Punizioni

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-ODDIO, DOVE SONO?! SONO MORTA, COMPLETAMENTE MORTA, COME FARÒ? IL PROGETTO È PER OGGI!-
-calmati Tit, cosa cerchi?-
-gli appunti di geografia,non li trovo più, Ale, per caso non li hai visti?-
-no,dove li hai messi l'altro giorno?-
-Be...ecco....- i ricordi andavano a rallentatore nella mente di Tit,come una telecamera che riavvolge il nastro, prima a scuola, poi il parcheggio e poi Martha che la scaraventò in piscina...
-Merda! Sono a casa di Luke!-
-dai non ti preoccupare, vedrai che te li riporterà-
-non credo proprio...-
La campanella suonò l' inizio delle lezioni e le due ragazze entrarono in classe.

Luke aveva uno sguardo di sfida e un grosso ghigno seduto al banco di fianco a Tit. Lei sosteneva lo sguardo a dovere, in silenzio.
-questi sono tuoi- gettò i fogli di geografia
-lo so-
-non mi dici nient' altro?-
-grazie-
-così va meglio,carini i disegni, soprattutto questo-
Tit divenne rossa nel vedere il disegno rappresentante l' umano sorridente in un foglio, assieme a dei fiori, forse margherite o rose.
-eh..grazie-
-chi è la ragazza?-
L' umano indicò un ritratto che Tit si fece un giorno davanti allo specchio, era uno di quei giorni in cui rimaneva a casa da sola, sua madre lavorava e a lei non era permesso uscire. Ovviamente il ritratto rappresentava la ragazza nella sua forma originale, coi capelli argento lunghi e occhi grandi pieni di vita.
-nessuno, una ragazza che ho visto su un fumetto-
-ah-.

-Ragazzi! Vi prego un attimo di attenzione!- La professoressa chiamò i suoi alunni
-quanto ci scommetti che parla del Progetto Titanium?- si voltò Cris
-DEL COSA?!-
-del Progetto Titanium, il telegiornale non smette di parlarne, e siccome la Prof è patita per eventi catastrofici, oggi passerà l' ora a parlare del telegiornale e di quel cazzo di progetto che ci farà morire tutti- scherzò Luke
-e allora gli alieni esistono e vanno in giro per lo spazio assieme al Bigfoot e il mostro di Loch Ness, certo sono tutte menzogne usate per attirare attenzione- aggiunse Cris
-ma dai, io penso che gli alieni esistano, e, anche se esiste davvero,quel Progetto Titanio o come si chiama è solo un' invenzione che serve a tutti, come il telescopio o le sonde spaziali- intervenne Alexia
-credo proprio di no Alexia, il Progetto Titanium è ,per l'appunto,un progetto studiato e generato da degli scienziati ribelli al nostro governo, purtroppo sono gli individui più intelligenti del nostro mondo-
-non sono ribelli! Il presidente ha acconsentito per creare l' arma!-
-Tatiana, ma cosa dici? Il nostro presidente, non è così stolto da permettere di costruire la cosa che ci ucciderà tutti!-
-e invece le dico di sì, le armi si creano per mandarle a combattere la guerra al posto di semplici soldati-
-e tu come fai a saperlo?-
-professoressa, mi scusi, ma com'è esattamente quest'arma?- interruppe un' alunna
-non è un arma, è una persona. Un essere privo di sentimenti ed emozioni, capace solo di uccidere e distruggere, esso è stato fuso nel corpo di un umano, penso un cadavere-
Non sono priva di emozioni...ho anch'io dei sentimenti....io non sono stata creata per distruggere!
Tit stava stringendo i pugni, non poteva permettere di far trasparire qualcosa.
-come facciamo...a...riconoscerlo?-
-semplice, l'essere è in corpo umano, ma non ha un aspetto normale, la pelle....gli occhi e i capelli sono innaturali-
-Prof, la prego, non abbiamo prove che esiste veramente, è solo una diceria-
-Allora se non è convinto Evans dalle mie parole, lo sarà di quelle del generale David-.
Dalla soglia della porta stava per apparire un uomo in divisa, probabilmente il generale che la professoressa stava dicendo. Tit non l' aveva mai visto, aveva paura. Per fortuna l' uomo fu preceduto da un altro uomo, il preside.

-TATIANA JOHNSON!DOVE SEI!- Il preside era nero di rabbia.
-Preside...sono qua- disse alzando timidamente la mano destra
-TU!ORA!IN PRESIDENZA!-
-perché?-
-PERCHÉ?!MA DICO LA SENTITE! SAPEVO CHE NON POTEVI STARE LONTANO DAI GUAI!-
-che è successo Theodor?-
-QUELLA DELINQUENTE!HA DI NUOVO IMBRATTATO I MURI DI FUORI E DELLA PALESTRA CON I SUOI VOLGARI DISEGNI!-
-che avrei fatto? Mi scusi,ma si sbaglia-
-Oh no, non credo proprio, l' hai fatto quattro anni fa e ora ci risiamo, scommetto che non hai nemmeno buttato le bombolette-
-le che?-
-ah, ora mi prendi anche in giro?! Bene allora andiamo a guardare nel tuo armadietto!-
-si...va bene-

I due andarono in corridoio seguiti dagli alunni. Nelle menti dei ragazzi quella scena non era nuova, anni prima Tatiana era stata beccata e punita per i suoi murales. Eppure per Evans, non era di nuovo colpevole, anzi lui sapeva che la colpa era di qualcun' altro.
Tit aveva paura, era stata accusata ingiustamente, eppure aveva una pessima sensazione.
-bene allora può aprire il suo armadietto?-
-...si-

Gli scaffaletti del suo piccolo armadietto, erano brattati di vernice e delle bombolette spuntavano da fuori una borsa.
No,non può essere.
-LO SAPEVO!ORA TU VIENI CON ME IN PRESIDENZA, ANZI MEGLIO, D' ORA IN AVANTI PER TUTTA LA MATTINATA, STARAI IN AULA DI PUNIZIONE FINO ALLE QUATTRO, DOVE ANCHE LÌ, STARAI A SCUOLA E PULIRAI TUTTA LA PALESTRA, I BAGNI E I MURI FUORI-
-Ma...ma-
-Non devi parlare Johnson-.
Il preside prese il suo braccio per trascinarla via, però Tit sentì uno sguardo in particolare su di lei.
È stata lei! Non ci posso credere! Vi prego aiutatemi! Non sono stata io.
Tanto è inutile Tit, loro non ti sentono e non possono vedere chi è veramente il colpevole...
Lo sguardo soddisfatto di Martha e delle sue amiche seguivano quello scioccato e disperato della povera Johnson mentre era trascinata in punizione dal preside.

-ottimo lavoro ragazze-
-ferma! Dobbiamo parlare-
-che vuoi Luke?-
-sei stata tu, vero?-
-Oh Wow, sei un ragazzo perspicace-
-perché l'hai fatto?!-
-Tu sai benissimo il perché, non posso stare ferma e zitta a vedere voi due insieme-
-perché la odi così tanto?!-
-perché si sta riprendendo quello che era suo quattro anni fa...e tu non sai quanto io soffra per questo-
Soffrire, lei?
-senti,Martha-
-non voglio parlare ora, ci vediamo stasera-
-Ehm..ok-.

L'aula di punizione, era uguale a qualsiasi altra aula della scuola, tranne per il fatto che era più buia, priva di finestre e con banchi e muri rovinati da scritte e tagli. Tutti i ragazzi lì, avevano piercing, tatuaggi, fumavano, insomma il tipico modello di ribelle, e poi c'era Tit, con i suoi occhiali da sole scuri e i capelli raccolti in una coda di cavallo. Alla sua vista gli altri ridevano, che ci faceva una ragazza come lei in un posto così?. Tit pareva spaventata dal ambiente, invece, era calmissima, nei suoi primi giorni di vita era sempre rinchiusa in una specie di gabbia molto più piccola di quell' aula, almeno lì si riusciva a respirare.
Le ore passavano e uno dopo l' altro, i ragazzi tornavano nelle loro classi. Tutti tranne Tit, lei se ne stava zitta a fare degli origami con la carta.
Nessuno si fece vedere, tranne Alexia, che le fece visita nell' ora di pranzo.
-chi è?-
-Tit, sono io-
-Ale? Che ci fai qua?-
-volevo sapere come stavi-.
Alexia era strana, nel suo sguardo non c'era più la gioia, era spento e freddo.
-va tutto bene?-
-no, perché hai dovuto pitturare i muri della scuola?-
-io non ho fatto nulla-
-a no? E le bombolette? La tua firma? Tit sono esattamente uguali a quelli che disegni sui quaderni!non posso crederci, pensavo che ormai eri cambiata-
-cosa? Non mi dire che credi a Martha, io ti giuro che non ho fatto nulla...-
Delle scene si materializzarono. Due ragazze stanno parlando, una con occhiali e capelli biondi raccolti in una treccia e l' altra con i capelli castani sciolti e ciocche azzurre. Alexia e Tatiana.
-Ehi ciao Tatiana, come stai?-
-Ehm...ciao...-
Come cazzo si chiama?
-sono Alexia-
-ah giusto,Alexia, mi fai un favore?-.
-dimmi-
-vero che mi passi i compiti di chimica?-
-...si-
-bella,grazie-
Tatiana si gira e corre via, verso i due ragazzi nel corridoio, lasciando Alexia da sola in classe, che incomincia a leggere subito i doni della morte, libro che Tatiana non sopportava.
Tit ritornò in quell' aula di punizione, il ricordo è stato breve, ma intenso, era chiaro che Alexia aveva sofferto per l'indifferenza di Tatiana. Era così diversa ora, non portava più gli occhiali, l'apparecchio e i capelli raccolti, però aveva lo stesso dolce e indifeso sguardo.
-io non credo a Martha, ma alle prove, sapevo che non potevo fidarmi di te, non potevano mai essere amiche, dopo quello che mi hai fatto....-
-cosa ti ho fatto?-
-ah ora mi prendi anche in giro! Spero che rimani qua per tutta la settimana, ladra-
-COSA?IO NON SONO UNA LADRA, NON HA FATTO NULLA, SE NON MI CREDI, QUELLA È LA PORTA, DOPO PERÒ NON VENIRE A PIANGERE DA ME-
-VAFFANCULO,JOHNSON-.
La bionda sbattè la porta uscendo con le lacrime agli occhi. Mentre la mora rimase in quell' aula buia e fredda con lo sguardo indifferente, ma io cuore freddo. Aveva perso l' unica amica che aveva. In fondo era Alexia che ha iniziato non credendole e accusandola ingiustamente e questo Tit non lo sopportava.
Ciao mondo!
Grazie per aver letto questo capitolo se vi è piaciuto votate e commentate. La seconda parte uscirà presto
Ciaooo♡
Marty

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