6.Alex

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"Giulia sei pronta? " chiese Cosimo per l'ennesima volta, sbuffando.
"Ci sono, ci sono"
"Dai andiamo, che Davide ci aspetta"
Lo raggiunsi giù per le scale, andava a passo spedito per non arrivare in ritardo.
Un volta messo in moto sfrecciò fino a casa di Davide, non mi entusiasmava l'idea di avere contro, più di quanto lo avessi già, Fabrizio ma forse era meglio così, nessuno mi avrebbe più torso un capello.
Cosimo parcheggiò praticamente fuori casa di Davide, eravamo entrambi tranquilli, probabilmente perché non ci stavamo rendendo conto di chi ci stavamo mettendo contro.
Suonò al campanello di casa De Luca e dopo pochi minuti venne ad aprire Davide, il quale prima guardò me e poi Gué con una faccia interrogativa, non si aspettava che ci fossi anche io.

"Venite, entrate"
Dopo il solito giro di saluti, ci accomodammo in salotto.
"C'è anche Mad?" Chiese Gué guardandosi attorno.
"Sì, é di sopra"
"Fra, scendi che ci sono Gué e la ragazza" sbraitò rivolgendosi a Mad.
Quando finalmente scese giù, iniziammo a discutere su cosa si potesse fare.

Il concetto era semplice, se Fabrizio ci avesse sgamato ci avrebbe fatto fuori.
E non sarebbe stata la prima volta che colava sangue a causa sua.

"Beh raga" iniziò Cosimo, sfregandosi le mani "sappiamo bene con che soggetto abbiamo a che fare, bisogna essere precisi e non farci sgamare, altrimenti la vedo male"
"Quello là è potente, Guè. Credo che tu lo sappia meglio di me" disse Davide.
"Quindi stai dicendo che non te la senti?"
"Non ho detto questo, ho solamente detto che quello là è potente"
"Se vogliamo, diventiamo più potenti di lui, su" disse Mad.
"Poi c'è da dire che noi abbiamo il nostro giro a Roma, averne uno anche qua non sarebbe male"
"Appunto, per ora, però, bisogna fare il doppio gioco"
"Cioè?" Chiesi.
"Se non sbaglio te e Guè vivete a casa di Fabrizio..."
"Esatto"
"Per il momento dovreste lavorare ancora con lui, in modo da sapere cosa ci aspetta"
"Non ti seguo..." Madman aveva un modo di spiegare tutto suo e Guè non aveva capito che cosa stesse cercando di dirci.
"Oltre che a lavorare con noi, lavorate anche con Fabrizio e compagnia bella, così potete monitorare ciò che fa, appena riuscite vi staccate e via, si inizia una nuova vita"
"Ah okay!" Escalmò una volta che capì il ragionamento del tipo davanti a noi.
Io mi limitai ad annuire.
"Va benissimo, ci sta" disse alzandosi, "adesso noi andiamo, ci si becca in giro"
"Ciao"

Uscimmo di lì e andammo verso la macchina, tornare a casa non era nei miei piani, volevo vedere Alex.
Sapevo anche dove beccarlo, non ci eravamo più sentiti e in un certo senso mi mancava.

"Torni a casa?"
"No, non ne ho voglia...te che fai?"
"Boh, pensavo di andare da Alex"
"Come vuoi" sorrise.
"Ti piace ancora?"
"Non...non lo so"
"Lui almeno ricambia?"
"Non penso, gli piaceva un'altra fino a poche settimane fa"
"In ogni caso ci perde lui"
Lo guardai interrogativamente.
"Me ne sono accorto io che ti piace, se lui non se n'è mai accorto è proprio un coglione"
Scrollai le spalle come risposta e cercai di cambiare discorso.
"Questa sera esci?"
"Penso di sì, te?"
"È probabile"
"Magari ci becchiamo in giro" rise.
"Già"
Aveva una risata contagiosa, non era male.
Non era come credevo che fosse fino a poco tempo fa.
Mi trovavo bene con lui, in fin dei conti.
"Vuoi che ti accompagno?"
"Come vuoi, posso anche andare sola"
"Ma no dai, ti accompagno"
"Grazie"
"Figurati"
Non distava molto il luogo in cui ci trovavamo dal luogo dove lavorava Alex.

Camminammo l'uno accanto all'altra in silenzio, nessuno dei due aveva da dire qualcosa.
A volte però certi silenzi lasciavano intendere qualcosa, altre volte, invece, non lasciavano trasparire nulla.
In quel momento eravamo tranquilli, sorridevamo quasi, forse lasciava intendere qualcosa.
Forse iniziavamo per davvero a volerci bene in qualche modo.
Le sue attenzioni le reputavo come un qualcosa di insolito, forse non erano proprio attenzioni ma era pur sempre qualcosa.

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora