26.Responsabilità.

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Le sue labbra erano a contatto con il mio collo, la mia mente era già in paradiso.
"Mi sei mancata"
"Anche tu"
Le sue mani continuavano a farsi largo sotto la mia maglietta, le mie gambe erano attorcigliate al suo bacino e riuscivo a percepire la sua eccitazione.
Ero tornata a casa questa mattina, finalmente potevo ipotizzare di pensare a Daniele solo come un brutto ricordo.
Se ero con Cosimo, difficilmente sarebbe venuto a rompere i coglioni.
Avevamo passato il primo dell'anno insieme a tutti gli altri, era stata una bella serata nel complesso.
"Cosimo, abbiamo bevuto troppo"
"Non così tanto, dai"
Nel frattempo erano venuti via anche il mio reggiseno e la sua maglietta, un senso di freddo mi avvolse.
"No, Cos, stasera non mi va"
Si staccò da me e mi guardò un attimo.
"Come mai?"
"Sono stanca"
"Come vuoi tu"
"Scusami..."
"Tranquilla" disse lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.
"Qualcosa non va?"
"Ma no, te l'ho detto"
"Okay... Va bene"
Scesi dal tavolo e ripresi la mia maglietta dal pavimento, me la infilai ed andai in camera.
Mi misi il pigiama e m'infilai sotto le coperte.
Aspettai che venisse anche Cosimo e mi addormentai di fianco a lui.
Mi risvegliai abbracciata a lui, che stava ancora dormenendo.
Mi teneva stretta a lui, amavo il suo profumo.
"Buongiorno" sussurrai.
Gli lasciai qualche bacio sul petto e sulla mascella, non lo lasciai stare fino a quando non aprì gli occhi.
"Giorno" disse con voce impastata dal sonno.
"Come stai?"
"Bene, molto meglio"
"Meglio dai, oggi pomeriggio fai qualcosa?"
"No, non credo... Te?"
"Nel pomeriggio mi devo vedere con Giorgio Di Salvo per la grafica delle magliette, entro Marzo saranno probabilmente fuori"
"Sono felicissima per te" sorrisi.
"Tu mi farai da fotomodella" disse serio.
"Domani Cos, non sono una fotomodella"
"Io dico di sì"
"Io di no, invece"
"Non sottovalutarti così"
"Sono solamente realista"
"No Giu', ti sbagli"
"Boh, sarà" commentai.
"Mi spieghi che hai?" chiese fissando il soffitto.
"Nulla"
"Sei diversa da com'eri prima"
"Diversa come?"
"Non lo so, diversa" disse semplicemente.
"Ultimamente sono un po' stanca, magari é quello" ipotizzai.
"Può essere"
"Anche tu mi sembri diverso, comunque"
"Lo so, me ne sono accorto da me, é solamente il periodo, se l'incontro di oggi andrà bene vedrai che svolteremo, poi la strada sarà tutta in discesa"
"Si?"
"Sì... Ci sistemeremo come si deve"
"Sono sicura che andrà bene"
Era quasi impossibile che qualcosa andasse storto, da quanto conoscevo Cosimo sapevo perfettamente com'era fatto e che paranoico era, se per una volta non era agitato voleva dire che era veramente sicuro che questo progetto sarebbe andato a buon fine.
Tenendo conto che era pignolo quasi più di Fabio, era impossibile che andasse male.
"Ci alziamo?"
"Con calma, dai"
"Mhh, va bene"
Rimanemmo ancora una buona mezz'ora a letto, per poi alzarci e dirigerci uno in cucina.
"Quindi stamattina non fai nulla?" chiese avvicinandosi.
"Esatto"

Passammo la mattinata noi due soli, avevamo bisogno l'uno dell'altra.
Dopo m'infilai sotto la doccia, mi lavai e mi preparai ad uscire.
Essendo i primi di Gennaio faceva ancora abbastanza freddo, presi una felpa di Cosimo nera, una maglietta semplice dello stesso colore e un paio di jeans scuri.
"Ci vediamo dopo" dissi uscendo di casa.
"Dove vai?"
"Mi vedo con Federica, credo"
"Va bene, a dopo"
"A dopo"
L'istinto mi diceva di andare a Cinisello e cercarla, anche se non nee avevo poi tutta quella gran voglia.
Non avendo la moto, andai fino alla stazione della metro per dirigermi a Cologno Nord.
Volevo tornare un'altra volta da mio padre, nonostante avessi la certezza che ci sarei stata male per un po', c'era qualcosa che mi spingeva ad andare da lui.
Mi mancava ancora, a distanza di tutto quel tempo non avevo superato un cazzo.
La verità era che me n'ero fatta un complesso.
Da Cologno Nord presi il bus per Vimercate, e da lì presi la via del cimitero.
Non era stata una buona idea venirci sola.
Appena misi piede in quel luogo, iniziai a tremare, più mi avvicinavo alla tomba e più maledicevo Fabrizio, i suoi uomini e la mia malsana idea di andare lì.
Mi ritrovai a fissare nuovamente quella foto messa sopra la lapide, ancora una volta le lacrime rigavano lentamente il mio viso, facendo colare tutto il trucco.
Posai una rosa bianca, comprata in precedenza, sulla sua tomba, dopodiché tornai dove ero prima.
Mi piaceva ricordarlo con la sua solita espressione allegra.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla, seguita da una voce femminile.
"So cosa significa, io ci ho perso anche una sorella e una madre"
Al sentire di quelle parole, mi voltai di scatto.
Incrociai lo sguardo con il suo, quegli occhi così azzurri erano troppo familiari.
Era bionda e un po' più alta di me, aveva una giacca nera e dei jeans strappati.
"Giulia?"
"Se-Serena?"
Lei mi sorrise, io l'abbracciai.
"Quanto tempo, cazzo"
"Ho avuto la bella notizia"
"Cioè?" chiesi da sotto l'abbraccio.
"Fabrizio se n'é andato, finalmente posso tornare... Ho visto mamma pochi giorni fa, é stato bello rivederla" disse con un velo di tristezza nel tono della voce.
"Che cosa bella!"
"Ho saputo dalla zia che mi hai cercato" disse staccandosi.
"E giustamente vorrai, anzi, vorrete, delle spiegazioni"
"Beh sì"
"Vieni da me, così ne parliamo al caldo"
"Va bene..."
La seguii fuori dal cimitero e salimmo sulla sua BMW, mise in moto e partì verso casa sua.
"Ho scoperto che Fabrizio ha pagato uno per fare fuori papà e suicidarsi, il motivo era semplicemente una questione monetaria, facendolo fuori tutto il patrimonio é andato in mano di mamma e in quel periodo stava conoscendo Fabrizio" spiegò.
"Più o meno ho capito"
"Beh, comunque dopo ne parliamo meglio"
"Oh, sì"
Mi vibrò il telefono dalla tasca, lo tirai fuori e lessi il messaggio.

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora