Sento la spalla pulsare. La pelle che brucia ancora dove è passata la punta della "penna" di mia madre, lasciando un tatuaggio. Che non è un tatuaggio. O almeno mia madre dice che non lo è, ma sembra proprio un tatuaggio. Tra Vortice e questa qui ho imparato la lezione: le penna non sono mai quello che sembrano.
Faccio finalmente colazione e mi vesto, poi scendiamo in garage. Mi piace il modo in cui questa parola suoni così babbana e innocua. Forse perchè di solito i garage non sono meglio forniti di un'armeria. Al primo esercizio mi accorgo che c'è qualcosa che non va. E non è quello che potete immaginare. Devo far ruotare attorno a me, a circa dieci metri di distanza, dei cuscini e colpirli alternando in sequenza incantesimi, pugnali e frecce. Mia madre controlla che io mantenga la velocità della rotazione costante. Non posso usare i poteri per centrare gli oggetti. Sembra semplice, ma mantenere a quel ritmo così tanti oggetti contemporaneamente e concentrarsi anche per centrali tutti in un minuto... beh non lo è. Per non parlare del senso di colpa assurdo che ti affligge ogni volta che cruci un cuscino.
Oggi comunque inizio a far ruotare i guanciali senza particolare entusiasmo. Gira, gira, PUFF! Uno esplode. Piume ovunque. Mi morsico la lingua per lo spavento. Un lieve retrogusto metallico mi riempie il palato.
-Cosa hai fatto?- domanda mia madre sorpresa.
E non si riferisce alla mia lingua.
-Quello che faccio sempre.-
-Riprova.-
Riprendo a far girare i cuscini. Esplodono tutti insieme. Fisso sconsolata i loro resti sul pavimento.
-Troppa pressione.- riflette mia madre.
-In che senso?-
Mi lancia uno strano sguardo.
-Mi hai sentita?-
-Sì, certo.-
Scuote la testa con fare confuso.
-Scusa, mi sembrava di aver sussurrato.-In un angolo del mio cervello torna a farsi più insistente la sensazione che ci sia un collegamento fra tutto. Qualcosa che io so, ma non so. La stessa sensazione che mi accompagna da quasi un anno.
-Che facciamo?- domanda mia madre guardando i cuscini.
È una domanda retorica. Fa spesso così. Non si aspetta una risposta, è un suo modo di ragionare a voce alta.
-Un minuto di silenzio?- propongo senza troppa convinzione.
-Eh?-
-Quando muore qualcuno si fa un minuto di silenzio per onorarne la memoria.-
-Chi è morto?- chiede mia madre preoccupata.
Inarco le sopracciglia.
-I cuscini.-
Scuote la testa, ma non riesce a nascondere un sorriso.-Ripeti l'esercizio. Questa volta con le piume.-
Spalanco gli occhi. Oltre all'impossibilità di centrare qualcosa di così minuscolosamente minuscolo, le piume sono quasi totalmente prive di gravità. Mantenerle in aria, immobili e farle ruotare... Respiro a fondo e molleggio sulle ginocchia per sciogliere un po' le articolazioni. Chiudo gli occhi. Le piume si sollevano intorno a me. Si dispongono a cerchio. Iniziano a ruotare vorticosamente, mantenendo però costante la distanza le une dalle altre. Estraggo un pugnale. Lancio. Senza quasi accorgermene ho già incordato l'arco. Rilascio.
-Avada Kedavra!-
Un bagliore verde mi trafigge le palpebre ancora chiuse. Le riapro. Mia madre ha un'espressione indecifrabile.Due piume sono conficcate nella parete. Una giace a terra, carbonizzata. Abbasso lo sguardo e vedo le mie mani tremare. Mia madre mi ha insegnato le maledizioni senza perdono, ma è la priva volta che uso l'anatema della morte. Ho il potere di uccidere con poche parole. E mi è piaciuto. Il tremore peggiora e nascondo le mani in tasca.
-Che c'è?- chiede mia madre, ritrovando la voce.
Ha notato il gesto.
-Ho appena ucciso una piuma, come dovrei sentirmi?-
Tira gli angolo della bocca.
-Ti senti strana? Stamattina c'era qualcosa di diverso?-
-No, niente.-
Il senso di colpa arriva prima della mia risposta. Diglielo. Dannazione.-Proviamo qualcos'altro.-
Annuisco. Dannazione. Dannazione. Dannazione. La bocca resta chiusa.
-Prendi la spada.-
Evoco Mal.
-Mettiti questa sugli occhi.- dice raccogliendo un bandana da un tavolino e lanciandomela.
Faccio un balzo in avanti per prenderla. Mi do più slancio di quanto avevo calcolato. Molto di più. Cercando di arrestarmi nel mezzo del movimento, inciampo sui miei stessi piedi. Blocco la mia caduta condensando l'aria davanti a me, ma lo faccio troppo intensamente. Ricevo un colpo nello stomaco ed è come se avessi sbattuto contro un pezzo di legno. O direttamente un albero. Chissà perchè la cosa mi ricorda Logan. Rotolo a terra gemendo e tenendomi la pancia. Mia madre mi fissa con un sopraciglio alzato, come se fosse indecisa se credere o meno a quello che ha appena visto. Mi blocco.-Ciao.- azzardo distesa a terra.
Da questa prospettiva è particolarmente inquietante.
-Ciao?-
Mi tiro su. Recupero la bandana e me la lego dietro la nuca, per poi coprirmi gli occhi. Mia madre solleva due dita.
-Quante sono?-
-Due.- rispondo istintivamente.
Mi mordo la lingua, accentuando il sapore metallico nella mia bocca.
-È messa male la bandana?- domanda mamma.
-Ho indovinato? Davvero?!- mi fingo sorpresa.
Quando sento una lieve risata, il mio cuore sembra sciogliersi dal sollievo. Per poco non mi lascio scappare un sospiro. E... oh. Dannazione. Tutto questo perchè non riesco a dirglielo.
-Sì, hai indovinato. Sei fortunata.-
Oh, mamma, non sai cosa quanto ti sbagli.
-Dovresti portarmi a Las Vegas ogni tanto, potrei vincere qualcosina.- dico sogghignando. O a Los Angeles, visto che sono così brava a mentire.Tira fuori da dietro una panca un cesto di palline da tennis. E questo dove l'ha rubato? Me ne tira una. Lotto contro l'impulso di afferrarla al volo e lascio che mi rimbalzi addosso. Ouch. Non credevo che fossero così dure.
-Hai capito cos'era?- dice con una punta di delusione.
-Una pallina?- rispondo vagamente.
In realtà so anche quante c'è ne sono nel cesto. Dannazione.
-Da tennis, sì. Te ne lancerò alcune. Colpiscile con la spada.-
Prima che io possa protestare, mia madre inizia a tempestarmi di piccole micidiali palline da tennis. Agito la spada alla rinfusa. Potrei colpirle tutte e poi raccontare a mia madre dei miei poteri. Non lo faccio. Rimango a far da bersaglio a quelle odiose palline. Mi sta salendo un'istinto omicida. Chi non a mai sognato di avadakedavrizzare una pallina da tennis?La quaranteseiesima pallina mi rimbalza in testa e, in un attimo di nervosismo, taglio una pallina perfettamente a metà. Mia madre si ferma all'improvviso. Mi sono appena tradita?
-Togliti la bandana.-
Lo faccio. Mi sta fissando intensamente. Mi gratto il naso.
-Credo tu abbia enormi potenzialità. Devi solo lasciarle scorrere fuori, non temerle.-
Annuisco mogia.
-Ora dimmi e ti prego di essere sincera, stamattina ti sentivi magari... più potente o ti sembrava di avere delle capacità particolari?-
Non puoi non fidarti mai di nessuno!
Le parole di Logan mi rimbombano in testa, scandite dal battito sordo del mio cuore.
Inspiro a fondo.I'm alive!
Come vi sembra il capitolo? Che cosa succederà ora?
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Semidea a Hogwarts
FanficChe cosa succede quando due tipi di potere, quello degli dei e quello dei maghi, si fondono in un'unica persona? La storia si una ragazza speciale, in un viaggio che la porterà alla scoperta delle sue origini e al compimento del suo destino, ma che...