XXVIII

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Trascorse una settimana dopo che Freya e gli altri si erano recati a Manisa. Non erano ancora ritornati, probabilmente avevano voluto rimanere per qualche giorni al castello e riposarvi, controllare che la sistemazione fosse adatta ad un principe, ad uno dei più potenti del mondo oltretutto. Il sultano era stato abbastanza severo al riguardo; non voleva che a suo figlio mancasse niente.
In quella settimana era trascorso tutto abbastanza tranquillamente. Hurrem era stata coccolata da tutti, soprattutto da Selim, viziata oltremodo e così aveva avuto modo di guarire. I segni violacei stavano sbiadendo poco alla volta.
Non poteva essere più felice e serena di così.
Si trovavano nei giardini; tutto era molto calmo e quieto senza Mustafà che scorrazzava alle dieci del mattino per i prati, rincorso dalle tate. Selim, Hatice e la Valide Sultana erano tristi, sentivano la sua mancanza e le donne non facevano altro che piangere. Alla rossa la cosa le era abbastanza indifferente. L'odio che provava per Gulbahar si era trasferito anche su Mustafà, nonostante fosse un bambino abbastanza carino per la sua età.
Oltre alla tristezza generale, Hatice e Ibrahim si erano avvicinati di nuovo, con disappunto della futura sultana, e con piacere di Selim, che non li vedeva parlare in pubblico da molto tempo.
-Cosa ne pensi di questo avvicinamento fra Ibrahim e Hatice Sultan, Selim? - Domandò la rossa, guardando nella direzione dei due, i quali passeggiavano sotto braccio lungo il giardino. Hatice era stupenda nel suo abito bianco e i capelli legati in una acconciatura complessa, ma che pareva semplice. Bellissima e regale, questi erano due aggettivi per descriverla. E come non pensarlo, guardandola? Persino il sole sembrava inchinarsi davanti a lei; le illuminava gli occhi scuri e i capelli, facendola apparire un angelo.
-Ne sono felice, ovviamente. Penso che faccia bene ad entrambi ritornare ad avere il rapporto che avevano in precedenza. Sono fratelli, dopotutto. - Selim sorrise, ma non c'era niente di allegro nei suoi occhi, solo tristezza. Roxelana gli afferrò la mano, baciandogli il palmo.
-So che soffri, ma andrai a trovare tuo figlio presto. Prima di quanto tu te ne possa accorgere, mio amore. - Quando Selim si avvicinò per baciarla, la rossa incontrò lo sguardo duro del Gran Visir; si scostò dal sultano, poggiando la testa sulla sua spalla. - C'è tua sorella e Ibrahim, non mi sembra il caso... -
-E da quando sei diventata così timida? - Il sultano ridacchiò, incrociando le dita alle sue. - Tu mi stupisci ogni giorno di più, Hurrem. -
-E' la mia missione dopotutto. - La rossa si strinse di più al sovrano, che l'abbracciò. - Non vedo l'ora di celebrare il nostro fidanzamento, Selim. Finalmente potrò riavere la mia libertà! -
Il sultano non rispose, aveva lo sguardo perso nel vuoto, come accadeva spesso ultimamente. Pensava a qualcosa, ma i suoi pensieri e i suoi sentimenti erano riservati e non li condivideva più con lei come faceva precedentemente.
Roxelana guardò Ibrahim con la coda dell'occhio, notandolo ridere con Hatice; le si torsero le budella, guardandolo così felice. In tutta quella settimana non si erano minimamente parlati, nonostante i suoi continui tentativi. Era come se fosse arrabbiato con lei per qualche motivo che lei ignorava. La guardava di nuovo con freddezza, con odio, era quasi come non fossero passati tutti quei mesi dalla prima volta che si erano incontrati.
E faceva male, molto male, perché lei ci teneva. Aveva imparato ad amarlo e pensava fosse lo stesso per lui... Evidentemente non era così, forse adesso che lui ed Hatice si erano riavvicinati aveva smesso di giocare con lei ed era ritornato dalla persona che veramente amava.
-Adesso preferisco ritirarmi nelle mie stanze, Selim. Ho una terribile nausea durante il corso della giornata che mi provoca un terribile mal di testa. Credo che mi farò visitare dal Guaritore. - Hurrem sorrise a Selim che la guardò spaesato, come se non la stesse realmente ascoltando.
-Va bene, ci vediamo dopo. -
La rossa annuì, inchinandosi; fece un segno di saluto al Gran visir e alla principessa e se ne andò.

*** ***

-Dov'è? - Hatice Sultan, entrò in camera di Selim, sbattendo violentemente le porte. Era rossa in volto e tremava, sembrava stravolta dal dolore. Hurrem sussultò, osservandola. Della principessa perfetta di quella mattina non era rimasto granché, poiché in quel momento aveva i capelli sfatti, come se ci avesse messo in continuazione le dita dentro e il vestito sgualcito.
Selim, che in quel momento stava pranzando, posò il tovagliolo sul tavolino, alzandosi con tutta la calma e l'autocontrollo di cui era capace. Si avvicinò alla sorella, abbracciandola, nonostante le sue continue proteste, urla e pianti. - Selim, dimmi dov'è Iksander! -
-Ssh, sorella mia, calmati, mia principessa. E' qui a palazzo, al sicuro, ma non puoi vederlo in questo stato. Devi calmarti... - Selim la stringeva fra le sue braccia, sussurrandole parole di conforto, mentre Hatice si abbandonava alle lacrime, scossa da violenti singhiozzi. Il sultano soffriva con lei, lo si poteva notare dal suo sguardo sofferente.
-Non a lui, a tutti, ma non a lui. Ti prego, Selim, lascia che lo saluti per l'ultima volta... Non voglio perderlo. - Hatice afferrò le guance del fratello fra le sue mani, guardandolo negli occhi supplicante e seria, fra muco e lacrime.
-Certo, certo che puoi vederlo, Hatice. Ma non in questo stato, non farebbe bene a nessuno. Devi calmarti e non appena avrai smesso di piangere, ti porterò io stesso da Iksander Pascià, d'accordo? -
-Va bene, sì. - Hatice si ricompose, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano e ignorando i singhiozzi che ogni tanto le scuotevano le spalle. Nonostante cercasse di non darlo a vedere, le tremava la voce. - Adesso vado in camera mia. Fra dieci minuti vieni e portami da lui, altrimenti mi vedrai compiere pazzie per la prima volta. -
-Hai la mia parola d'onore. - Selim si portò la mano al cuore, mentre con l'altra le accarezzava la pelle delicata del viso. - Adesso va'. -
Hatice annuì, inchinandosi per poi uscire di fretta. Le serve che la seguivano correndo.
Selim ordinò ad uno dei servi lì presenti di chiudere la porta, che la sorella aveva lasciato aperta, e si sedette accanto a Hurrem, che aveva osservato tutta la scena, esterrefatta. Che cosa stava accadendo? Era successo qualcosa ad Iksander?
Selim sospirò, portandosi le mani al viso.
-Che cosa succede, mio amato? Iksander ha forse fatto qualcosa per... -
-Poche persone sono al corrente di questo avvenimento, mia bella Hurrem. Io e Ibrahim e alcuni dei visir. Non volevamo generare inutile caos, ma in qualche modo Hatice è venuta a scoprirlo. Non siamo stati abbastanza cauti, temo. - Hurrem gli prese la mano, spronandolo a continuare. Quando parlava così la preoccupava. - L'impero ottomano ha tanti nemici, ma non credevo che si sarebbero spinti così dentro al regno. Non pensavo che li avremmo trovati nel nostro stesso sacro suolo, a mangiare il nostro stesso cibo e bere la nostra stessa acqua... -
-E cos'è questo qualcosa, Selim? - Negli occhi verdi della donna brillò una certa luce di curiosità.
-Al ritorno da Manisa, la carrozza che trasportava mia cugina Freya e Iksander Pascià è stata attaccata da persiani che hanno sterminato e catturato la piccola guardia che avevo mandato con loro. Iksander e pochi altri hanno potuto fare ritorno a palazzo... Purtroppo non ne sono usciti completamente intatti. Il povero Iksander soprattutto è ridotto molto male. -
-Oh Cielo, ma è orribile! Bisogna prendere dei provvedimenti, mandare dei Guaritori... E Freya? Come possiamo fare adesso? Se si sono spinti così infondo saranno capaci di qualsiasi cosa, persino intrufolarsi fra le mura del castello e attentare alla nostra vita! -
-Purtroppo di mia cugina non sappiamo niente. Iksander è giunto a palazzo su un cavallo un paio di ore fa, insanguinato e praticamente irriconoscibile. Non appena Ibrahim lo ha soccorso, è svenuto. I Guaritori stanno cercando di fare quel che possono, ma temo che non avrà ancora molto da vivere. Ripeteva in continuazione solo il nome di mia sorella. - Selim si alzò, baciando la sua futura moglie sulla fronte e sorridendole in modo triste – Adesso vado da lei, ha bisogno di me e vorrà senz'altro vedere Iksander. -
-Certo, sì. Fammi sapere delle sue condizioni e se c'è qualcosa che posso fare non esitare a chiedere. - Roxelana lo guardò seriamente, decisa. Le dispiaceva sia per Hatice che per Iskander, erano tra le persone più affidabili e gentili di tutto il castello, o almeno di quelle con cui aveva parlato. Le sarebbe dispiaciuto molto se Iksander li avesse lasciati, anche perché Hatice ne sarebbe uscita distrutta. Era così fragile, quella ragazza...
Selim sussurrò qualcosa che Hurrem non capì e dopo aver svuotato un bicchiere di vino, uscì dalla stanza per recarsi dalla sorella minore.

Roxelana: L' Imperatrice Dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora