Un tonfo. Poi un altro. Apro un occhio, o quanto meno ci provo dato che la luce indirizzata sul mio viso mi rende l'impresa difficile. Sento con le dita dei piedi le coperte di raso sottile in fondo al materasso; devo essermi agitata nel sonno stanotte. Mi giro di scatto quando la maniglia della porta si abbassa. Cos'era quel tonfo? Un istante dopo, vedo due braccia sorreggere un vassoio ed una ragazza minuta chiudersi la porta alle spalle. Quando si accorge che sono sveglia, sembra allarmarsi.
<<Vostra Altezza, perdonatemi. Non era mia intenzione svegliarvi con tutto quel rumore..>>
La fermo, prima che il suo tono di voce mi faccia perdere anche quella poca lucidità che ho. Le dico di avvicinarsi e lasciare il vassoio accanto al letto. La ragazza esegue le mie richieste prima di allontanarsi e restare in piedi come una statuetta di marmo. Poggio i piedi al pavimento, senza alzarmi.
<<Tu chi sei? Dove si trova la mia balia?>> Può risultare strano chiamare Nil in questo modo dato che alla mia età una balia non è più richiesta. Tuttavia, Nil resta tale per me.
<<Sta aiutando vostra sorella Maria a vestirsi. La sua balia non si è sentita bene questa mattina.>>
La congedo, avvicinandomi poi al vassoio. Sento il profumo dolce della marmellata appena fatta e quello della tisana alle erbe. Sto per portami la tazza alle labbra, prima che una sensazione mi prenda allo stomaco. Lascio immediatamente l'oggetto sul vassoio, ricordandomi che non meno di tre giorni fa hanno cercato di avvelenarmi. O uccidermi, sfortunatamente sono solo ipotesi dato l'assenza di testimonianza da parte di quel ragazzo. Mi alzo, aprendo le tende scure e lasciado entrare completamente la luce nella stanza. Mi sento come se i raggi del sole mi ridassero improvvisamente energia; fuori il sole splende e, data la cosa inusuale qui nella terra di Russia, sento il desiderio di uscire. Sto per allontanarmi dalla finestra, quando mi accorgo di una carrozza che varca i cancelli del palazzo. La porta si apre nuovamente.
<<Principessa Lora, vostro padre...>>
<<Sai dirmi chi sta giungendo a palazzo? >>
Stringo gli occhi, distinguendo quattro cavalli bianchi alla guida; la fiancata porta uno stemma reale. Ma.. è lo stemma della mia famiglia. <<Si signora, vostro padre mi ha mandato da voi per informarvi che le contessine, vostre dame alla corte inglese, sarebbero arrivate a breve.>>
Mi giro subito verso di lei. <<Alla corte inglese? Non è possibile...>> Lo stemma reale significa che quella carrozza viene da Darmstadt. Prima che la ragazza potesse avvicinarsi per aiutarmi a vestirmi, la sorpasso lasciando le mie stanze e correndo lungo i corridoi. Poco mi importa degli sguardi curiosi della servitù e di qualche guardia.
<<Principessa, dove...>>
Mi volto, riconoscendo la figura alta di Giorgio correre nella mia direzione. Contro ogni logica ed insegnamento etico, gli rivolgo delle scuse e imbocco le scale verso il portone. Quando vi giungo, l'ultima di tre familiari figure scende dalla carrozza. Riconosco Liliana, dai suoi lunghi boccoli biondi, e Aris dalla carnagione pallida come luce di luna. Lo sguardo della più piccola, Eleonor, oltrepassano il corpo di guardia, incontrando i miei.
<<Vostra Altezza!>>
Un sorriso che non sentivo invadermi le il viso da così tanto tempo, si fa strada mentre corro loro incontro. Esse fanno lo stesso, fino a ritrovarmi circondata dalle loro braccia. <<Oh, ragazze! Non sapete quanto mi siete mancate!>>
<<Vostro padre è stato molto cortese a farci giungere a palazzo con così poco preavviso!>> ammette Aris. Mio padre? Faccio per chiedere spiegazioni, quando Eleonor mi guarda sconcertata. Nonostante i suoi due anni meno di me, è molto più attenta a certe cose rispetto a me.
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Romanov
FanfictionBasata sulla reale vita della famiglia imperiale di Russia, questa storia inizia nel 1889 con l'arrivo della principessa Lora alla corte imperiale in veste di promessa sposa al futuro zar; Zayn Mhaliak Romanov. I potenti hanno sempre avuto tanti pri...