VIII

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Nelle foto Hatice Sultan, Ibrahim e Roxelana. Beccatevi sti gnocconi.

 Beccatevi sti gnocconi

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La sera calò velocemente su Costantinopoli

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La sera calò velocemente su Costantinopoli. Tutti i servitori si erano dati da fare, allestendo l'enorme sala del trono nella quale si sarebbe tenuto il ricevimento, in onore del trentesimo compleanno del sultano.
Hatice Sultan aveva appena finito di prepararsi. Le serve le avevano preparato un profumato e caldo bagno nel quale era riuscita a rilassarsi; indossava uno dei suoi abiti preferiti, color lavanda, che le fasciava il corpo nel modo giusto e senza evidenziare le sue curve come una normale popolana. Era elegante.
I capelli scuri e morbidi erano stati intrecciate in complicate crocchie ordinate, sulle quali era stato poggiato un diadema per identificare il suo status. Labbra e occhi erano stati colorati con semplici trucchi ricavati dalla terra, niente di appariscente, il necessario per renderla ancora più bella di quanto già non fosse.
In quel momento Hatice si stava osservando allo specchio, contenta di ciò che le sue serve avevano realizzato. Si piaceva e, cosa più importante, sapeva che sarebbe piaciuta al suo Ibrahim.
- Siete bellissima, Hatice Sultan. -
La sorella del sultano sorrise, guardando il riflesso del suo unico amore sullo specchio. Si voltò per osservarlo in tutta la sua unica bellezza. Indossava l'uniforme bianca, quella che di solito utilizzava durante i ricevimenti importanti, nei quali c'era molta gente di ceto nobile. Dall'ultima volta che lo aveva visto aveva riacquistato colore ed era certamente più riposato e pulito.
Il bianco dell'uniforme evidenziava i suoi tratti scuri e metteva in risalto gli occhi verdi, straordinariamente belli.
-Lasciateci, non ho bisogno d'altro. - Le serve si inchinarono velocemente per poi fuggire via e chiudersi la porta alla spalle. - Che succede, agàpi mou, non ti aspettavo così presto. -
-Ti devo dare una notizia meravigliosa e non riuscivo ad aspettare, benim ay... Tuo fratello, Allah lo abbia per sempre in gloria, ha approvato la nostra unione. Potremmo ufficialmente diventare marito e moglie! -
-Cosa? - Hatice non riusciva credere alle sue orecchie. Più volte Ibrahim aveva chiesto a suo fratello, anzi implorato, di poterla corteggiare e poi sposare, ma Selim aveva sempre rifiutato. Nessuno sembrava essere degno per la sua sorellina.
Fino a quel momento avevano condiviso il loro amore in segreto, silenziosamente e timorosi di essere scoperti.
-Hai capito bene! Lo annuncerà questa sera, davanti a tutti! -
Hatice rise a volte alta, battendo i piedi al suolo per la felicità. Corse verso Ibrahim, gettandogli le braccia al collo e baciandolo innumerevoli volte. Era in preda alla pura gioia e felicità. Potevano essere finalmente felici.
-Tutto merito tuo, agàpi mou, hai scelto bene quella ragazza! -
Ibrahim l'abbracciò, poggiando il capo su quello della donna, tuttavia non disse nulla.
Preferì restare in silenzio, come spesso accadeva quando Selim e Hatice nominavano la rossa.

*** ***
Sapeva che invece di recarsi da quella parte del palazzo, doveva fare ben altre mansioni. Stava infrangendo tutte le sue regole, i suoi principi e le promesse che si era fatto... Tuttavia doveva vederla.
Non sapeva spiegare la sensazione che provava in quel momento e si odiava maledettamente per quello, perché gli sembrava di star tradendo la fiducia della donna che amava e del suo migliore amico, recandosi da lei, nella sua camera da letto.
La porta del dormitorio delle concubine era socchiusa. Le altre ragazze erano in giardino per concludere il loro regalo, fatto per il sultano.
Roxelana, essendo di per sé un regalo e l'ultima arrivata, era stata lasciata lì da sola a studiare.
L'uomo afferrò la maniglia della porta e fece per entrare, quando sentì delle voci provenire da essa. Erano quelle del sultano e della rossa.
Ibrahim sbirciò dalla fessura, notandoli seduti pochi letti più lontano, a ridere. Selim le stava accarezzando una guancia, lentamente, mentre lei gli sorrideva radiosa e faceva lo stesso.
Sembravano persi nel loro mondo.
-Sei bellissima, Hurrem. - La ragazza arrossì quando il viso del sultano si avvicinò al suo lentamente, mentre le sue mani continuavano ad accarezzarle la pelle.
Ibrahim non riuscì più a guardare oltre e se andò così come era arrivato. Sapeva che non avrebbe dovuto andare da lei, la sua testa glielo aveva detto e lui aveva fatto il contrario.
Gli stava bene.

*** ***

Alla festa del sultano Roxelana non fu invitata, o almeno non come ospite ufficiale. Doveva aspettare il momento in cui il sultano avrebbe scartato i suoi regali e allora l'avrebbe mostrata a tutti gli invitati.
Dunque la rossa restò tutta la serata a leggere qualcosa e studiare il turco.
Selim era passato qualche ora prima, tutto in ghingheri e bellissimo come suo solito, per portarle la cena.
Roxelana sorrise, ripensando a come fosse stato gentile con lei. Il modo in cui le aveva accarezzato il viso e come le sue labbra l'avevano baciata lentamente e in modo passionale. Era stato il suo primo bacio... Ma era contenta di averlo dato proprio a Selim, al suo sultano.
Era stato meraviglioso, anche se lei era stata un po' impacciata.
Quello che non si aspettava di vedere, però, era Ibrahim affacciato alla porta, intento a spiarli.
Stava leggendo una favola che di solito la Favorita leggeva al piccolo Musafà, quando il Gran Visir entrò nella stanza. Avanzò con passo deciso verso la ragazza, che lo seguì con lo sguardo per tutti il tragitto e le si fermò proprio di fronte, torreggiando su di lei in tutta la sua altezza.
Roxelana lo guardava e Ibrahim guardava lei, nessuno parlava. La concubina notò con stupore che quel colore, il bianco, di solito associato a persone pure di cuore e caste, gli stesse d'incanto. Gli evidenziava i lineamenti scuri e gli occhi chiari.
Non credeva che fossero così verdi...
Ibrahim aveva uno sguardo magnetico, la costringeva ad osservarlo, ad ammirarlo in tutta la sua bellezza statuaria. E lei non riusciva a staccare lo sguardo.
Faceva questo effetto a tutte?
-Rossa... - La salutò con il solito tono glaciale. Non era cambiato niente fra loro, nonostante lo avesse beccato poche ore prima alla sua porta. - Devi venire con me, è il momento dei regali. -
-Va bene. - Roxelana si alzò dal letto e lo seguì silenziosamente dall'altra parte del castello, diretti lì dove si tenevano i festeggiamenti.
C'era parecchio ghiaccio fra loro due, solo uno stupido non avrebbe potuto notarlo. La lontananza non aveva fatto poi così bene. Era forse l'ultima volta che lo incontrava? Sperava di sì.
-Hai un nuovo nome adesso, eh? Hurrem... Penso che Roxelana sia più adatto per te. Tu non ridi mai. -
-Con voi no, ma con Selim sì. -
-Selim? Vedo che vi chiamate per nome adesso. Il sultano è proprio preso allora. - Roxelana non poteva vedere la faccia di Ibrahim, ma da come aveva irrigidito le spalle, sospettava che qualcosa non andasse. Cosa aveva fatto adesso?
-Perché ci stavi spiando prima? -
Ibrahim si girò di scatto, come se lo avesse insultato pesantemente e l'afferrò per un braccio, questa volta senza farle male.
-Io non vi stavo spiando. - Aveva la mascella serrata, parlava da una stretta fessura fra i denti. Roxelana temeva che se li rompesse. - Volevo solamente parlare con il sultano e mi avevano detto che fosse con te. Quando ho visto che avevate di meglio da fare, me ne sono andato. -
-Balle. - Roxelana alzò il sopracciglio. Sapeva che non fosse vero quello che stava dicendo.
-E' la verità. -
-Balle.-
-Puoi anche non crederci, io sono in pace con me stesso. Poco mi importa di quello che una concubina pensa di me, sono il Gran Visir. -
-Balle.-
-Oh, insomma, smettila!-
-So quando menti,c'è una strana luce nei vostri occhi e inoltre non mi state facendo male al braccio, segno che non siete effettivamente arrabbiato come volete far credere perché siete nel torto. -
-E da quando in qua mi conosci così bene, Hurrem? - Mollò la presa sul suo braccio, lasciandola andare via. Roxelana sorrise, avvicinandosi verso Ibrahim tanto da averlo vicinissimo.
-Vi conosco più di quanto voi mi conosciate, caro Ibrahim Pascià. Adesso andiamo? -

A.N//
Salve a tutti!
Mi scuso come sempre per il ritardo ma queste due settimane oltre a fare lo stage con la scuola, sto lavorando per conto mio in campagna... Mi sveglio alle tre del mattino e mi ritiro alle tre del pomeriggio e sono troppo stanca persino per respirare, figuriamoci per mettermi al computer e scrivere!
Abbiate un po' di pazienza perché non mi sono dimenticata dei miei 'doveri'. Dovrei finire verso la fine di giugno e allora potrò aggiornare più di due volte a settimana, impegni e vita sociale permettendo xD
Spero che questo capitolo non vi abbia schifato, io non ne sono molto soddisfatta ma per non farvi aspettare molto, mi sono costretta a pubblicarlo.
Lasciatemi come sempre un parere o una critica o che ne so, basta che mi fate sapere, sempre se vi va! xD
Alla prossima xx

Roxelana: L' Imperatrice Dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora