-Ibrahim! Ibrahim! - Gridava Roxelana disperatamente, incapace di muoversi. La strega le aveva ficcato gli artigli nella carne delle braccia e il sangue fluiva liberamente, imbrattandole le vesti.
-E' inutile che tu chiami il tuo amato uomo, lui non ti sentirà. Il mio è un avvertimento, rossa, sta' lontana dal sultano se non vuoi che il mio maleficio ti colpisca. - La strega rise a squarciagola, notando il terrore nei suoi occhi. La lasciò andare, spingendola con violenza per terra. Il cappuccio del mantello le scivolò sulle spalle, rilevando agli occhi della gente superstiziosa i suoi capelli rossi. Il popolo inspirò impaurito, allontanandosi velocemente dalla ragazza, che non riusciva a sollevarsi dal suolo.
-Vi prego, chiamate Ibrahim... - Sospirò, prima di svenire, battendo la testa.
-Roxelana! - Urlò il Gran Visir, quando girò l'angolo di corsa e la vide stesa al suolo, insanguinata e svenuta. Quando lo videro arrivare, le persone che erano rimaste si sparpagliarono, non volendo imbattersi nella furia di un uomo così importante. Descriverlo come arrabbiato era un eufemismo. Era talmente furioso che avrebbe potuto uccidere tutti i presenti a colpo di sciabola. -Chi è stato? Chi l'ha ridotta così?! -
I presenti scossero la testa, alzando le mani per difendersi. Nessuno osava parlare.
-Se non volete imbattervi nella furia del sultano farete meglio a rispondermi. - Ribatté Ibrahim, acido e freddo. Si chinò e prese la ragazza in braccio, coprendole delicatamente i capelli color del fuoco agli occhi della gente. Avevano paura di lei e dei suoi capelli. Ibrahim le guardò il viso; quando battibeccavano dimenticava la sua reale età. Aveva solo sedici anni, quasi diciassette, era pressoché una bambina e lui avrebbe potuto essere suo fratello maggiore, se non addirittura suo padre. Guardandola così, dormiente ed indifesa, in lui si accese uno strano sentimento di protezione. Le ricordava tanto lei...
-E' stata una strega, mio signore. Non l'avevamo mai vista prima e non abbiamo capito cos'ha detto, parlava in una strana lingua... - Una donna prese coraggio e parlò a capo basso. Ibrahim annuì e senza aggiungere altro le lancio due monete d'oro per poi dirigersi alla carrozza.
-Maledizione a te, Roxelana, perché devi sempre metterti nei guai? -
-Perché amo farmi salvare da te, Ibrahim. - La rossa spalancò gli occhi, guardandolo. Alzò le braccia verso il suo collo e vi si aggrappò, poggiando la guancia contro la sua e chiudendo gli occhi. Per un attimo aveva bisogno di qualcuno di forte che la stringesse e Ibrahim lo era. Aveva anche un buon odore. - Grazie di salvarmi tutte le volte. -
Ibrahim emise un grugnito simile ad un animale, continuando a camminare. Roxelana sorrise, immaginava che quello fosse il suo 'prego'.
Quando arrivarono alla carrozza, la fece stendere sui sedili, controllando le braccia piene di tagli, dalle quali non scorreva più sangue.
-Prima che Selim mi uccida, potrei sapere chi ti ha fatto questo? Che cosa voleva questa strega da te, la conoscevi? -
Roxelana si passò le mani sul viso, scuotendo il capo. - Non so che cosa volesse da me, ma mi ha maledetta, Ibrahim! Mi ha maledetta e ha anche maledetto i miei bambini! Ho paura, Ibrahim, ho paura. - Roxelana si mise seduta, rannicchiandosi in un angolo. Tremava e le lacrime le scendevano silenziose sulle guance.
-Non facciamoci prendere dal panico. Non dovresti credere a simili sciocchezze, non esistono le streghe e Selim saprà occuparsi di questa faccenda personalmente e.... -
-No! Selim non deve sapere nulla, ti prego Ibrahim, dovrai mantenere il segreto. Voglio che tu non dica niente al sultano. - Roxelana si mosse dal suo posto, inginocchiandosi davanti ad Ibrahim; gli afferrò le mani e lo guardò negli occhi, supplicante. Non l'aveva mai vista così disperata.
-Non posso far finta di niente. Selim mi chiederà spiegazioni quando ti vedrà così sconvolta e insanguinata... - Ibrahim le mise una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio, ripulendole delicatamente la guancia dal suo sangue essiccato. Roxelana arrossì, deglutendo per quel gesto tanto gentile quanto inaspettato.
-Ti prego, fallo per il sultano. Io manterrò un segreto per te e tu manterrai un segreto per me. Non voglio più rivedere quella donna in vita mia, mi ha già terrorizzata abbastanza. - Ibrahim la fissò. I suoi occhi verdi dalle ciglia scure e lunghe erano lucidi, aveva del sangue sparso sul viso e i capelli sudati erano appiccicati sulla fronte, le labbra sottili erano screpolate e insanguinate, poiché per tutto il tragitto se le era morse, continuando a tirarsi via le pellicine con i denti. Non aveva per niente il bell'aspetto di quella mattina. Tutto il trucco si era sciolto sul suo viso, rendendola somigliante ai giullari di corte.
-Va bene, ma adesso fatti ripulire. E quando arriveremo a corte andrai nelle mie stanze e lì ti farai vedere dal mio personale Guaritore. Va bene? - Nel suo sguardo e nel suo tono di voce, si intuiva che si trattasse di un ordine. Roxelana avrebbe dovuto obbedire senza aprire bocca e per la prima volta da quando si conoscevano, l'avrebbe fatto.
-Grazie, Ibrahim, non so come avrei fatto senza di te. -
-Non ringraziarmi così spesso, altrimenti mi potrei montare la testa. La tua gentilezza mi sembra fuori luogo. - L'uomo afferrò il fazzoletto di seta bianca che riportavano le sue iniziali, una I e una B, scritte in corsivo e ricamate su di esso in blu notte. Dopo averlo bagnato con dell'acqua, lo passò sul viso di Roxelana, privandola di tutto quel trucco e del sangue. In pochi attimi ritornò la ragazzina che era, spuntarono le lentiggini sul naso e sulle guance e la pelle bianchissima del viso. -Ecco, adesso va molto meglio. -
La rossa abbassò lo sguardo, sorridendo per il suo rossore. Aveva modi così delicati e gentili da farle venire la pelle d'oca. Quando non litigavano, Ibrahim era davvero una persona piacevole.
La carrozza si fermò all'improvviso e Roxelana si affrettò a rimettersi al suo posto, per evitare che il cocchiere, quando avrebbe aperto la porta, pensasse a male.
-Mettiti il cappuccio del mantello e copriti le braccia. Ibrahim dovrebbe ancora essere con Gülbahar e credo che ci resterà fino a questa sera. Comportati come se non fosse successo niente e non alimentare i pettegolezzi fra la servitù. Ci vediamo nelle mie stanze fra qualche minuto, andrò a chiamare il Guaritore. - Ibrahim senza aggiungere altro, scese dalla carrozza e in pochi secondi si dileguò.
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Roxelana: L' Imperatrice Dell'Est
Historical FictionCostantinopoli, 1518, Sublime Stato Ottomano. Ibrahim Pargali Pascià, il Gran Visir, giunge a Palazzo Topkapi con un regalo speciale per il suo sultano. Si tratta di Roxelana, una schiava dai lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Rox...