2. Minaccia a corte

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Quando mi sveglio, sento una sensazione mai provata prima; le coperte fredde. Cerco di mettere a fuoco ciò che mi trovo davanti e mi accorgo che Maria si è portata dalla sua parte quasi tutte le lenzuola. Mi alzo, sentendo i piedi delle dita congelate. Quando mi guardo intorno, mi aspetto di vedere Nil già in piedi che apre le finestre della mia stanza e sentire le voci delle altre mie sorelle che si contendono i vestiti del giorno, finché non mi ricordo di essere in Russia, molto lontana da quella che era casa mia.

<<Lora..>>

Maria si agita, finchè non le sussurro di continuare a dormire, cedendole tutte le coperte. Mi alzo per sbirciare appena dalle finestre, attenta a non far entrare troppa luce per non svegliare Maria, notando che il sole non è ancora del tutto sorto. E' l'alba. Nil verrà a svegliarci solo fra un'ora e poco più. Mi vesto in fretta, lasciando per questa volta i capelli sciolti ma raccogliendo le ciocche davanti. Sarò anche lontano da casa, ma non rinuncerò certo a ciò che mi piace. Chiudo la porta delle mie stanze, e mi dirigo ai piani inferiori. I corridoi sono quasi vuoti, se non per qualche domestico intento a mettere in moto primi doveri della casa. Mi blocco, appena vedo due domestiche venirmi incontro; una di loro è Nil.

<<Vostra Altezza...>>

Una domestica mi rivolge una riverenza, continuando per la sua strada, mentre Nil si ferma a guardarmi. So già cosa sta pensando.

<<Signorina, non andrete certo alle stalle con i capelli arruffati in questo modo?>> Infatti.

<<Sono in Russia, Nil. Non certo in una prigione dove mi è vietato anche di andare a cavallo.>> - esclamo sorpassandola.

<<Signorina, aspettate! Cosa devo dire allo Zar se mi chiede di voi?>> - esclama nervosa.

<<Inventati qualcosa!>>

La mia risposta non sembra tranquillizzarla. Mi dirigo a passo velto verso le porte del palazzo, giungendo alle stalle. Prendo le briglie e la sella, preparando il cavallo; in Gran Bretagna passeggiavo quasi ogni mattina con mia nonna, quando i doveri reali glielo permettevano, giungendo fino alla città. Non voglio perdermi i miei piaceri solo per essere in un altro Paese. Ho bisogno di fare qualcosa che mi faccia sentire a casa, e questo lo fa. Porto a piedi il cavallo fino alle porte della stalla, per poi salire. Quando scuoio le briglie, mi rendo conto di non sapere neanche dove sto andando; sono in campagna aperta e il sole sta sorgendo. Voglio solo allontanarmi per un pò da questo palazzo, immaginare i paesaggi sconfinati dell'Inghilterra con a fianco mia nonna Vittoria. Non è da tutte sposare un futuro imperatore.. - allora perché proprio io devo farlo? - questo matrimonio potrebbe costare molto alla mia famiglia, lo so.. - matrimonio che però non desidero - Io proprio non vi capisco, signorina. Non ne siete forse rimasta delusa? - sì, ma da mio padre per la sua scelta riguardo al mio futuro!

Improvvisamente sento il bisogno di fermarmi e di guardare indietro. Il palazzo. Non lo vedo. Mi guardo intorno, notando solo un bosco e spazio aperto; non dovevo galoppare così velocemente, da sola inoltre. Il cavallo nitrisce ed io ricomincio l'andatura, stavolta a galoppo. Ma dove sono? Non posso essermi spinta troppo in là. Sto per scendere da cavallo, quando il rumore di un altro cavallo sembra raggiungermi. Mi guardo indietro, vedendo che qualcuno sta venendo a gran velocità dalla mia parte. Non so per quale istinto, ma agito le briglie, comandando al cavallo di scattare; stavolta sento il vento come schiaffi sulle guance e i capelli tirati fortemente indietro. Sento una voce dietro di me mischiata al rumore del vento che mi colpisce le orecchie e gli zoccoli del cavallo. E' stata un'imprudenza uscire da sola da palazzo ed ora non posso fermarmi senza la sicurezza di chi sia il cavaliere dietro di me; l'unica possibilità è entrare nel bosco e aspettare che lo straniero scompaia dalla mia vista per poi cercare una strada per tornare a palazzo. Quando mi infittisco, mi guardo indietro; mi sta seguendo, anzi quasi raggiunto. E' incredibilmente veloce e a mio svantaggio non conosco questi boschi.

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