Capitolo XXXIX - Un' amica (?)

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Apro gli occhi e resto per un tempo indefinito a fissare il soffitto a volta. L'unico pensiero che passa per la mia testa è: pensare fa male. No, non è retorico. Fa male per davvero: ogni volta che provo a concentrarmi un fitta mi passa da tempia a tempia. A farmi uscire da questo stato di immobilità è un immenso desiderio di libertà. Non voglio essere schiava della mia mente. È da claurostrofobia. Non è che penso tutto questo: in qualche modo lo sento dentro. È come avere dello scotch sulla bocca, mentre si cerca di ridere. O come avere una molletta sul naso e l'impulso di starnutire o... Beh, credo abbiate capito quello che intendo.

Uno...due...tre...!
Con un urlo mi alzo a sedere. Il dolore è così forte da farmi barcollare, ma continuo imperterrita e mi sollevo in piedi. Mi sento morire. Tanti puntini luminosi mi girano davanti agli occhi. Le immagini si sdoppiano. Chiudo le palpebre. Riesco a percepire dell'aria fresca ai lati della stanza in cui mi trovo. Con non poche difficoltà e tanta lentezza da innervosirmi, arrivo alla parete. Titubante avvicino le mani e trovo una finestra. Mi affaccio e inspiro avidamente. La mia gola brucia.

Dopo pochi attimi mi si schiarisce la vista. Il panorama che mi si presenta ė stupefacente. Sono finita in montagna e fino a dove il mio umano sguardo mi consente di arrivare vedo solo alte cime innevate. Dei boschetti circondano un perfetto lago cristallino che scintilla ai piedi dell'edificio in cui mi trovo. A proposito dell'edificio. Sono in ampia stanza. Le finestre sono immense e le pareti bianchissime. C'è un sacco di luce, ma non mi da fastidio. L'arredamento è assente. Nel senso che, a parte un materassino, non c'è niente. È a dir poco inquietante. Lentamente mi rendo conto dell'aspetto surreale che emana questo posto. Così bello da sembrare finto. Devo trovare i miei amici. Non siamo al sicuro.

La porta non si vede, ma l'aria mi indica la sua presenza. Fa un certo effetto attraversare il muro, ma non è altro che foschia. Mi trovo davanti un lungo corridoio. Lo percorso mentre l'agitazione cresce nel mio petto. Dove sono finita? E soprattutto, come?
Arrivo in una stanza circolare, sempre bianchissima, dalla quale partono dodici corridoi, compreso quello da cui sono arrivata. Il pavimento è pieno di simboli in argento. Le dimensioni del tutto mi fanno girare la testa.

-Ben svegliata! Non ti aspettavo così presto.- Una voce femminile riempie la stanza. Mi metto in guardia e cerco la mia bacchetta. Non trovo nemmeno il mio ciondolo. Finora non ci avevo nemmeno fatto caso con la mente ancora intorpidita. Sono vestita completamente di bianco, con un corpetto senza maniche e dei pantaloni elasticizzati. Questi vestiti sono così morbidi e comodi da sentirli come parte di me. Inoltre sono puliti e io sembro appena uscita dalla doccia. Ho i cappelli increcciati insieme a un nastrino. Per quanto la situazione sia drammatica non mi sentivo così bene da tanto tempo.

-Chi sei?- chiedo a mezza voce. Sono sicura che udirà comunque. Infatti la risposta non tarda ad arrivare.
-Un'amica.- Suona terribilmente finto.
-In che senso?- domando.
-Nel senso che sono dalla tua parte. Ti aiuterà contro the Shadow.-
-E perché lo faresti?-
-Quella creatura vuole dominare il mondo. Non credi che sia una causa sufficiente?- In effetti non ha tutti i torti, ma sembra troppo facile.
-Dove sono i miei amici?-
-Stanno ancora dormendo. Vi ho dato qualcosa per farvi riposare fino a quando il mondo sarà pronto per il vostro ritorno.- Questa frase mi spaventa per quanta dolcezza abbia infuso nelle parole.
-E perché non lo hai dato a me?- sono confusa.
-Certo che te l'ho dato, ma la tua mente si è ribellata all'effetto.-
-Perché non ti mostri, sei così brutta?- Sento una risata acuta.
-Io ti aiuterò ma ci sono alcune cose che devi capire. Decido io cosa fare e quando, non sei tenuta a saperne il perché. Mi dispiace, ma è per il tuo bene. Ora che ci penso il tuo risveglio è positivo. Sei indietro in quanto allenamento rispetto agli altri. Mettiti al centro della stanza.- So di non aver altra scelta, quindi eseguo.

Qualcosa scatta sotto i miei piedi e mi sento precipitare, mentre l'adrenalina mi stringe lo stomaco. Per un attimo temo che mi abbia rifatto "addormentare", ma atterro agilmente in altro padiglione. Ė ancora più grande di quello di prima. Somiglia a un'enorme palestra. Ai lati della stanza ci sono tutti gli attrezzi che voi possiate immaginare per allenarsi con e senza armi e probabilmente qualcuno che si trova solo qui. Con un tuffo al cuore scorgo su un tavolino sono poggiate le nostre bacchette. Impugno la mia e un brivido mi attraversa. Mi è mancata. Anche il mio ciondolo torna sulla collana.

Due donne dagli occhi dorati si materializzano davanti a me. La voce della donna rimbomba divertita.
-Comincia l'allenamento!-

Semidea a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora