8. Questioni di famiglia

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Quando mi sveglio, vedo la luce riversarsi dalle finestre e sento un dolore acuto alla gamba sinistra. Metto a fuoco ciò che ho davanti, ritrovando sopra di me l'espressione preoccupata di Eleonor. <<Scusami Lora, ti ho fatto male? Aris, sei incorreggibile!>> Questa bofonchia qualcosa, prima che io alzi il busto capendo cosa mi abbia colpito; il corpo minuto di Eleonor è inciampata sulla mia gamba, spinta a Aris.

<<Sapete, comincio a rimpiangere la vostra assenza in questa corte.>>

Liliana ride, per poi passarmi il vassoio con la colazione; biscotti ai mirtilli e il solito té alle erbe di Nil. E' una sensazione insolita per me svegliarsi senza sforzo, ma questa notte il mio riposo è stato tremendamente inconstante. <<Dovresti ringraziarci, invece. Hai dormito tutta la prima mattina e questo non si addice certo ad una principessa. Specie se quella principessa è rientrata a palazzo in tarda notte.>> Sussurra l'ultima frase come se fosse un segreto.

Sento il biscotto fermarmisi a metà della gola. <<Cosa intendi?>>

<<Ho corrotto le guardie - Aris si divora un paio di biscotti - e loro mi hanno detto che tu e quell'adone del principe siete usciti da palazzo ad un'ora vergognosa!>>

Il tono di rimprovero di Aris scatena l'effetto opposto, strappandomi un sorriso. <<Noi credevamo fossi con Maria.>> Continua Lil.

<<E' così, in effetti.>>

<<Ho visto i dipinti dell'imperatrice ai ricevimenti di corte e agli incontri pubblici! I suoi abiti sono forse la cosa più regale che io abbia mai visto!>> Gli occhi di El sembrano illuminarsi al solo pensiero di indossare uno di quelli. Soffio sul té ancora caldo, ricordando l'ultimo abito che avevo tra le mani. Se lo vedesse El...

<<Dunque? - mi sprona Aris - Non ti aspetterai che non mi interessi alla faccenda fra te e il principe! Voglio sapere tutto.>>

Le ragazze alzano gli occhi all'alto soffitto; sorrido, sapendo che ormai Aris è fatta in questo modo. La puoi amare, così come faccio io, per la sua vivacità; tuttavia, la sua abitudine di entrare nelle questioni altrui è spesso presa in malomodo agli occhi della nobiltà. <<Abbiamo parlato. Non molto al'inizio, in effetti.. mi ha regalato una rosa, ci siamo baciati e poi siamo stati a parlare molto. Lui è..>>

<<Baciata? Lora, questo è magnifico! Vuol dire che il principe prova qualcosa per te.>>

<<Conterrei l'entusiasmo se fossi in te, El. Il matrimonio è tutt'ora dichiarato annullato fino a quando, a detta di mio padre, non prenderò una decisione riguardo a chi io debba riporre la mia fede.>>

Le ragazze restano in silenzio, come ad aspettare che io continui. <<Decisione che ancora devo prendere.>> Preciso.

<<E il ballo? Cos'hai risposto quando te l'ha chiesto?>> La domanda mi lascia impietrita per un attimo. In effetti non ne abbiamo fatto cenno la sera precedente, tantomeno mi è venuto in mente. Tuttavia non riesco a dare una risposta a Liliana. Quest'ultima sembra averne colto il punto.

<<Non te l'ha chiesto? Ne stanno parlando tutti a corte. E' il pettegolezzo del momento e dubito fortemente che l'imperatrice Maria non stia smuovendo cielo e terra per organizzarlo.>>

<<So che ieri sera è tornato tardi dalla caserma. Probabilmete non ne è stato informato.>> Mi alzo dal letto, scostando le coperte di raso e lasciando la tazza mezza piena nelle mani di Liliana. Quando torno dal bagno, mi siedo davanti allo specchio.

<<Lora, un cocchiere ha lasciato questa per te alle guardie dell'ingresso. E' arrivata poco prima che tu ti svegliassi.>> Poso la spazzola, girandomi verso El e prendendo la piccola busta color avorio dalle sue piccole mani tozze e morbide. Sopra, il sigillo di cera dei Romanov vi fa da chiusura. Giro la lettera, scorrendo col dito sulle lettere di un nome; Elisabetta d'Assia.

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