delle sorelle ridotte in scheletri dalla fame. Si chinò e raccolse il vestito della sultana, appoggiandolo sul letto. C'erano stati periodi in cui avevano sfiorato la morte. L'unica consolazione, in quel momento, era che i soldi della sua cattura, avrebbero aiutato in meglio la sua famiglia per qualche anno.
-Venite qui, aiutatemi a spazzolarmi e a togliermi tutto questo trucco. - Hatice abbozzò un sorriso e Roxelana la seguì senza fiatare. - Se mio fratello dovesse venire a sapere che vi ho fatto fare del lavoro da serva, si arrabbierebbe con me. -
-Beh, facciamo in modo che lui non lo venga a sapere. - Hurrem le sorrise attraverso lo specchio della toeletta. Afferrò il diadema, poggiandolo nel portagioie per poi prendere la spazzola e pettinarle i capelli, stando attenta ai nodi. I suoi capelli erano perfino più setosi dei suoi abiti!
-Posso confidarmi con voi, Hurrem? - Domandò Hatice, mentre si rimuoveva lo sporco con una pezza bagnata d'acqua. - Sai, mi sembrate una brava ragazza e mio fratello è uscito letteralmente fuori di testa per voi. Potremmo diventare amiche, se voi lo desideraste... Sapete, a corte non brulica di persone che offrono la propria amicizia per desiderio...-
-Oh, mia principessa, così mi onorate immensamente! - Roxelana arrossì, estremamente stupita dalla sua proposta. - Mi piacerebbe molto diventare vostra amica! Soprattutto perché sembra che tutte le concubine del sultano mi odino. -
-Sapete, penso che abbiano ragione. Temono il potere che tu potresti esercitare su mio fratello. Come ho già detto, lui è molto preso da te. Non era mai successo prima. - Hatice le sorrise dolcemente, notando il rossore crescere sulle guance della ragazza. - E da quello che vedono i miei occhi, anche voi lo siete! -
-Oh, principessa, come potrei non esserlo! Vostro fratello è l'uomo che ho sempre desiderato sposare. E' gentile, comprensivo e dolce. E da quello che vedo è un buon fratello e figlio e padrone.- Roxelana poggiò la spazzola e prese dalle mani di Hatice la pezza per pulire il restante trucco dai suoi occhi. Quando ebbe finito, la principessa ritornò ad essere bellissima.
-Allora perché mi ha fatto una cosa del genere?- Domandò Hatice, afferrando le mani della rossa.
-Forse non aveva idea del vostro sentimento per lui... Cosa che, a mio modesto parere, non per offendervi, non riesco a concepire neanche io.- Borbottò Roxelana, ripensando allo schiaffo che gli aveva dato qualche attimo prima e al modo in cui riusciva a farla innervosire.
-Lui sapeva, Hurrem. Lui sapeva. La nostra storia va avanti da quando siamo bambini. Siamo vissuti e cresciuti insieme, abbiamo fatto tutto insieme... Mio fratello sapeva perché ilmio Ibrahim lo ha supplicato innumerevoli volte, persino in ginocchio, di approvare la nostra unione. Ma non c'è stato verso o ragione! Lui ha sempre negato e proibito ogni tipo di contatto fra noi. - Hatice sospirò, disperata. - E, come per voi, Selim è l'uomo dei vostri sogni, Ibrahim è il mio. Quello che lui mostra agli altri è solamente la corazza. Non avete idea di quanta bontà quel serio e autoritario Gran Visir celi nel suo grande cuore. -
Roxelana rimase a bocca aperta, non sapendo cosa rispondere. Hatice era la seconda persona che le confessava una cosa simile. La prima era stata Fiammetta, dopo l'ennesima litigata con Ibrahim.
Doveva realmente crederci? O erano accecate dall'affetto che provavano per lui?
-Adesso va', le serve staranno aspettando per prepararvi. Non vorrete far aspettare il vostro sultano, vero? - Hatice sorrise, abbracciandola calorosamente. - Siete stata molto gentile con me, Hurrem. Non lo dimenticherò. -
-Buonanotte, Hatice Sultan. - Roxelana si inchinò, prima di uscire dalla camera.*** ***
Quando gli ultimi ospiti vennero congedati e finalmente non rimase più nessuno da intrattenere, Ibrahim ebbe modo di parlare liberamente con il sultano. Per tutta la serata aveva ballato con Freya, reprimendo la voglia irrefrenabile di correre da Hatice, prenderla in spalle, gettarla sul suo cavallo e fuggire via per sempre, infischiandosene dei suoi doveri e del suo orgoglio.
-Selim, possiamo parlare un momento? - Chiese Ibrahim, toccandogli una spalla e fermandolo dall'entrare nelle sue stanze.
-Ibrahim, non adesso. Hurrem mi aspetta... Facciamo domani, va bene? - Selim gli diede una pacca sulla spalla, afferrando la maniglia della porta, ma Ibrahim lo prese per un braccio, fermandolo di nuovo.
-In nome della nostra amicizia, ti chiedo di parlare adesso. - Insistette il Gran Visir con la sua solita espressione seria, la stessa espressione che usava quando conversava con i funzionari politici e con la rossa Roxelana.
-Se stai usando quella espressione, allora devo proprio essere nei guai. - Selim sorrise, passandosi una mano fra i capelli. - Almeno entriamo. -
I due uomini fecero come suggerito dal sultano ed entrarono nella camera da letto. Ibrahim incrociò le braccia al petto e Selim alzò un sopracciglio, invitandolo a parlare.
-Perché?- Fu l'unica cosa che Ibrahim aveva bisogno di dire in quel momento. Voleva spiegazioni e le avrebbe avute, oppure il sultano avrebbe avuto un bell'occhio nero da sfoggiare alla corte il giorno seguente.
-Che cosa intendi, Ibrahim?-
-Perché con Freya? Sapevi benissimo quali erano e quali sono i miei sentimenti per Hatice e sai benissimo che sono ricambiati. Allora perché hai fatto questo a due delle persone che tengono di più a te e che tu ami maggiormente? - Ibrahim era furioso, ma il suo tono era glaciale. A guardarlo da lontano sembrava perfettamente normale. Ma Selim sapeva dove guardare, sapeva leggere la sua espressione scavata nella pietra, sapeva vedere oltre il suo incredibile autocontrollo. Selim lo conosceva meglio di sua madre. -Non sono forse stato un ottimo suddito per te? Non ho mai obbiettato ad ogni tuo ordine, Selim, mai! E vengo ripagato così? Perché desideri la mia infelicità? E a tua sorella Hatice non pensi? Che cosa ti abbiamo fatto? Siamo fratelli, ricordi? Hai detto che non mi avresti mai ucciso, ma con questa tua decisione è come se lo stessi già facendo!-
-Ibrahim!- La voce del sultano tuonò per tutto la stanza e tutto il corridoio, interrompendolo. Anche lui era arrabbiato, o quanto meno innervosito. - Non osare contraddire un mio ordine! Freya è mia cugina e sposandola entreresti a far parte della mia famiglia. E' un buon partito per te e oltre ad essere una bella donna, è intelligente e ricca. -
-Io non voglio i suoi soldi... Non ho mai voluto soldi da nessuno di voi, Selim, non puoi dire che...-
-Lo so, fratello mio, lo so. - Selim sorrise, afferrandolo per le braccia. - Ma sei arrivato ai trent'anni e hai bisogno di crearti una famiglia e una discendenza. Non sei contento? Saremo parenti adesso!-
-Tu mi condannerai ad un matrimonio infelice. Vuoi veramente il mio male, fratello?- Nello sguardo di Selim, adesso, si leggeva la sofferenza. Le parole di Ibrahim lo avevano colpito nel profondo. Lo avevano ferito... Ma mai come quell'unione avrebbe ferito il Gran Visir.
-Per gente come noi, Ibrahim, i matrimoni non saranno mai felici. C'è solo infelicità! -
-Io non sono uno di voi, Selim! Dimentichi le mie origini?!- Esclamò l'uomo, portando le mani al cielo.
-Non mi importa. Se tu sei il mio migliore amico, il fratello che non ho mai avuto, ci sarà un motivo...-
-Allora mi merito una spiegazione, in onore della nostra amicizia e del nostro legame! Ti prego, fratello, perché non mi hai mai dato il permesso di sposare Hatice?-
Selim sospirò, odiandosi per quello che gli avrebbe risposto:-Perché non sei degno di lei. Non puoi garantirle nessun futuro tu, Ibrahim. L'amore non sarà mai sufficiente. -
-Capisco.- Le spalle di Ibrahim si irrigidirono tanto da sembrare fatte improvvisamente di pietra. - Goditi il resto della serata, mio sultano. Buonanotte. -
Certe verità possono fare più male di certe bugie. E Ibrahim, questo, lo stava vivendo in prima persona. Quella verità, detta dalla bocca del suo migliore amico, gli aveva strappato il cuore dal petto e buttato via, come un pezzo di carne qualsiasi.
Lui non era degno, non lo sarebbe mai stato...AN//
Mannaggia a Selim che mi trata male il mio piccolo ed indifeso Ibrahim! Cattivi bambini!
Come promesso, a distanza di due gionri, eccomi qui con un nuovo capitolooo! Applausi per me.
Lasciatemi un parere, buono o cattivo che sia. E vi ringrazio per le recensioni e i commenti che molto gentilmente mi lasciate!
Come vi sembrano i personaggi fino ad ora? Ibrahim, Hatice, Hurrem e Selim? Chi vi piace più, chi meno? E sto riuscendo a farvi immedesimare in quell'epoca? Vi prego di rispondere a queste mie piccole domande di curiosità... Voglio sapere se sto riuscendo nel mio intendo, se no accetto consigli per migliorare!
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Roxelana: L' Imperatrice Dell'Est
Ficción históricaCostantinopoli, 1518, Sublime Stato Ottomano. Ibrahim Pargali Pascià, il Gran Visir, giunge a Palazzo Topkapi con un regalo speciale per il suo sultano. Si tratta di Roxelana, una schiava dai lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Rox...