15.Happy B-Day

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Il sole pallido di fine novembre si faceva spazio tra le nuvole, sembrava essere un po' più caldo degli altri giorni.
Cosimo dormiva accanto a me, aveva la solita espressione seria e le sue braccia avvolgevano la mia vita.
Mi girai e mi soffermai a guardarlo, dava in forte senso di protezione.
E poi non era nemmeno male, anzi.
Mi alzai col viso e gli lasciai qualche bacio a stampo.
Capii che si era svegliato quando vidi una specie di sorriso comparire sul suo volto.
"Buongiorno Cos"
"Ciao piccola, buon compleanno" disse lasciandomi un bacio sul naso.
"Grazie..."
Mi alzai e mi diressi in bagno, mi spogliai ed entrai nel box doccia.
Di tanto in tanto l'acqua calda era l'ideale per pensare.
Con oggi erano vent'anni su questa terra, di esperienze ed emozioni.
In tutti questi anni ce n'erano state di persone che, volontariamente o no, erano sparite.
Ed era il giorno del mio compleanno che puntualmente mi ricordavo dei bei momenti passati insieme, e a volte faceva male ricordare tutto quello.
Era triste pensare che nel giro di tre mesi avevo perso due persone così importanti.

"Giulia, tutto bene?" sentii Cosimo urlare dalla camera.
Uscii e mi avvolsi in un asciugamano, poi andai alla porta.
"Devi venire?" chiesi affacciandomi.
Lui era in mutande per la stanza.
"No, guardavo se stavi bene" rispose.
"Ah ecco"
Tornai in bagno e mi asciugai prima i capelli e poi il corpo, mi rivestii e andai in camera.
"Giu' " attirò la mia attenzione.
"Dimmi"
Mi fece segno di avvicinarmi.
Andai a sedermi sulle sue gambe e appoggiai la fronte al suo collo.
"Spiegami cos'hai" iniziò giocando con le mie mani.
"Nulla Cos, davvero"
"Sei troppo silenziosa"
"Ma..."
"Io sto aspettando"
"Niente di speciale, mi sono venute in mente due persone..."
"Chi?"
"Cos..." lo guardai dritto negli occhi.
"Non capisco, Giu' "
"Preferisco non parlarne, almeno non oggi"
"Va bene, come vuoi, però domani me ne parli"
"Okay, affare fatto" sorrisi.
Era un sorriso abbastanza falso.
Gli lasciai un bacio a stampo e mi alzai dalle sue gambe, mi infilai una sua felpa e mi avviai verso la porta.

Lui prese la giacca e scendemmo a fare colazione, per poi andare a comprare le ultime cose prima di partire.

"Cos, come mi sta?" Chiesi uscendo fuori dal camerino.
Cosimo era seduto sulla poltroncina lì fuori ed aveva un'espressione annnoiata in faccia, nemmeno l'aggeggio elettronico che teneva sempre in mano riusciva a salvarlo dalla morte lenta di cui era protagonista in quel momento.
Mi squadrò velocemente dalla testa ai piedi e fece un sorrisino, senza degnarmi di risposta.
"Quindi?" Chiesi nuovamente.
"Ti sta bene, mi piace"
"Grazie" feci l'occhiolino e mi richiusi nel camerino.
Mi tolsi il vestito e mi rivestii, presi il vestito che mi ero appena provata e andai verso la cassa.
"Pago io" disse Cosimo piazzandomisi davanti.
Non mi diede modo di ribattere, infatti due minuti dopo eravamo già fuori dal negozio.

"Ma costava tantissimo, mi dispiace farti spendere tutti quei soldi!"
"È il tuo compleanno piccola, mi pare il minimo"
"Grazie allora"
Gli lasciai un bacio a stampo e girammo ancora per qualche negozio.

[...]

"Questa sera andiamo a cena fuori, ti va?"
"L'idea mi piace tantissimo, per mi dispiace..."
" 'mi dispiace farti spendere tutti quei soldi e bla bla bla', Giu', guarda che lo faccio perchè mi va"
"Non so come sdebitarmi poi!"
"Un modo lo troveremo, tranquilla"
Lo guardai e scoppiai a ridere senza un motivo valido, l'unica cosa che mi salvò dall'ennesima figura di merda fu che anche lui si aggiunse alla mia risata.
"A che ora abbiamo l'aereo?" Chiesi tornando seria.
"Alle sei e qualcosa"
"Bene, quindi abbiamo ancora mezzo pomeriggio da girare"
"Proprio così"
"Da domani si ricomincia la solita vita di routine..." ricordai.
"Fossi in te non ne sarei così sicura"
"Cosa intendi?"
"Dai tempo al tempo, piccola"
"Dai"
"Non ti dirò nulla"
Sbuffai e gli tenni il finto broncio.
Lui in tutta risposta, rise.
"Posso solo dirti che ti piacerà"
"Devo preoccuparmi?"
"Forse sì, forse no" rispose con un sorrisetto innocente.
"In questi giorni devo andare a tatuarmi" pensai ad alta voce.
"Cosa vuoi farti tatuare?"
"Pensavo una rosa sulla spalla con una scritta sotto"
"Bello, mi piace...è il primo, no?"
"No, ne ho diversi sparsi per il corpo"
"Sei seria?" Chiese stupito.
"Certo"
"Cos'hai tatuato addosso, allora?"
"Un diamante all'altezza dell'appendice e un cuore con dentro una M con le ali sul costato"
"La 'M' sta per...?"
"Maurizio, mio padre"
"Wow, è un bel tatuaggio"
"Già... Che ne dici di andare a trovare un posticino dove mangiare?"
"Andiamo, mi sta venendo fame anche a me"

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora