Capitolo 14.

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Canzone per il capitolo :
Cry - Jason Walker

Piangere : Lacrimare per il dolore, soffrire patire.
Questo è ciò che leggiamo sui dizionari.

Ma nulla può essere nesso a confronto rispetto a quello che ho provato e sto provando io.
Non sono una persona che piange di fronte ad altre.
Non sono una persona che piange per ogni cosa.
Sì certo, mi è capitato di piangere.
Di piangere per davvero per delle cose serie.
Ma mai quanto questa.
Se solo ci penso ora, a tutte quelle lacrime sprecate per persone che non se lo meritavano.
Sono stata un' ingenua.

Questa volta fa male.
Fa male, vedere una persona a cui tieni talmente tanto, stare così, come se la sua vita potesse consumarsi da un momento all'altro, diventando come la cenere di una sigaretta che finisce al suolo, per poi essere calpestata e dissolta con il passare del tempo.

Ed era proprio questo che stava succedendo a Christina.
La sua vita si stava fermando, la sigaretta si stava spegnendo e i ricordi di lei avrebbero fatto la stessa fine della cenere.

Non posso permettere che le succeda questo.
Per nessun motivo al mondo lei morirà, lei non deve morire.

Sono ancora qui, le sto tenendo la mano.
E sto pregando con tutta me stessa, se perdessi questa ragazza. Se solo la dovessi perdere, non me lo farei mai andare bene.
Non sarebbe più vita la mia.
Se questa ormai la si può considerare vita.

Guardo l'orologio appeso alla parete, segna le 8.56 am
È dalle 6.30 am che sono qui. E il tempo non mi sembrava fosse passato.

Decido così di alzarmi dalla sedia.
Di tornare in camera, dove forse avrei trovato Zac che mi aspettava.

Mi avvicino a Chris e le lascio un bacio sulla fronte.
Gesto insolito da parte mia, ma non so perché mi sentivo di doverlo fare.

Esco dalla stanza, anche se vorrei starle accanto fino a quando non si sveglierà.
Tornerò sicuramente più tardi.

Quando apro la porta della mia stanza, vedo Zac in piedi davanti alla finestra.
Non si è accorto che sono entrata. Cerco di fare il più silenzio possibile e mi avvicino a lui con cautela, in punta dei piedi.
La mia testa arriva arriva giusta giusta all'incavo del suo collo e ne approfitto per lasciarci qualche bacio.

Le mie labbra devono essere davvero fredde perché sento un brivido percorrere tutto il suo corpo, però non si muove.
Non c'è da meravigliarsi, sa che sono io.
Chi mai dovrebbe fargli una cosa del genere.
Si vabbeh, apparte quella barbie dai capelli piastrati di nome Amber.

D'un tratto si gira.
Prende le mie mani fra le sue, e le porta attorno al suo collo.
Mentre le sue di mani, finiscono sul mio viso.
Mi accarezza. Ed è un gesto che per qualcuno potrebbe essere stupido ma per me in quel momento non lo è affatto anzi.
Lo trovo un gesto talmente bello.

Non perdiamo nemmeno un secondo, anzi si, forse uno lo perdiamo per guardarci negli occhi.
Giuro su dio di non aver mai visto ochi così belli.
Zac posa le sue labbra sulle mie.
Ed ecco di nuovo che le nostre lingue entrano in sincronia, non è affatto un bacio casto o passionale.
È un bacio che trasmette il mio dolore, e lui tramite quel bacio mi sta dicendo che lui c'è, lui è qui, lui è fisicamente e psicologicamente qui per me e non ha intenzione di lasciarmi andare.

Dopo vari minuti rimasti a guardarci.
Zac mi prende la mano e si siede sulla sedia accanto al mio letto, e dolcemente mi invita a sedermi sulle sue gambe.
Senza esitazioni accetto e mi siedo sopra di lui.

- Bimba, so che sei andata da Christina prima. Dopo una mezz'oretta che te ne sei andata mi sono svegliato, sentivo che c'era qualcosa che mi mancava. Quel qualcosa eri tu. Era il tuo corpo stretto al mio. Così ho deciso di venirti a cercare. Sapevo dov'eri. E quando ti ho vista e sapevo che stavi bene sono tornato qui. E guarda un po'? Sono andato al bar a prenderti la colazione. -

Dice lui con quella sua voce roca che mi fa sentire come a casa.
Bimba. Mi ha chiamata Bimba. Quando è uscito dalle sue labbra mi è scappato un sorriso.

Senza rispondere a quelle sue dolci e affettuose parole lo bacio. Lo bacio per dirgli grazie per tutto quello che sta facendo per me.
L'unico che si è degnato di aiutarmi. Oltre a mia madre.

Scendo dalle sue gambe e mi siedo a gambe incrociate sul mio letto.
Nel tavolino che c'è sopra al letto vedo un caffè americano, all'aroma di cannella, quello che piace a me.
E una brioches.

- Prima o poi dovrai dirmi dove le hai scoperte tutte queste cose di me -
Gli dico.

- Ho le mie fonti Humphrey - risponde lui, odio quando usa il mio cognome.

- Perché ti ostini a chiamarmi Humphrey, ho un nome caro il mio Efron - decido di stare al suo stesso gioco.

- Perché è così bello vederti incazzata -
Dice per poi sorridere.

Finisco di fare colazione e lascio un po' del mio caffè a Zac. Anche lui proprio come me , va matto per la cannella.

Passiamo il pomeriggio sdraiati sul letto a guardare serie tv come : Due uomini e mezzo e La vita secondo Jim.

Ridiamo ad ogni battuta e il signorino non ha perso nemmeno un' occasione per strapparmi qualche bacio furtivo.

Verso le 6 Pm. , quando l'ennesima serie tv finisce chiedo a Zac :
- Ho promesso a Chris che sarei tornata da lei, verresti con me? Non me la sento di andare sola. Potrei crollare. -

- E me lo chiedi anche? Suvvia andiamo. Prima che decida di strapparti quel camice -
Risponde.
Gli tiro una pacca sulla spalla e andiamo a prendere l'ascensore.

Arriviamo in camera di Christina.
Zac si siede sulla sedia accanto alla finestra.
Io decido si sdraiarmi accanto a Chris.
Nel momento in cui le prendo la mano e appoggio la testa sulla sua spalla sinistra i suoi occhi si aprono.

È viva.

Christina è viva.

As long as you love me. - Zac Efron [IN REVISIONE].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora