Il benvenuto a corte sembra essere tanto di mio gusto quanto per gli emissari stranieri; di questi ultimi mi sono già stati presentati l'ambasciatore inglese e del Portogallo, considerando che sono arrivata da poco più di venti minuti. La mia conversazione con l'ambasciatore inglese si divulga.
<<La regina vi manda i suoi più sinceri auguri. Confida che sua nipote sia già in grado di prendere per sè le migliori decisioni.>>
<<Ricambiate da parte mia. Inoltre aggiungete che spero di tornare presto alla corte inglese; dopotutto è stata la mia seconda casa e spero che la mia presenza non sia per mia nonna un motivo di scomodità.>>
<<Certo che no. La principessina Maria sembra già essersi adattata al cambiamento. Vorrei sperare che presto questo varrà anche per voi.>>
<<Lo sarà.>>
William, questo il nome del mio accompagnatore, non fa in tempo a rispondere che un improvvisa folata di vento colpisce entrambi. Vedo la compagnia di Maria che insegue il pallone da gioco trascinato dal vento e alcuni tovaglioli volare. Non faccio in tempo a trattenere il mio cappello, che anche questo vola dietro di me. Quando mi giro, questo è atterrato ai piedi di qualcuno. Egli si abbassa, ripulendone la stoffa, per poi porgermelo. Ha lunghe dita curate e una tenuta accuratamente indossata, rossa e nera.
<<Vi ringrazio...>>
Quando mi riprendo l'indumento, i miei occhi cadono sui suoi; è giovane, dalle ciglia lunghe e sopracciglia scure. Gli occhi ambrati sembrano oro fuso, è un'attrazione per lo sguardo. La carnagione chiara, i capelli scuri... Mi ricordo improvvisamente dell'ambasciatore ancora al mio fianco, vergognandosi dentro me stessa. Lora, ti sembra il modo di presentarti? - mi sembra di sentire la voce di mio padre.
<<Lord William Dashwood, è un piacere rivederla. Posso immaginare che l'incantevole dama al vostro fianco sia la principessa Lora. Vado errato, Vostra Altezza?>>
Sento le mie guance scaldarsi. Mi sorride, mentre la mia mano si porge nella sua direzione. L'uomo la afferra, lasciando sul lungo guanto di seta bianca un delicato bacio. La mia risposta anticipa quella dell'ambasciatore.
<<Vi prego, chiamatemi Lora. Io non credo invece di aver ancora avuto il piacere di conoscervi.>>
<<Principessa Lora, lasciate che vi presenti Vostra Altezza il terzogenito dell'imperatore, Giorgio Romanov.>> - interviene William.
<<Quante onoreficenze.. non c'è n'è certo il bisogno. Da voi, Lora, sarebbe un onore essere semplicemente chiamato Giorgio. Non sono bravo con i doveri da protocollo.>>
<<Siamo in due.>> - mi lascio sfuggire. Giorgio sorride, prima di rivolgersi all'ambasciatore.
<<Mio padre vi attende nella Sala del Consiglio per ultimare gli accordi con l'Inghilterra. Se Lora me lo permette, mi piacerebbe farle compagnia.>>
Annuisco, mentre William Dashwood si allontana verso gli interni del palazzo e i doveri politici. Prima che possa sparire dalla mia visuale, Giorgio mi invita a passeggiare lungo una parte del giardino meno affollato. Mi sembra di respirare meglio ora che le grida giocose bambini si allontanano assieme ai suoni della festa. Resto in silenzio, sentendo sorgere in me l'insolito desiderio di togliermi le scomode scarpe e sentire l'erba morbida e fresca sotto i piedi. Contro ogni logica, seguo il desiderio; mi abbasso, alzando il vestito e prendendo in mano le scarpe. Quando la mente mi ricorda di non essere sola, mi chiedo che impressione abbia dato di me ad un futuro zar di Russia. Gli angoli della sua bocca sono sollevati.
<<Dovrei sperare in un vostro riconoscimento?>>
Lo guardo confusa.
<<Come avrete notato, gli interessi di Lord William sembrano strettamente limitati alla politica e gli accordi esteri; immagino che dopo un lungo viaggio come il vostro questa sia la vostra ultima preoccupazione.>>

STAI LEGGENDO
Romanov
FanfictionBasata sulla reale vita della famiglia imperiale di Russia, questa storia inizia nel 1889 con l'arrivo della principessa Lora alla corte imperiale in veste di promessa sposa al futuro zar; Zayn Mhaliak Romanov. I potenti hanno sempre avuto tanti pri...