30.Reprimi emozioni.

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Le sue mani erano sui miei fianchi e le nostre lingue erano nuovamente intrecciate, le sue labbra mi erano mancate veramente troppo.
Quando ci staccammo, riprendemmo a passeggiare lungo il lago in religioso silenzio, solo con le nostre mani a contatto.
"Giu'..."
"Sì?"
"Dopo hai voglia di venire da me?"
"Va bene."
Sorrise e si fermò nuovamente, mi tirò a lui e avvicinò la mia fronte alla sua, per poi lasciarmi un bacio a stampo.
Tornammo indietro e ci avviammo verso la macchina, che non distava molto dal punto in cui eravamo.
Avevo un po' freddo visto il mese e l'ora, perciò l'idea di tornare al caldo non mi dispiaceva per niente.
Cosimo passò tutto il viaggio con la mano sul mio ginocchio e la mia sopra la sua, mi era mancato quel tipo di contatto.
Onestamente non sapevo che cosa sarebbe successo il giorno dopo, se fossimo rimasti come prima o se avremmo risolto.
Lui mi mancava, così come mi mancava sentirmi sua ed addormentarmi tra le sue braccia.
Speravo di risolvere al più presto, ma quello non era il momento.
Entrambi sapevamo perfettamente che cosa sarebbe successo una volta a casa sua, completamente soli.
Finii di pensare quando mi accorsi che aveva parcheggiato sotto casa e che mi stava aspettando per scendere.
"Scusami, mi sono incantata un attimo."
"Non preoccuparti, saliamo?" sorrise.
"Certo."
Uscimmo dalla macchina e ci avviammo verso casa sua, non ci tenevamo per mano ma non era quello il problema principale.
Realizzai della cazzata che stavo facendo quando mi venne il dubbio che aveva potuto chiamarmi solamente per scopare, forse non aveva le mie stesse intenzioni.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua?"
"No, ehm... Stavo pensando..."
"A cosa pensavi?"
"Nulla d'importante."
"Non si direbbe."
"Sono cazzate"
"Fammi indovinare..." iniziò "Hai paura che ti usi solamente per scopare?"
"Colpito e affondato..."
"Se volessi solo scopare avrei chiamato la prima troia di turno."
Annuii e lo incitai a continuare.
"Se ho chiamato te é perché ci tengo, non voglio solo piacere fisico."
Si avvicinò nuovamente e mi tirò a lui, facendo scendere le mani sul mio fondoschiena.
Le sue labbra erano sul mio collo ed io ero già in paradiso.
Riuscivo a sentire l'inizio di quella che era la sua erezione contro di me e sapevo che se non mi fossi fermata, probabilmente, avrei fatto l'ennesima cazzata.
In quel momento volevo solo lui, nonostante avessi la consapevolezza di stare per combinarne un'altra, non lo fermai.
Mi prese in braccio e si avviò verso la camera, dove mi buttò sul letto e tornò addosso a me.
Tornò a lasciare i segni sul mio collo e con le mani cercava l'orlo della mia maglietta.
Quando lo trovò, fu il primo indumento a venire via, seguito molto presto dal reggiseno.
"Quanto sei bella..."
Subito dopo venne via anche la sua maglietta, poi i miei leggins e i suoi jeans.
Ad ogni bacio che ricevevo, un brivido mi percorreva su per la schiena, era unico quel suo modo di mandarmi in pallino il cervello senza aver ancora fatto niente.
Dal mio seno scese giù fino alla pancia, e da lì fino all'inguine.
Con un gesto veloce mi sfilò le mutande, per poi scendere ulteriormente e iniziare a darmi piacere.

Al vedere il modo in cui mi faceva inarcare la schiena involontariamente, sorrideva compiaciuto : gli era sempre piaciuto vedere come riuscisse a mandarmi fuori con poco.
Successivamente ricambiai il favore, com'era giusto che sia.
Infine entrò in me con una spinta decisa, e quelle che le seguirono furono più o meno simili.
Io ero sopra di lui, muovevo il bacino e continuavo a mandare la testa all'indietro, lui stava dando le ultime spinte prima di venire, glielo si leggeva in faccia.
"Giu'... Il preservativo... Cazzo."
"Cazzo." commentai, mi staccai da lui e  mi posizionai accanto a lui, che aveva un'espressione molto insoddisfatta.
Mi abbassai alla sua altezza e ripresi ciò che avevo lasciato a metà prima, almeno non ci sarebbero state gravidanze inaspettate, o almeno lo pensavo.
Essendo quasi al culmine del piacere, fece in fretta, dopo ritornai accanto a lui e appoggiai la testa al suo petto.
"Mi sembrava di ricordare che prendessi la pillola." iniziò.
"Non dovrebbero esserci complicazioni, comunque."
"Certo, non sono venuto dentro, non dovrebbe succedere nulla."
"Già."
Mi strinse ancora di più a lui e chiuse gli occhi, cosa che feci pure io poco dopo.
"Notte Cosimo."
"Notte Giulia."
Al mio risveglio lui non era più accanto a me, la sua parte di letto era vuota.
Mi alzai e provai a ricordare, quando mi fu tutto più chiaro mi alzai dal letto e recuperai le mie mutande dal pavimento.
Sulla sua sedia c'era una camicia bianca, sicuramente sua, la presi e me la misi addosso, dopodiché andai in salotto.

"Buongiorno." disse appena mi vide varcare la soglia di casa "Dormito bene?"
"Benissimo." abbozzai un sorriso, "Te?"
"Anche io, anche io. Se vuoi c'é ancora un po' di caffé nella caffettiera."
"Grazie."
Andai verso la cucina e mi versai quel poco di caffé che era rimasto, dopo tornai da lui in salotto.
"Mi sono divertito ieri sera." disse sedendosi accanto a me sul divano.
"Anche io."
"Potremmo rifarlo... Qualche volta..."
"Sì, anche." dissi più distaccata.
Con una frase mi aveva praticamente accoltellato allo stomaco, era tutto come avevo previsto : voleva solo scopare.
"So bene cosa ti ho detto ieri sera, ma dovresti sapere come sono."
"Sì che lo so, ma..."
"Ma niente, non saremo più quelli di una volta."
"Mi sono illusa un'altra volta..." dissi a bassa voce, tanto che rimasi sorpresa quando mi diede una risposta.
"Non voglio farti stare male ancora, e soprattutto non voglio farti tornare nel giro."
"Ma ormai ne sei fuori, Cosimo."
"Giu', ne sarò fuori quando sarò morto, la strada non ti lascia mai."
"Spacci di nuovo?" chiesi, guardandolo negli occhi.
"Fosse solo quello."
Cercai il suo sguardo, volevo capire che cosa stesse combinando.
Gli presi il viso tra le mani e lo obbligai a guardarmi negli occhi, solo in quel momento mi accorsi che aveva le pupille veramente troppo dilatate e gli occhi più spalancati del solito, o almeno uno più dell'altro.
"Quanta ne hai presa?"
"Poco più di una dose."
"Cristo, lo sai meglio di me che non dovevi ricominciare!"
"Non ho ricominciato, spizzico solamente." spiegò.
Sospirai pesantemente e pensai a qualcosa da dire.
"E con la linea di abbigliamento? Come fai se vai fatto come non so che cosa?"
"É proprio lì che la trovo, lì tirano tutti."
"Ne hai in casa?"
"No, l'ho finita poco fa."
"Sai benissimo quanto sia difficile smettere da quella merda."
"Lo so benissimo, ma finché non ne dipendo, non ci vedo nulla di male."
"Cosimo, se continui così tra neanche un mese sei con il naso perso nella coca."
"Non sarò perso."
"Fai come vuoi, é stato bello rivederti." dissi alzandomi e tornando in camera, volevo andarmene via da lì.
"Aspetta."
Richiusi la porta dietro di me e iniziai a cercare i miei vestiti, entrò in camera proprio quando mi stavo sbottonando del tutto la camicia.
Lo vidi chiudere la porta a chiave e infilarsela in tasca, per poi avanzare tranquillamente verso di me.
"Cosimo...?"
Posò le mani sui miei fianchi e mi tirò a lui, si avvicinò al mio orecchio e iniziò a parlare.
"Ci sono gli sbirri sotto casa, io non posso scendere perché sono fatto e se scendi te, ti scopano in due... Aspetta almeno che mi scenda e poi ti riaccompagno a casa."
"No... Cosimo."
"Fidati di me."
Senza alcun preavviso mi strinse forte ed io mi potei solo accoccolare su di lui.
"Vedi, ti sto facendo stare male."
"No, sono io che mi illudo troppo facilmente."
"Shh..."
"Vorrei solo tornare un po' in dietro."
"A chi lo dici."
"Giuro che non ti capisco."
"Nemmeno io mi capisco."
Una lacrima solitaria mi scese giù per la guancia, ma l'asciugai subito.
"Forse più in là riuscirò a riprendermi tutto."
"Basta volerlo"
"Me ne voglio andare a dormire" disse staccandosi.
"Vieni con me"
Si infilò sotto le coperte e spense la luce, lo seguii anche io e tornai ad abbracciarlo.
Sentivo le sue mani addosso a me, lo sentivo sospirare e accarezzarmi i capelli.
Ci riaddormentammo entrambi abbracciati, avrei voluto veramente tornare indietro.
Era bello immaginarsi una futuro insieme, organizzare viaggi e mantenere promesse.
Ripensavo a quanto mi avesse colta di sorpresa quando, in ospedale, mi confidò che gli sarebbe piaciuto avere un bimbo tutto nostro, che appena avessimo risolto tutto avremmo cambiato vita.
Rivolevo quel Cosimo, non sopportavo il fatto che fosse tornato a tirare di cocaina, non volevo perderlo per delle cazzate.
Non volevo essere solo quella con cui scaricare le sue voglie, non volevo essere una qualunque.
Non volevo scoparci, volevo farci l'amore.
Forse per lui non cambiava molto, ma per me sì, eccome.
Un'altra lacrima scese giù per la mia guancia, non dovevo pensare quando ero in dormiveglia,  non dovevo fare nulla.
Volevo solo aspettare che fosse lucido per poterci parlare seriamente.

Siamo arrivati a 10K, grazie mille!❤
Sto cercando di scrivere altre storie, di cui una sicuramente verrà pubblicata.
Ormai mancano più o meno pochi capitoli alla fine, non so esattamente quanti ma ho tutta la storia in testa.
Al prossimo capitolo💕

Scarface || Gué PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora