17. Pagare le conseguenze

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Sono passati quattro giorni da quando mi hanno portata qui. Il vantaggio di stare qua dentro, probabilmente l'unico, è quello di avere molto tempo per pensare. Troppo, anche. Nil e le ragazze sono venute a farmi visita qualche volta; l'imperatrice Maria si è persino presa l'incarico di portarmi abiti puliti e acqua per lavarmi. Non ho ancora visto mia sorella, e nonostante senta di volerla rivedere, è meglio che io abbia chiesto alle ragazze di non farla scendere qua sotto. Non voglio che mi veda chiusa in queste quattro mura. Nil mi ha detto che sta bene e questo mi basta.

<<Qualche minuto fa è arrivato un soldato, quello sopravvissuto all'attacco alla carrozza. Testimonierà questa mattina davanti ad Alessandro e il Consiglio.>>

<<Sebbene sia solo una testimonianza, spero davvero che questa storia venga chiusa. Sono stanca di trovarti qui ogni mattina per portarmi la colazione.>>

Aris ride, afferrando un altro dei biscotti al mirtillo dal vassoio. Non ho ancora capito bene per chi siano, dato che se li divora sempre tutti lei. <<Hai pensato a cosa dirai a Zayn quando lo rivedrai?>>

Guardo Aris, rivolgendole uno sguardo irritato. Quando ripenso a quello che ci siamo detti, sento il desiderio di colpire il bel viso di Zayn con la cosa più pesante che possa avere intorno. Quella sera ero così impegnata a rinfacciargli le sue azioni che ho capito solo una volta tornata qua sotto cosa Zayn mi abbia fatto davvero; la delusione che ho provato nelle ore dopo è stata indescrivibile. Mi sarei aspettata di sentirmi accusata da sua madre o dal Consiglio, i quali non vedono l'ora di guardarmi tornare a casa. Sentirmi dire, indirettamente, che sospettata di me ha fatto più male di quanto credessi. <<No, e non è il primo dei miei pensieri. Appena questa ridicola storia sarà conclusa ho intenzione di finire ciò che mi hanno impedito.>>

Aris smette per un momento di sgranocchiare biscotti. <<Sei ancora intenzionata a partire?>>

<<Ora più che mai. E lo farò senza il rimorso di dover dire addio a Zayn, questa volta. Non dopo ciò che ha fatto.>>

<<Forse non ti ha creduta ma almeno ha cercato di darti una mano.>>

<<Voleva che fuggissi! - Mi appoggio con la schiena al muro. - E' così che pensava di aiutarmi? Se fossi scappata addio alla mia innocenza. I colpevoli scappano, non io.>>

Aris resta in silenzio, prima di alzare le spalle. Allunga una mano per afferrare altri biscotti dal piatto, quando si accorge con tristezza che non ne è stato risparmiato neanche uno.

<<Dovresti smettere di mangiare biscotti.>>

<<E' colpa di Nikolaevna. Se li facesse meno buoni non sarei costretta a mangiarli.>>

Sorrido. Mi sento bene quando c'è Aris accanto a me; lei, El e Liliana sono come di famiglia per me. Sono state con me a Darmstadt, alla corte inglese e ora qui, in Russia. Credo così tanto in loro che a volte mi fido più delle ragazze che di me stessa. Una guardia comunica ad Aris che il tempo a disposizione è finito; parteciperà all'Assemblea e testimonierà in mio favore come so che faranno anche le altre.

<<Ci vediamo più tardi, Lora. Vedrai, presto ti faremo uscire.>>

Le sorrido, guardandola seguire la guardia e sparire dietro l'angolo del corridoio. Sospiro, sperando che abbia ragione.

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Il pavimento appena lucidato viene percorso dai tanti passi dei presenti. Non era una Sala come le altre; in questa stanza dalla forma ovale, colonne bianche e sontuosi lampadari, persino il Consiglio ne aveva un accesso limitato. La piccola Maria sposta il peso da un piede all'altro; quando Nil se ne accorge, le dice di stare composta.

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