3. Tra terra e stelle.

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Sono passati due giorni dal mio arrivo al corte. Oggi mio padre arriverà a farmi visita, o per meglio dire, a ultimare i trattati con Alessandro. Mi sembra di vivere il ricevimento di benvenuto una seconda volta; ovviamente mio padre ricopre la carica di Granduca d'Assia, cosa che avrebbe portato ad un ricevimento formale all'interno del palazzo.

<<Non vedo l'ora che nostro padre arrivi. Gli ho chiesto di portarmi i nuovi abiti di Parigi quando passava dalla Francia, non riuscivo più a sopportare i tuoi vestiti.>>

<<Lieta che ti siano piaciuti, Maria. - allungo il braccio, lasciando che la sarta ne prenda le misure per la creazione di un nuovo abito - Magari sarà per te l'occasione di indossare un abito adeguato alla tua età. E altezza..>>

Due secondi dopo, un cuscino mi colpisce in pieno viso. Rido, prima di tornare composta ed evitare di prolungare il lavoro della sarta. Maria si distende sul letto della nostra camera; avevo sperato che questa notte mia sorella dormisse nelle stanze riservatele ma non me la sono sentita di lasciarla sola. Non importa quante guardie imperiali il principe Zayn decida di lasciare alle porte della mia camera. Gli occhi di mia sorella diventano vitrei, cosa che succede quando si perde nelle sue preoccupazioni.

<<C'è qualcosa che ti turba?>>

Appoggia i piedi a terra, restando seduta sul materasso sfiorando appena il pavimento con la punta delle scarpette. <<Credi che nostro padre farà ritorno in Danimarca con noi?>>

Stringo le labbra. Ordino alla servitù di uscire dalle stanze, togliendomi il vestito incompletato e andando verso l'armadio per indossare quello in occasione dell'arrivo di mio padre. <<Immagino ci abbia mandato per restare, Maria. Che io torni a casa è improbabile, ma forse tu potresti chiederglielo in tuo favore.>>

Annuisce, lasciando cadere la conversazione. Due colpi alla porta e una guardia imperiale ne varca la soglia. <<Principesse, la carrozza di vostro padre è arrivata.>>

Spingo Maria giù dal letto, dicendole di sbrigarsi. Quando lasciamo la stanza, mi accorgo che le quattro guardie messe da Zayn di ieri sera, sono stati ai loro posti per tutta la notte. Scendo nella Sala d'Ambra; il palazzo è così grande che in due giorni sono riuscita a vederne solo una piccola parte. Quando entro, resto incantata; le alte mura sono ricoperte da carta da parati arancio scuro, decorate con colonnine d'oro ed un soffitto dal quale pende un maestoso lampadario di cristallo. Lungo le pareti laterali, decorazioni floreali ma sobrie danno vitalità alla stanza. Vedo Alessandro e Maria parlare con gli ambasciatori di Francia e Inghilterra - tra cui riconosco Lord Dashwood - e un quarto uomo. Giorgio. Come se avesse sentito il mio sguardo, i suoi occhi si spostano nei miei, rivolgendomi un sorriso. Mi sarebbe piaciuto intrattenermi in un'altra conversazione con lui; quando vedo suo fratello maggiore spuntare alle sue spalle, l'ansia comincia a invadermi. Sembra così imponente, così... simile a suo padre. Quest'ultimo gli appoggia una mano sulla spalla. Quando lo sguardo di Alessandro casca su me e Maria, incito mia sorella ad avvicinarsi a loro.

<<E' la prima volta che incontro vostro padre dopo molti anni. Un uomo estremamente colto, da quel che ricordo.>> L'imperatrice mi affianca, guardando dritta davanti a sè in attesa che mio padre varchi le porte.

<<Sono sicura che lui sia oltremodo ansioso di incontrarvi ancora. Gli studi di mio padre sulla storia del vostro grande paese sono sempre stati tra i suoi maggiori interessi.>>

L'imperatrice sembra sorridermi, fin quando suo figlio Zayn raggiunge la mia destra. Mi sarei ben volentieri aspettata di vederlo con addosso la tenuta da collonnello - ruolo che ho scoperto ultimamente ricopre - ma stavolta esibisce una tenuta più regale, da cerimonia, color blu scuro. <<Siete ansiosa?>>

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