Hai del Titanio?

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-Che lavoro fanno i tuoi genitori?- chiese Tit scrutando le foto di famiglia sparse per la casa.
-Mio padre lavora nel pronto soccorso dell' ospedale e mia madre è un' artista-
-un'artista?-
-Sì, le piace fare sculture di ogni tipo, specialmente con dei metalli. Ci crederesti che abbiamo in garage una sua statua fatta da saldature di puro Titanio?- scherzò
-COSA? DAVVERO?!-
-si....ti piace l'arte?-
-no! Il Titanio! Posso recuperare le mie energie-
-e come fai? Mangiandolo?-
-Ma no scemo...portami dalla statua e ti farò vedere-.

In poco tempo raggiunsero una stanza buia e piena di robaccia.
Si inoltrarono nel labirinto delle statue della madre di Luke, alcune erano davvero impressionanti, molto realistiche.
-non so proprio come fa a trovare interesse in un mucchio di metallo arrugginito-
-Ogni cosa è soggettiva, com'è la statua di Titanio?-
-Oh, rappresenta un discobolo, sai, il tiratore dei greci....è alta due metri e larga....-
-Trovata!-

Dal un accumulo di attrezzi e di cavalletti spargeva questa enorme statua coperta da una stuoia troppo corta rispetto ad essa, dalla quale sorgevano le gambe muscolose.
-tolgo il telone- disse e con un movimento rapido mise le sue mani sul petto della statua il quale si illuminò immediatamente.

Delle scosse invasero il corpo di Tit, scosse di piacere.
Alla fine quando l' immensa luce scomparve il corpo di Tit pareva quello di un robot. Era fatta di metallo, ci si poteva specchiare.
-Oh mio dio....-
-non guardarmi, sono orribile...-
-Allora sei un....-
-no, non sono un Robot- chiuse gli occhi e ritornò l'umanoide di prima.
-Quando assorbiamo l' energia del metallo da cui siamo costituiti la nostra pelle le assorbe come una corazza creando l'aspetto da robot, però non lo siamo..-
-ah...-
-e poi nessuno si innamorerebbe mai di un essere di latta-
-riferimenti particolari?-
-può darsi...- fece occhiolino e sorrise.
Luke invece arrossì.

-Ti va di fare un giro?-
-con quei militari fuori?-
-Lo so che è pericoloso, ma...ti potresti trasformare in qualcosa o qualcuno?-
-non lo so Luke...-.
La porta bussò e il viso allegro di Alexia spuntò dal quel muro di legno.
-Ale?-
-Tit!!- le due amiche si abbracciarono.
-Oh mio dio, grazie al cielo stai bene-
-Sto benissimo, tranquilla, ma cosa ci fai qua?-
-me l' ha detto Luke che ti eri svegliata, e che oggi avremmo fatto una bella passeggiata-.
Lo sguardo dubbioso di Tit cadde sul ragazzo.
-Vi eravate messi d'accordo, non è così?-
-Esatto!-
-e va bene! Cosa mi trasformo?-
-Martha, come quella volta che...- prima che potesse finire la frase Tit le aveva messo la mano davanti la bocca.
-Come quella volta quando..?-
-Ma nulla! Sta scherzando-
-Quando è successo quel misterioso terremoto!-
-non ci credo...sei stata tu?-
-si....- aveva paura della reazione di Luke, il quale però scoppiò a ridere.
-Ecco perché mi hai rifiutato così...dovevo immaginarlo-.

Appena varcò la soglia un breve venticello le accarezzò la pelle.
-Quanto mi è mancato....- disse senza usare un soggetto, ma si sapeva a cosa si riferiva. Al mondo, al suo mondo. Quello umano, e quello a cui è stata sottratta per qualche giorno.
-ecco il piano, i militari hanno creato dei caselli per tutta la città, basta che li superiamo e siamo a cavallo, possiamo andare verso il lago.- disse Alexia
-Sai che difese ci sono?-
-Si, ci sono passata tre volte oggi, allora; hai presente i caselli dell' autostrada? Ecco, è uguale solo che ci sono molti più militari, con cani prima dell' asta. Loro ti fermano, ti perquisiscono la macchina, aprendo e controllando ogni cosa nel bagagliaio, e poi ti fanno una specie di test...-
-che tipo di test?-
-Ti pizzicato con un ago facendoti uscire due gocce di sangue, ma non so perché...-
-per il colore...okay, so come fare-.

Una macchina nera si stava avvicinando al nuovo casello creatosi apposta per non far scappare Progetto Titanium. Si fermò e il finestrino si abbassò molto lentamente.
Alla guida vi era una ragazzo moro e suo posto del passeggero una ragazza bionda. Entrambi portavano occhiali da sole.
-Salve-disse il ragazzo con uno strano accento ironico.
-salve- rispose serio il militare.
-che posso fare per voi?-
-identificati-
-Luke Nash Evans, e lei è Alexia Stilinski-.
Il militare guardò un collega il quel teneva in mano un tablet con scritto tutti i nomi della gente del paese.
-I nomi ci sono.- confermò.
-Bene, datemi però il pollice- i due ragazzi ubbidirono tirando fuori la mano dalla macchina e passando il pollice su degli altri tablet.
Essi emisero una specie di suono acuto per mandare a uno schermo più grande le immagini dei due è i loro dati.
-Sono puliti.-
-perquisite il bagagliaio-.
Appena aprirono i cani cominciarono ad abbaiare violentemente.
-Ma che diavolo succede?-
Sbraitò il capo.
Andò dietro la macchina, credendo di aver finalmente trovato Tit e invece......

Un gatto.

Un gatto bianco tremava in una piccola gabbia argento.

-Che è sta roba?-
-è il mio gatto!- Urlò Alexia
-Non toccatelo!-
-Dobbiamo fare i prelievi anche a lui?- chiese confuso un soldato.
-No! È già stato vacinato!-
-uhm....- Ci fu una pausa di silenzio.
-Lasciateli andare!- ordinò il capo chiudendo il bagagliaio violentemente.

L' asta si alzò e la macchina scappò via.
-Fiùuuu, c'è voluto poco-
-Già...bel lavoro Tit!-
Il piccolo gattino bianco comparve nel sedili dietro.
-È stato facile- disse leggermente il gattino.

Ciao mondo!
Scusate scusate e scusate l' immenso ritardo, non avevo proprio idee. E ora non ne ho nemmeno, perciò non  so quanto passerà prima del prossimo capitolo.
Spero che questo vi sia piaciuto, alla prossima.
Marty💐

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