39. É tutto finito

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"Ho sentito Marra, di nuovo." Iniziò Cosimo, sedendosi da una parte del letto.
"Perché ho l'impressione che non sia una cosa buona?" Domandai guardandolo con una faccia dubbiosa, in teoria doveva essere quantomeno contento dell'arrivo del suo amico.
"Non so, qui secondo me succede qualcosa."
"Ancora? Cazzo, Cosimo, piantala di essere così tragico."
"Non é questione di essere tragici! Cristo, vorrei solo che potessimo farci una cazzo di vacanza tranquilli!" Sbottò alzandosi di scatto, per poi andare ad appoggiarsi allo stipite della porta.
"Non serve incazzarsi o prendere a pugni il muro."
"Mi sento fottutamente impotente! Sono troppi contro di me!"
Stava finalmente sfogando tutto ciò che teneva dentro da mesi e mesi, probabilmente erano tutte quelle cose che mi aveva tenuto nascoste affinché stessi senza pensieri.
"Porca puttana, se succede qualcosa io non me lo perdono! Non voglio che ci rimetta qualcun altro per le mie cazzate!" Disse nuovamente, ritornando a fare il tragico della situazione.
Mi alzai e mi diressi verso di lui, incerta su come procedere.
Non mi avrebbe mai cacciato via o trattata troppo malamente, nonostante fosse incazzato, per me teneva sempre un occhio di riguardo.
Mi avvicinai e aprii le braccia, per poi accoglierlo in un abbraccio.
Era strano vedere come un uomo così alto e muscoloso si facesse abbracciare dalla sua ragazza.
"Stai tranquillo, andrà tutto bene."
"Ascolta una cosa : se le cose di dovessero mettere male, non dire mai a nostro figlio quello che é stato il nostro passato, per favore."
"Non hai capito proprio un cazzo, sarai tu a raccontare a tuo figlio quello che vorrai, non io. Saremo una cazzo di famiglia normale."
"Me lo auguro, Giu. Me lo auguro."
"Non pensarci neanche, non può andare male."
"Per come sono stato, me lo meriterei anche."
"No, Cosimo. Non sei come pensi."
"Invece sono anche peggio, non penso di meritare tutto questo."
"Okay, magari hai fatto fuori un po' di gente ma ora hai smesso, sei cambiato e ce ne siamo accorti tutti."
"Non lo so, Giu."
"Se vuoi... Possiamo andare in Svizzera, però..."
"Non pensiamoci ora, cambieremo idea un sacco di volte."
"Giusto... Ti stanno chiamando." Dissi facendogli notare il display acceso del suo telefono buttato sul letto.
Annuì e prese velocemente il telefono, per poi sparire nell'altra stanza.
Presi anche io il mio telefono, di nuovo, e notai un messaggio da parte di mia sorella.

"Stiamo arrivando, preparati.
Occhio a Daniele."

Okay, qualcuno mi stava nascondendo qualcosa, e di sicuro non me ne sarei stata con le mani in mano.
Tempo pochi minuti e Cosimo era di nuovo a farsi mille paranoie su un qualcosa che, precisamente, non avevo neanche capito.
"Non ci sto capendo un cazzo, potresti spiegarmelo di nuovo?"
"La vuoi facile? Daniele e la sua cricca hanno cercato di ucciderci questa mattina, ora sta arrivando Marra.
Dobbiamo assolutamente toglierceli dai coglioni."
"Ho capito. Come pensate di farli fuori?"
"Non lo so, Marra ha trovato un po' di informazioni sul loro covo."
"Meglio così, no?"
"Ho paura di quello che succederà." Ammise.
"Non puoi far andare solo Marra e Gionata? Alla fine tu con Roccia Music non c'entri niente."
Roccia Music, appunto, era la gang di Marra, con annesso Gionata e altri ragazzi di Milano e dintorni.
"Sì, lo so. Ma ricordati che con lui ci sono legato non solo per Dogo Gang, é un fratello."
"Prima diciamogli della notizia, poi vedrai che avrà un occhio di riguardo."
"Sicuro."

***

"SIAMO ARRIVATI BRO!" Sbraitò Fabio mettendo piede in casa e facendoci sobbalzare per lo spavento.
Cosimo si alzò di scatto ed andò a salutare tutti, io lo seguii e feci lo stesso.
"Allora, quando agiamo?" Domandò Fabio sedendosi sul divano.
"Appena ce li abbiamo a tiro." Rispose Cosimo facendo spallucce.
"Ma che palle! Volevo vedere il sangue già da subito!" Esclamò Gionata, per poi ricevere un'occhiataccia da parte di mia sorella.
Con noi c'era anche Federica con Davide, che però sembravano più distaccati dal gruppo.
"Volevamo dirvi una cosa, poi..." Iniziai io, cercando l'attenzione dei presenti.
"Cosa, Giu?" Domandò mia sorella, allarmandosi da subito.
"Ecco..." Iniziai.
"Ho fatto goal." Disse solamente Cosimo.
Mia sorella e Marra si guardarono un attimo, per poi assumere un'espressione scioccata.
"Vuoi dire che..." Iniziò Gionata, ma venne stoppato da Federica con un semplice "Ci sarà un bambino!"
Annuii leggermente, per far capire che era così sul serio.
"Oddio!" Esclamò mia sorella, abbozzando un sorriso.
"Congratulazioni raga." Disse Marra, sorridendo ad entrambi.
"Ora comunque penso che potremmo stare tranquilli per un po', non dovrebbero sapere dove siamo."
"Mai dire mai, Cosimo." Gli rispose Marra con una certa saggezza, "Loro sanno dove siamo, guarda là."
Indicò la lucina rossa della televisione.
"Ci stanno guardando, non é la luce del decoder."
"Ne sei sicuro?" Domandò Davide.
"Più che sicuro."
"Che bello raga, avremo il sangue subito!" Esclamò Gionata balzando in piedi.
"Tu stai buono." Gli intimò mia sorella, con tanto di sguardo truce.
"É questione di poco, non lo dico per mettere ansia. Gionata, inizia a tirare fuori le munizioni, dobbiamo essere più veloci di loro, tanto più che ora c'é anche un bambino in arrivo."
"Subito." Mormorò Gionata andando a prendere le varie cose nelle valigie buttate a caso a terra.
"Potrebbe essere che stiano aspettando che mettiamo il muso fuori." Ipotizzò Cosimo, appoggiando i piedi sul tavolino.
"É così, probabilmente. Non mi piacevano qui tipi appoggiati alla macchina gialla qui fuori." Rispose il suo socio.
"É per quello che dico che bisogna agire subito, possono entrare qui quando vogliono." Continuò.
"Ci penso io!" Esclamò Gionata infilandosi una pistola nelle mutande.
"Occhio a non sprararti nei coglioni!" Gli urlò mia sorella, facendomi ricordare la scena di 8mile.
"Cosimo, preparati. Tra poco succede un casino... Giu, tu, Federica, Davide e Serena chiudetevi in camera e tirate giù le tapparelle, tenetevi una pistola. State attenti, é carica." Spiegò Marra frettolosamente e porgendo una pistola a Davide.

COSIMO

Vidi Giulia e gli altri sparire in camera, pregai mentalmente che non le succedesse nulla.
Da fuori udimmo degli spari, bene, Gionata l'abbiamo perso, pensai tra me e me.
Incrociai lo sguardo con Marra, che mi fece segno di mettermi accanto alla porta con un mitra in mano.
Feci esattamente come volle lui, dopodiché lo vidi uscire e scendere le scale che portavano al cortile.
Guardai dalla piccola finestra alla mia destra : Gionata era ancora vivo, così come anche Marra, però c'erano delle chiazze di sangue per terra.
Con gli altri chiusi in camera pensai che fosse meglio aspettare lì, cosa che ringraziai di aver fatto quando sentii salire qualcuno a passo svelto.
Un ragazzino, non era nient'altro che ciò, la persona che mi ritrovai davanti  alla porta.
Con un colpo secco vidi la vita scappargli dagli occhi, per poi fare una smorfia di disgusto poco dopo.
É così che funziona, o la tua vita o quella di qualcun altro.
Dopo di quello pensai che fosse peglio scendere giù, durante il tragitto freddai ancora la bellezza di tre ragazzi, ma quando arrivai giù capii che la situazione stava degenerando.
Marra aveva il viso e la camicia sporchi di sangue schizzato, mentre Gionata sembrava prenderci gusto ad usare la pistola con cui era uscito.
"Pensa a Daniele! Non ce la faccio a tenerli tutti!" Sbraitò Marra.
Okay, siamo ufficialmente nella merda.
Impugnai la mia arma ed iniziai a freddare quante più persone affiliate alla gang riuscivo, dopodiché tentai di avvicinarmi alla macchina in cui si trovava Daniele.
In un nanosecondo mi puntò un arma contro, ma gli cadde dalle mani non appena i proiettili colpirono il suo corpo, così come quello del suo socio di fianco a lui.
Finalmente era finita.
Dopo qualche minuto non sentii più spari, mi voltai verso Marra e Gionata.
"É stato un piacere fare affari con voi." Dissi sinceramente.
"Dobbiamo andarcene da qui." Sentenziò Marra, salendo le scale per tornare a casa.
Appena arrivai su, corsi a vedere come stesse Giulia.
Tirai un sospiro di sollievo quando capii che stava bene.
"Ora é tutto finito." Sorrisi guardandola negli occhi.
"Dobbiamo andarcene." Disse Davide, prendendo quante più borse possibili e iniziando a scendere le scale.
"Ti amo."
"Ti amo anche io, Cosimo."

Da lì a poco avremmo preso l'aereo privato che Marra aveva ordinato da Milano per tornare a casa.
Quello era sul serio l'ultimo colpo, da lì in poi non mi sarei mai più occupato di tutto questo.

Il prossimo capitolo é l'epilogo, ciao.
Spero vi sia piaciuto 💓
Preferisco finire questa storia il più presto, voglio riuscire a concluderla e sento che se non lo farò al più presto, non lo farò probabilmente più.
Mi scuso ancora per gli errori e per il ritardo nella pubblicazione.
Al prossimo ed ultimo capitolo.
P.S. sto lavorando ad una storia "nuova" su Gué, sarà il remake della mia prima storia su di lui, ovvero "Scappati di casa".
Sareste interessati a leggerla?

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora