un giorno come tanti

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Quando Tit confessò tutto a Alexia era sabato e rimasero tutto il giorno insieme. Il loro legame si era rafforzato ancora di più. Alexia fece domande su domande sui poteri di Tit e lei,come risposta, le faceva sempre una piccola dimostrazione su quanto poteva fare, e ogni volta era sempre più sbalorditivo.
La sera, però, arrivò in fretta e Gold, con una strana sensazione, cercò e riportò a casa Tit.

-è successo qualcosa?-
-no, perché?-
-ho una strana sensazione...per caso l' umana sa qualcosa?-
-che? No-
-sicura Tit?-
-per chi mi hai preso Gold? Per un robot alle prime armi? Certo che non le ho detto niente!-
-ok, ok, stai calma-
-si...-
-Allora che fai stasera?-
-nulla di preciso, penso che mangerò la pizza con mia madre-
-Ah-
-Tu?-
-esco con Francy, a vedere un film-. Tit si bloccò
-con Francy?-
-esattamente, gelosa?-
-sono superiore a queste cose progetto Golden, piuttosto lei dovrebbe stare nel mondo degli umani per studiarli, non per avere una relazione amorosa con una di quelli-
-io? Innamorato? Mi faccia il favore Progetto Titanium di non insinuare più queste cose, i sentimenti sono solo per esseri pluricellulari deboli e indifesi, piuttosto la definirei attrazione fisica quella tra me e Francy-
-attrazione fisica?-
-guardami Tit, sono molto meglio di qualsiasi umano sulla faccia della terra, ho un fisico invidiabile-
-modesto il ragazzo-
-non sono uno dalle buone maniere, i bravi ragazzi colpiscono, quelli cattivi rapiscono-
-e tu sei?-
-quello che rapisce.-

Domenica mattina
Tit e la madre, quella mattina dovevano fare visita alla madre di Erika, la nonna di Tit.
-che hai Tit?-. Chiese dolcemente Erika, ad un tratto in macchina.
-è che...non vado molto a genio alla signora White-
-è tua nonna Tit, tua nonna-
-Ma lei dice sempre che io devo chiamarla signora White-
-è solo...una signora un po' particolare, ma fidati tu le stai simpatica-
-Già, come quella volta, l' anno scorso, che mi chiese se potevo fare la sostituta della sua aspirapolvere e pulirle la casa, oppure l' anno prima che mi diede i piatti da lavare credendo che ero un lavapiatti? Quando capirà che io non sono un Robot?-
-era solo per ridere un po' non lo faceva apposta-
-a quindi, lo faceva solo per il gusto di prendermi in giro?-
-Beh...-.
Calò il silenzio in macchina.
Neanche a Tit andava a genio la signora White, così quella volta voleva restare a casa al posto di trovare la sua cara e dolce "nonnina",però la signora si era ammalata e la dottoressa Johnson ha insistito molto nel voler fare incontrare le due.
-andrà malissimo-
-vedremo-.

Arrivarono dinanzi a una villa vittoriana.
-Siamo arrivati-
-Yuppi- ironizzò Tit.
Sulla soglia della porta comparve una signora piuttosto anziana, con un vestito nero, collane di perle e capelli raccolti in uno chimiòn. Lo sguardo era altezzoso e privo di emozione.
-Buongiorno Mamma-
-ciao Erika- disse fredda per poi rivolgersi a Tit.
-Progetto Titanium-
-Signora White-. Sembravano due vecchie conoscenti che si sono sempre odiate in silenzio.
-Ti prego di togliere gli occhiali, non siamo in una base militare, ma in una casa normale, e in una casa normale è maleducazione portare gli occhiali-
Taglia corto vecchia, so come funziona.
-si.-

Le tre donne si siederono attorno la grande tavola, del salotto.
-vuoi del te mia cara?-
-certo, grazie mamma-
-l'ho fatto pochi minuti fa, è il tuo preferito, Progetto Titanium, è inutile che te lo chiedo, i robot non bevono tè-
-grazie.-
Posso andarmene?
-Tit, vai pure in salotto a vedere la tv-
-si,certo-.
La ragazza lasciò la stanza lasciando le due donne sole.
-Bene, allora raccontami un po' Erika, come sta andando...l'esperimento con lei-
-Oh, una meraviglia mamma, ora Tit ha iniziato ad andare a scuola-
-Oh, davvero?-
-si-
-e in che scuola va?-
-la stessa di Tatiana-
-COME?STAI SCHERZANDO, VERO?-
-No, non vedo che ci sia di male-
-PERCHÉ LE FAI FREQUENTARE LA STESSA SCUOLA DI MIA NIPOTE?-
-MAMMA, È ANCHE LEI TUA NIPOTE!-
-NO...NO..NON CAPISCI ERIKA CHE LEI È SOLO UN ROBOT, LEI NON È UN' UMANA, NON È NORMALE, E SOPRATUTTO NON SARÀ MAI NE MIA NIPOTE NE UNA DI NOI, È TUTTA FOLLIA QUELLO CHE CREDI-.

-BASTA! SONO STUFA DI STARE QUA, HO CERCATO DI RISOLVERE LE DIVERGENZE TRA DI VOI DUE, MA A QUANTO PARE, SEI TU CHE NON CAPISCI-
-Mamma, basta!- La ragazza dai capelli argentei comparve.
-Tit....hai sentito tutto?-
-certo-
-lasciala perdere è solo...-
-no, io me ne vado-
-no, Tit ti prego-
-no, mamma, ho bisogno di star sola-. Così l' arma lasciò la casa sbattendo duramente la porta.
-Sei felice ora?-
-non crederai mica che si sia offesa, non ha sentimenti-
-certo che li ha! È tua nipote porca puttana, Tatiana rivive in lei, sei solo tu che la consideri morta, sai che c'è? Me ne vado, divertiti da sola-
-Erika! Non mandarmi così di rispetto! Sono tua madre e tu mi devi rispettare! Ti sto solo dicendo la verità, lei non è tua figlia, dopo che è morto Jack, sembri come impazzita, lo so che ti manca, ma non puoi sostituirlo creando nuovi automi-
-Lei è mia figlia, mia figlia, e lo ripeterò fino alla morte e io sono sua madre e devo proteggerla dalla gente come te-
-Non ti azzardar...-. Prima che la signora White potesse dire qualcosa, anche Erika uscì sbattendo la porta.

Intanto...tra le strade deserte del paese, camminava cupa Tit.
Ma Vaffanculo a te e alla tua cazzo di casa, stupida, ignorante, umana! Che crede di sapere di me? Non mi vuole nemmeno conoscere, lei è una di quelle persone che vorrei disintegrare con i laser. Se non fosse la madre di mia madre...sono così diverse, la dottoressa Johnson è così gentile e buona, mentre sua madre...perché non mi può accettare? Che le ho fatto di male?.
Vide una pozzanghera vicino a lei e andò a specchiarsi, piegandosi sulle ginocchia.
-Se non fosse per questi occhi...se fossero semplicemente blu e non cambiassero mai colore sembrerei un' umana, o forse per questi capelli così..lunghi e innaturali e per non parlare della mia pelle così...diversa e cadaverica.-
La sua attenzione passò su un edificio di mattoni con un grosso campanile. Era una chiesa. Incuriosita di più, andò più vicino per vederla. Spesso si guardava le spalle, eppure non c'era mai nessuno, il paese era vuoto. La chiesa aveva sopra la porta una vetrata colorata che brillava alla luce del sole come piccoli diamanti.
Ne era affascinata così oltrepassò la porta ed entrò.
La chiesa, come il paese, era buia e vuota, le uniche cose che davano luce erano le candele attorno alle statue e dipinti di strani personaggi con un cerchio luminoso sulla testa, alcuni avevano addirittura le ali.
-Questo...deve essere un angelo, alcuni umani credono che esistono altri umani che vivono sopra le nuvole e volano indisturbati nel cielo con delle ali. Penso che si tratti di credenze popolari-. La sua attenzione passò sul crocifisso sopra l' altare.
-Wow...tu devi essere quel uomo che venne inchiodato a una croce fatta di legno, che tutti credevano morto, e poi sei risorto 3 giorni dopo, wow...come hai fatto? Eri un immortale come me e Gold? Impossibile, in quel tempo la scienza era solo una cosa fantastica e astratta, eppure sono curiosa di sapere come hai fatto, ho letto la tua storia sul un libro che c'era in salotto dal la signora White, è davvero strabiliante ciò che hai fatto, per questo gli umani di questo paese ti venerano?-
Si andò a sedere su una panca.
-Come si faceva....a sì in ginocchio- e così si mise nella posizione di pregare.
-Salve...ehm...Dio, sono Progetto Titanium, ma può chiamarmi anche Tit. Lo so che non sono mai stata un esemplare si credente modello nei suoi confronti, in fondo sono stata creata dalla scienza, e la scienza non crede nella sua esistenza, ma sono qui ora...perciò se lei davvero esiste, se fa davvero tutto quello che dice la signora White, la prego di ascoltarmi ed esaudire il mio desiderio, vorrei che mi aiutasse a capire chi sono, e cosa ci faccio in questo mondo, che devo fare con Gold, mia madre, Alexia e Luke....io vorrei scoprire chi sono, la prego di proteggere mia madre, che è una donna meravigliosa, lei mi ha creato e cresciuto come la sua vera figlia Tatiana, ti prego, non voglio che il governo la cattura, piuttosto devono passare sul mio cadavere, grazie per avermi ascoltato, sempre se l' abbia fatto e se esistesse davvero-.

Erika notò sua figlia sugli scalini della chiesa.
-Tit...che ci fai qua?-
-Mamma, ciao-
-sei entrata in chiesa?-
-si, ero curiosa di vederla-
-bene...senti per mia madre..ti prometto che non andremo più...-
-Mamma, va tutto ok, forza andiamo a casa-

Ciao mondo!
Grazie per aver letto questo capitolo se vi è piaciuto votate e commentate. Spero che vi sia piaciuto capitolo e che non sia troppo "noioso"
Noi ci vediamo alla prossima🎀
Marty

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