Quando Mustafà si fu addormentato, Gulbahar fu prelevata dalle sue stanze. Le guardie sbatterono violentemente la porta, facendola sussultare. La donna si alzò dal letto del figlio, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia. Per loro fortuna il bambino non si era risvegliato, ma continuava ancora a dormire con il pollice in bocca, beato e sereno.
-Desiderate qualcosa? Vi prego di non fare ulteriore rumore, il principe si è appena addormentato. -
-Ci dispiace, mia signora, ma il sultano ha domandato di voi. Dobbiamo portarvi da sua magnificenza. -
-Siete proprio sicuri che abbia chiesto di me? - Domandò la donna, pensierosa e preoccupata.
-Va bene, allora... -
Seguì le guardie con sguardo basso, torturandosi le dita, nervosa. Cosa c'era di così importante per cui dovesse essere prelevata con così tanta violenza? Sentiva una strana sensazione all'altezza dello stomaco, qualcosa di brutto stava per capitare al suo bambino e a lei e più si avvicinava verso le stanze dell'imperatore più quella brutta sensazione aumentava.
Aveva paura.
Le guardie bussarono alla pesante porta e successivamente, dopo aver avuto il consenso del sovrano, entrarono, annunciando la presenza della donna.
Il sultano non era solo, con lui c'erano anche Hurrem e Ibrahim. La faccia del sovrano non era molto rassicurante, così come quella del Gran Visir, che sembrava parecchio pallido. Hurrem invece era nascosta dietro un velo rosa, solo i suoi occhi verdi erano visibili e sembravano divertiti.
-Mio sultano, per cosa mi avete fatta chiamare? - Domandò la donna, inchinandosi. Selim si alzò, avanzando a passo spedito verso la donna per guardarla negli occhi. C'era freddezza, furia, rabbia, gelo nel suo sguardo, non lo aveva mai visto così. Non con lei almeno.
Le sue sensazione, quindi, si erano rilevate vere. E c'entrava sicuramente la rossa in tutto ciò, lo dimostrava il luccichio del suo sguardo.
-Come hai osato, Gulbahar? Come hai solo potuto pensare di fare una cosa del genere alla tua futura sultana?! -
-Come, scusate? Non capisco di cosa voi mi stiate accusando, non ho fatto nulla ad Hurrem. - La donna guardò interrogativa Hurrem e Ibrahim, che scosse il capo come avvertimento.
Era confusa e glielo si leggeva negli occhi.
-Togliti quel velo, mia stella e scopri il tuo viso. Ricordale cosa ti ha fatto prima che io possa fare qualcosa di cui potei pentirmi. -
Roxelana non esitò un attimo, sollevando le mani per privarsi del tessuto che le copriva la faccia. La donna inorridì, notando cosa le era successo. Qualcuno l'aveva picchiata selvaggiamente; due occhi neri, un ematoma sulla guancia sinistra e un labbro spaccato. Se nei suoi occhi non ci fosse stata quella luce divertita, non l'avrebbe riconosciuta.
Hurrem era stata picchiata, ma non da lei, per quanto avesse voluto farlo.
La ex Favorita non era stupida e sapeva di cos'era capace la rivale; sicuramente dopo la sua visita aveva architettato quella messa in scena per metterla nei guai.
-Mi dispiace per lei, Selim, ma sapete che non sarei mai capace di farle una cosa del genere. Non dopo gli ultimi avvenimenti! - Nella sua voce c'era agitazione. Le mani le tremavano, così come la voce. Si passò una mano tra i capelli, impallidendo. - E' lei quella che si è inventata tutto! Vi state facendo raggirare da Hurrem , questa donna vi inganna! -
-Come osi parlarmi in questo modo? Sono il tuo padrone, schiava, non devi rivolgerti a me in questo modo. Non sono uno stolto e Hurrem è sincera, non certo una bugiarda. -
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Roxelana: L' Imperatrice Dell'Est
Historical FictionCostantinopoli, 1518, Sublime Stato Ottomano. Ibrahim Pargali Pascià, il Gran Visir, giunge a Palazzo Topkapi con un regalo speciale per il suo sultano. Si tratta di Roxelana, una schiava dai lunghi capelli rossi e la pelle bianca come il latte. Rox...